59 questo ultimo havendo proveduto sua excellenlia di gente non solamente per il bisogno, come liavete inteso, ma anchor d’avantaggio et più die non ha-vevamo promesso, lior mostra che li piacia el bor no, el vuole relenirne parie el l’altra remandare. Et havendo proveduto noi di revocare questa, vuole o mostra volere tenere l’altra in luoco pericoloso el necessitoso, et che stiano a pane compralo Corsi il doppio più de 1’ ordinario, per un cerio ordine posto da cavare dinari, et insumma ne disordina li ordini de la guerra et quasi che talora non sopiamo che ci fare perchè stia bene. Nui faremo quel che potremo et sapremo, et di quello che non potremo ne renderemo sempre buon conio, el vogliamo che di questo per nostra scusa faciale capace la illustrissima Signoria racomandandoci in soa bona gratia. 38') Copia de una lettera scrita in Constant inopoli per pre' Triphon Bechenich, capelan di sier Piero Zen orator et vicebailo, de 24 agosto 1529, drinala a sier Catarili Zen di sier Piero. Narra il numero di lo exercito del Gran signor turco. L’ altro zorno vene uno homo di messier Alvise Grili, eh’ è zerca zorni 28 che partiva dal campo, et dice haver lasalo che’l Signor passava la fiumara che si dimanda Sdrava, et che de lì lina a Viena el camin era spartito in zorni 24, che a questo zorno el Signor dia esser zonlo al Iodio. Dicesi che 1’ Ardelli li havea mandalo un imbasador a dir, se li piaceva, che’l veniria a basarli le mano, et che’l Signor non havea fallo conto ma li havea risposto che’l poria venir comed’haverà passalo le aque. El l’arziduea havea lassalo la sua zente de persone trenta milia in Viena, el che lui in persona è andato in Alemagua per domandar aiuto da le Terre Franche, el che tornava con persone 50 milia, che P è un bellissimo exercito. Ma chi ha da far con questo illustrissimo Gran signor che porla boclie di bronzo sopra le carello qualro-cento, un numero di zelile infinito, che Dio li doni viteria secondo el cuor nostro desidera, elio le un ¡ustissimo signor et boi) amico de la nostra illustrissima Signoria, e I’ ordine del suo exercito in campo avialo in Hungaria è questo. 1/ anliguarda sono settanta milia aganzi, cl capo suo è Michalogli. Questi sono tutti homeni a cavalo, ladri, non stima (1) La carta 37 * è bianca. 60 la sua vila un bagatin, questi soli sono bastanti a combater con l’arehiduca duo de costoro. El un altro exercito de 30 milia persone, tutte ben in ordine et ben a cavalo, bosinesi ; el capo de questi è sanzaco de Bosina et sanzaeo de Samandria ; et qui non si mette a conto li famegii né li cariazi che sono do volte altralanli. Poi è il magnifico Ibraim bassà et con esso è messier Alvise Grilli con persone quarantamilia, et tulle fior di gente. Poi de questi è il Signor con tutta la sua corte che sono da persone sessanta milia, oltre li bassà et altri sanzaclii deputadi a la sua custodia, che in tulio sono da persone da falli cenlomilia olirà li famegii, et se non fosse, altri 2500 spacholani el altralanli salitari, che stanno 2500 da una banda el altralanli da l’altra banda sempre per ordinario. Questi sono 38* zentilhomeni del Signor, come si dirave da nui lanze spezade. Davanti sono 10 milia ianizari cum li soi schioppi, da drio calafazi mille, et altralanli carepie, che serve a la persona del Signor a cavallo, 350 capici a cavallo, che noi chiamamo portonari, et 350 salichi con lì soi archi, simillere e manere a lai: questi sono staffieri. Poi di la corte infinito numero di zente; ma questi nominali mai non si parie da la persona del Signor. Poi drio el Signor è un altro exercito, eli’ è il Bilarbeì di la Natalia con persone, senza li famegii, 50 milia, tulli ben in ordine. De altri pedoni guastadori non se ge parla. Tutte queste gente sono ben in ordine a cavallo, lo non havea paura se non, per tanta moltitudine, che non li mancasse vitùarie ; ma dicono costoro che era tanta ahondantia in campo et di pan et di la biava che non è da creder; carne di bando. Zente disposta a morir per honor del suo Signor. Credo l’ar-chiduca non farà fallo d’arme, ma che si serarà in f)rteza se si potrà lenir. Dicono, li vilazi et lochi debili lutti si hanno reso, li lochi forti si lien. Fo mandalo a dir ad uno loco che’l si rendesse, el non volse; fo consultà se li dovea dar la balaia et tuorlo per forza, fo deliberà de non perder il tempo. El cusì si andava di longo senza dimora, et credo per lutto questo mexe questo Signor liaverà vittoria, che altro non si poi sperar. La terra de qui è mio-rata di morbo per la Dio gratia, et éabondanlia di viver. ■ Da poi disnar fo Gran Conscio. Non fu il Sere- 3;) nissimo, vicedoxe sier Francesco Foscari. Et reduli solum tre consieri si stele aspetar il quarto che fo sier Vicenzo Capello, qual vene, perchè sier Polo Donado cl sier Andrea Trivixan el cavalier è ama-ladi. MDXXIX, OTTOBRE.