323 MDXXIX, DICEMBRE. 324 rator et sier Marco Contarmi qu. sier Zacaria el cavalier, sier Zuan de Cavalli qu. sier Francesco, siali a Bologna. Afermano, la paxe si farà certissima -menle. 224 Summario e copia di lettere di sier Zuan Vi- turi proveditor zencral, date a Trani, a dì 27 novembrio 1529. Come è stalo inspiratione divina la parlila del signor Camillo Orsini per venir in questa terra, et si havesse seguito la deliberaiion falla per il dominio de Barleta zà più de uno mese che l’ho suslen-tata, per necessità del viver si haria dala a discre-tione a l’Arcon. Alrovandomi qui»senza vituarie et danari, et le gente mi havia abulinalo, se ’1 restava qui, li era causa de far perder tulle queste terre. E mexi do che havì ducali 6000 che mi porlo Andrea Rizo, et subito farà do page, et voglion ducali 9000 per paga, el ogni zorno mi reforzo di fanli. È mal, tralandose la pace, questi sui lochi se per-desseno per fame et mancamento de danari. Non posso haver alcun favor de formenti da questo durissimo zeneral, sichè mi alrovo in grandissimo travaglio. Ho falò ogni provision per via del capi-tanio de le barche, qual mi ha condotto una bona summa sì che me alrovo per zorni 40, et lo rimando in Dalmalia per altri, ancora che ’1 sia venuto el suo disarmar. Herì lo illustrissimo signor Renzo mi fece intender per sue lettere, come era zonlo el suo secretorio Zuan Greco di Franza, et veniva da lo ar-miraio del re Christianissimo con scudi 25 milia per li pagamenti di queste sue gente, et per far la restilulion de Barletta a l’Arcon. Unde per verificarmi del tutto, quesla malina per tempo montai sopra la galia del magnifico capitanio del Golfo, et andai a Barletta, et visto la galia, esso signor Renzo mi vene a incontrar in cao al muoio con molli signori, et fato le debite salulatione, da poi intra in vari ragionamenti, qual mi disse che ’1 leniva per certo che, havulo li figlioli el re Christianissimo, la pace non seguiria con l’imperalor, perchè poi fato la restilulion di lioli bisognava rafermarla et ¡unirla, dicendomi alcune parole che tegno certo che questo pace non habbia ad haver effeto. Poi andassemo a disnar, et disnalo, subito gionse alcuni comissari di l’Arcone con sue lettere, et retirali in una camera a parie siete longissimamente insieme in molte altercatone, perchè l’Arcon voleva che’l signor Renzo li consegnasse el castello de la terra se ’1 voleva che li desse vituarie. El signor Renzo li disse che per conto alcuno non pensasse haver dillo castello per 224* fina che lui non li fesse la restitution di Barleto con li altri loci che ’I tiene per nome del re Chrislianis-simo, et in questi zorni 10, che potrà esser a far tal restilulione, che per li soi danari li fosse dalo vilua-rie. Da poi mirò sopra li foraussili, zoè quelli a chi è slà confiscati li stadi di signori el tulio el resto, che li siano perdonalo, et possano tornar a le case loro. El che tulli quelli soldati che sono a cavallo siano securati di poler andar per terra a le caxe loro, et bozi sono siali su questo parlamento, et sono ritornati indrieto, et venirano dimane 0 l’altro con la resolulione di l’Arcone. Ho hauto a caro ha-vermi ritrovato lì a Barletta. Sichè fra giorni 10 si farà la restitution de Barleto et questi altri loci, et 10 rimarò senza spalle del signor Renzo, et con li cavalli et li fanli di qual el forzo rimanerano nostri inimici. Non ho danari da potermi ingrossar, et mi è sopragionlo tulli li pagamenti di me fanti de qui et Monopoli el Pulignan,el di cavalli che voleno più di ducali 7000 per paga, sichè son in grandissimo travaglio. Lì capitani dicono: « La Signoria farà pace et non saremo più salìsfati. » Io li dico, saranno tulli pagati. L’ è venuto Zuan Greco per Veniexia, et la Signoria non mi ha fallo intender come mi habbi a governar. L’ è venuto qui el conte Julio de Monlebello da Monopoli, per nome de lutti li altri capitani, dicendomi esser passà il tempo de la sua paga, el che quelle gente non hanno modo di poler viver, et se 11 proveda, altramente i dubitano de qualche disordine : sichè non so come far. In questi loci tutti questi popoli sono in tanta miseria che moreno da fame i meglior che sono, et non si pensi thè le gente possino viver da questi de la terra, perché non hanno per loro: sichè mi atrovo a_. un malissimo partilo, et non so che far. Copia di una lettera da Trani, di sier Jacomo 225 Antonio Moro proveditor di stratioti, del 26 novembrio 1529, scritta a sier Lorenzo Moro suo padre. Da novo de qui non mi atrovo altro, solum che domenica malina insieme cum el signor Zuan Paolo fiol del signor'Renzo, cum li soi cavalli da Barletta, et io cum li mei, che erano zerca cavalli al numero di 200 et fanti, tra li soi et nostri, zerca 400, andassemo fuora sotto Andre a far una imboscato, dove in Andre se alrova la persona de l’Arcou con zerca