275 UDXXIX, NOVEMBRE. 276 Imperatori invieto, sanetissimo sibi foedere coniuncto, ob ingentem de fide eius ac viriate spem, dicavit. NeH’alIra porle a l'incontro de la sopradella : Clementi VII Pontifìci Maximo, sub cuius imperio ac molestate se perpetuo incolumem ac florentem forc confìdit, Bononiensis civitas crexit. 190 Erano al pe’ del dillo arco, sopra quattro pila-siri quadri, quattro figure grande di tela di relievo dipinte con corone in testa che rapresenlavano Con-stantino et Carlo Magno imperatori, et queste guardavano verso la strada di San Felice, et di Sigismondo imperatore et Ferdinando re di Spagna, le quàle guardavano verso il palazzo. Sotto la statua di Costantino imperatore erano queste parole : Costantino Caesari Augusto Imperatori, ob egregiam in decernendo Pontifici Maximo imperio liberalitatem, tyrannos domitos, Chri-stianae religionis cultura propagatum. Sotto la statua di Carlo Magno imperatore: Carolo Magno Pipini filio Imperatori, ob divina in romanam ccclesiam merita afque in Pontifìce Maximo liberando et ornando eiusque dilione amplificanda singultire studium ac ingentem impiorum hostium numerimi pro-fligatum. Sollo la statua di Sigismondo imperatore : Sigismundo Caesari Augusto Imperatori, ob sedatospatrum tumultus suamque vero, Fon-tificis auctoritate restituta, severissimam in seditiosos ac impios cives animadversionem. Sotto la statua di Ferdinando re di Spagna: Ferdinando Hispaniarum regi, ob eiectam ex Hispaniis iudaeorum sedani, ereptam mau-ris Beìicam, prorogatum in Afroset Indos imperimi, missa in Italiani maxima Pontifici Maximo auxilia, coetus contra cum iniuriose susceptos summa celerilate compulsos. 192') Copia di una lettera da Bologna, scritta per domino Marco Maio de qui. Narra la in-trada de V imperador, data a dì .... . Novembrio 1529. La partita di lo imperadore da Piasensa per Bologna. Partito adonque da Piasenza a di 25 de octobre Cum haute et retro guarda, cum gente da piede et _ (1) Le carta 190*, 191, 191* sono bianche. da cavallo, et la persona sua armala a la leggiera, come sempre ha falto caminando per Italia da poi che partì da Genoa, non è successo per camino cossa degna di avixo più che lo haver trovato in Rezo el duca di Ferrara che I’ ha molto honoralo, et di tanto quanto più ha saputo et potuto, et da la Maestà Sua è stalo esso sommamente acarezalo. Le chiave de le porle et di castelli di Rezo et di Modena, et anche, per transito, de Ruhiera, forno presentale cum summa obedientia a Sua Alleza; et Irovorno in l’uno et l’altro luogo sale et molte camere paramentale de nobilissimi panni de raxo intexuti d’oro et di seta cum figure bellissime, et altre di veluto el seia ricamalo variamente, che ben dimostrava la grandeza et splendor italiano in uno duca. In quelle terre fu Sua Maestà cum lutti li principali di la corte receputa cum abondantia di vìtualie di ogni sorte secondo li tempi. Caminando Soa Maeslà verso Bologna, do mia lontano lo incontrato da cardinali numero 26 et fo Scompagnala a un monastero di la Certosa, lontano uno mio, dove non se attese ad altro che a proveder di cornparer. Il giorno sequente, che io dì de venere a dì 5 novembrio, a hore 22 Sua Altezza entrò in la cilade con tempo et acre alquanto nebuloso et con un poco de pioggia alguna volta. L’ordine fu questo, che prima venero circa 150 cavalli leggieri condotti dal locotenente del capitan Zucharo et capitan Medina ; apresso andavano 10 pezi di artel-leria mezana, et cum essa venivano da 100 guasta-dori cum badili et zape, et da pò 1’ anliguarda de alemani a piedi, quelli che erano stati in Milano cum el signor Antonio da Lieva, et esso in mezo portato in una sedia et il suo cavalo a mano. Et era la fan-laria ben armata cum li archibusieri primi, poi le piche, et poi le alabarde, seguendo poi 14 bandiere, che in tutto erano da 1500 fanti. Da poi lor, venivano lo maestro de iuslitia cum la baeheta grande in mano, cum altri 8 con bachete più curie, i quali jg.-,* erano acompagnati da 150 homeni d’arme di la compagnia di monsignor di Beuri, magiordomo di Sua Maestà, et dii Conseio, cum sagii divisati sopra le arme. Etiam erano 100 arzieri cum sagii sopra le arme di la livrea di Sua Altezza che son gialo, paonazo el bigio, et cum la medema livrea da 25 paggi sopra belli cavalli et ben guarniti : parte de essi portava le arme et elmetti de lo imperalor. Quivi conlinuorno il signor nominalo maiordoino maior cum lutti li cavalieri che serveno in taola ad Sua Alteza, che furon circa 30, ben in ordine de brocalo et seta. Venero a presso tre stendardi: