627 MDXXÌC, FEBBRAIO. 628 pose inclinalo inalili a R) aliar, dove stelo lanlo die il papa virn al alto de 1# comunion, et poi di compagnia si ritornorno a le sue sedie, dove per il Cardinal Cesarino che administrava li fu portato l’hostia consacrala, et il papa si comunicò, et lo imperator el li doi cardinali. Et fa li questi alti, lo irnperalor fu rivestilo del puvial, corona, maza et mondo, et posto a seder in caledra, il papa ritornò a lo aliar et diede fin a la messa. Et lo imperator ritornò a quela capela dove fu onto; el questo allo io non lo potei veder, sichè mi rimeto a li spedanti. Et poi il papa, disaparato da messa, insieme cum lo imperator nssirno fuora di Santo Petronio, et a piedi di le scale montorno a cavallo cum lutle lo ordinanze et modi predili, el ambidoi andorno in procession, tenendosi per mano, ridendo 1’ uno a I’ altro, el uno maislro di lo impcrador gilando danari d’oro el arzenlo. Et così adorno per Bologna, ■ 424 acompagnati per retroguardia da forsi 400 homeni d’arme cum la lanza in su la cossa. Poi giolito che fu lo imperator in palazo, tolse la spada in mano et fece una infinità di cavalieri dandoli di spada sopra le spale et non altro ; et era le 23 hore che ancora non era dismonlato. Poi andorno al convito generai suo in palazo, dove si ritrovorno tutti questi signori duchi et principi ; et ivi ordinate erano tal solemnità che al mondo mi par non si puono più far, et maxime di fogie di victuaglie, et saria longo ra-conlar ; ma li reservo di dirli a la presentia di vostra magnificenlia. Qual sarà presto, non occorendo cosa in contrario ; mi rendo certo che debba ritrovar da vostra magnificenlia, et che quella si degnarà racomandarmi et a Jeronimo cavalier di quella ; et occorrendo veder missier Julio Morato mio procu-rator dignarasi voslra magnificenlia di parlicipar di queste nove cum lui, et . . ...... Bononiae, die 25 februarii 1530. Petrus Bressanus canonicus bergomensis. 424* Magnifico domino Justo Gauro, domino meo semper observan-dissimo. (A la Bolla Bucai) ( Venetiis) Copia de una lettera da Bologna di sier Ma- 425 tliio Bandolo di sier Marco dotor et cavalier, data a dì 25 fevrer 1529, scritta a sier Lorenzo di Prioli el cavalier suo cu-gnado. Nara la incoronation di la Cesarea Maestà difusamente. Io scrissi, terza sera, le cerimonie di la ferrea coronalion particolarmente assai ; ma mi scordai scriver che la prima insegna che dal ponlifice fu data a Cesare fu un anello, et con esso lo sposò; credo fusse in sponsuni Ecclesiae. Meri fu a dì 23, fu bellissima giornata, sì di acre come di venule di principi. Vene la mallina il vescovo di Trento, mollo ben ad ordine, et honorevolmenle incontrato. Vene beri sera il duca di Savoia, con molta somaria di cariagi et cavali assai, et una bellissima guardia di arzieri, el incontrato hono-ralissimamente quanto dir si possi. Ma in quesla malina vene voglia a Cesare di render le gratie; per il che ussite di palazo a l’improviso col duca Alexandro di Medici et pochi altri, eie. Questa matina, a dì 24, ignaro io di quello mi dovesse fare, et irresoluto, andai, per non mancare dal debito, ad acompagnar li nostri oralori con speranza di trovarmi loco di star su la piaza, non curando inlrar- in chicsia per le cause scrissi. Ma come fui al palco, tanta fu la cortesia di questi signori cesarei che mi saria parso disprezarla s’io non havessi usato il faciliimo adito concessomi ; por il che non solo vi andai, ma anco con molla comodità vidi quele cose eh’ io più desideravo di veder; et cussi A hore circa 15, per il belissimo palco, o ponte o solaro, lutto fornito di belissirna verdura, ori bazini et arme, se ne vene a la chiesia, la qual era .benissimo lapezata di razzi novi finissimi d’oro et di seta con figure divine, et panni d’oro, la Santità di Nostro Signore col ordine Suo consueto, tulti li prelati apparati, lei al solilo portata, col regno in testa, eh’ è una di le bele cose che si possa veder al mondo, sotto un baldachin portato da diversi oratori, Ira li quali di nostri ci fu il clarissimo Bragadino col bel manto, mollo anfanalo, el il clarissimo Suriano, molto scalmanoso, che certo sono gran strete. Et eon grandissima calca et remesina di alabarde et bastonale maggiore di quele di terzo giorno entrarono in capela, over choro, qual era così pieno di gente el persone da conio, che ’I pontefice hebbe fatica andare al