G05 mdxxx, Monferrato con la corona de ferro, qual è larga due dita, coperta d’oro et incassala de gioie et qualche turchese cum alcuni lavori de smallo neri, et di drenlo via un cerchietto di fero nudo largo un deio minútelo, qual tocca et cingie'la tesla ; et par mollo aulica. La quale fu, terzo giorno, portala da Monza, mandala a torre per el signor duca di Milan ; et questa par sii del regno di Longobardi ; è tutta eguale di sopra come di solo, senza alcun giglio, nè fior, uè alcun lavor. Venia poi Sua Maestà con la sua bercia de velulo negro schiela, et un robon d’arzenlo lirado paonazo et soprarizo d’oro paonazo (odralo de gibelini, con un par de ^calze bianche ; el li due cardinali assistenti un per lato alquanto indrieto. Et drieto a lei immediate el Gran zamberlan conte de Nassao, el poi li oratori per li soi ordeni. lo hebbi pur modo, sotto color de voler adiutar el manlo al clarissitno nostro paire de caziarmi fra loro ; et conosciuto da monsignor di Moretta am-bassator di Franza et signor Andrea dal Borgo, di Ferdinando, per loro benignila mi volsero un per bracio fra loro. Il che non mi parve illicilo ri- 409 spelo ad uno così grando et raro speclaculo et pericolosa difficullà. Et conosciuto poi da l’oralor de Polonia et tirandomi su la spalla un lampo del manto d’oro de missier nostro paire, el simile facendo missier Piero Sanuto a man sua drella, et missier Benedetto Giuliano a drelo et alcuni altri genlilhomeni, talché quel manlo se polfebe celebrare, facendo a la magnifícente sua incredibil servilio sì per alleviarlo del peso, come per lenirli repressa la crudelissima calca, che certo fu bora che de la vita sua mi dubitai estremamente, et niente minore de lutti li altri signori el Cesare proprio, quale con la sua infinita naturai bontà et clementia, mai volse permettere che ad alcuno fusse fatto alcun male per fargli far largo. Non temendo alguno alabardae, bastonale nè alcuno terrore che gli potesse esser fallo, con difiìcullà incredibile et forse inaudita entrassemo con tal ordine in capella, dove vi erano entrali molti, el seguirono lì altri signori. Li nostri genlilhomeni, tanti quanti non hebbeno paura de le gran mi-nacie, sì nanli noi come da poi, entrarono col solo nome dj veneziano molto cortesemente permessi, et certo tanto rispellali, quanto et forse più che i loro propri signori ; et se sono stali stretti et incomodi niente meno sono siali loro. A me pare che siamo mollo ben veduti in ogni loco. Trovasscmo la capella ornala tulla de allo FEBBRAIO. * 606 in basso de li belissimi razi, che de Fiandra furono qui questa invernala portali a Nostro Signore ; et con le spalle voltalo a l’altare, sopra una sede sentalo, apparato colla mitra pontificale carchala de gioie, el reverendissimo Henchforl, circondalo da molli episcopi aparati colle mitre bianche, al quale ingenochialosi Cesare apresenlò dopo basciata una boia papale, et fata per sua reverendissima signoria leggere, per essa el Summo pontifico gli concedeva l'acuità di consecrare el ungere Sua Maestà in re. La quale lecla tolse el iuramento, quale per el cerimoniale è in questa forma : « Ego Carolus rex liomanorum promitto, spondeo et polticeor atque iuro Beo et beato Tetro me de caetero protcctorem atque defen-sorem fore Stimmi pontificis et Sanctae llo-manae Ecclesiae in omnibus necessitatibus et utilitatibus eius, castodiendo et conservando possessiones, ìionores et iura ac ins in quantum divino fultus adiutorio fuero secundum scirc et posse meum, recta et pura fide; sic ine Deus adiuvet. Et haec ad Sancta Dei Evangelia ». Et dite alcune altre oralione, cantorono poi le lelanie, le qual finito el cardinal sopra Cesare disse el Pater Noster et Domine salvum fac ser-vum tuum etc. et alcune altre oralìoni. Da poi li unse el brazq dextro el le spalle col segno de la croce, con le orationi eie., zoè : « Deus omnipotcns et cuius est omnis po-testas et dignitas te suplici oratione atque humillima prece deposcimus ut huic famulo tuo Carolo prosperum imperatoriae maiestatis concedas effectum, ut in tua protectione consti-tuendo ad regendam Ecclesiam tuam sanctam nihil ei praesentia officiant, futura nihil obsi-stant, sed inspirante Sancii Spiritus dono populum sibi subditum aequo iustitiae librami-ne regere valeat et in omnibus operibus suis te semper timeat, tibique iugiterpiacere contenda t. Deus Dei filius Jesus Cliristus Dominus noster qui a patre Deo participationis unctus est pro particibus suis, ipse vero per prae-scntem sacri unguenti infusionem Spiritus Paraelyli super caput tuum infundat benedic-tionem, tandemque usque ad interiora cordis fui penetrare facial quatenus hoc visibili et tractabili dono invisibilia percipere et temporali regno iustis moderationibus aeternitatis conregnare et merearis qui sine peccato rex regum vivit cum Deo patre in unitale per omnia saecula saeculorum etc. eie. ». 409*