145 MDXXIX, OTTOBRE. 146 Ridolphi, da poi Grimano et Cornare, da poi Napoli et cl Camerlengo, da poi Ravena, da poi Ivrea el Sanliqualro, da poi Cesis el Cibo. Da poi seguitava el papa sotto el baldachino, portato da quelli 24 giovani ditti de sopra. Da poi seguiva li vescovi et altri prelati. Mi era scordalo dirvi che inanti la famiglia del papa vi andava el corpo de Cbristo sotto la ombrella portata da molti geulilhomeni de la terra, el drielo vi andava li ambassatori de Ve-netia, Milano, el il signor Lionello da Carpi, eh’ è di Ferrara, et tamen quello de venetiani erano in mezo. Da poi monsignor da Praia in mezo cl il Magio a man destra che sono ambasadori de l’impe-95* rador, el il cavalier Caxal come ambasalor de In-gilterra a man manca. Dicesi lo ¡ruperador farà la intrata domenica da sera. Il papa arivò beri sera apresso Bologna et alogiù al monestier de Croxe-chieri, fuora de Bologna qualche mezo miglio, el lì dormile. Marti de sera Consolaria, a Dio piasendo, et mercore de sera Concistoro, perchè vi sarà giolito de molli cardinali. 96 A dì 29. La malina. Fo grandissima pioza, et cussi lutto el zorno. La terra, niun, de peste, et de altro mal .... Fo expedi, intervenendo li Cai di X in Collegio, el caxal di Cypro chiamato Xanta, et dove fu dato a raxon di 7 per 100, per il Conseio di X fo dato a 6 per 100, sichè la Signoria avanzoe ducali . . . . et lo ave ... . Da poi disnar, lo Conseio di X con la Zonla. Fu preso far do gratie a li hebreì di Getto, quali darano li ducati 4000 avanti Irato, vidclicet li sia lievà le barche stavano la note a far guarda del Conseio di X alorno Gello, che loro pagavano,el era di spesa al mexe ducati .... Item, quando fusse morbo in Gelo, senza mandarli amorbar a Lazarelo, li sani possine in le contrade tuor una casa etc. Item, fu preso vender, per li patroni a 1’ Arsemi, et li danari la mila a le occorrenlie et 1’ altra metà a le arlellarie, videlicct per IO rezimenli, la contestabfleria di Feltre, cavalaria di Esle, di Mon-lagnana, di Cotogna, di Cittadella el de Uderzo, et in vita, tre mesurarie de frumenti a le Biave ut in parte. Item, fu preso, far un loco di sora le Raxon ve-chie da poter legar li soi razi et altro, senza spexa più di volta, et possino spender ducati .... Et poi nel Conseio di X semplice feno li Cai per 1 Diarii di M. Sanuto. — Tom. Zìi. novembrio, sier Zuan Alvise Duodo, sìer Lazaro Mozenigo, sier Antonio da Mula, siati altre Bade. Da Ferrara, fo lettere di sier Marco Antonio Venier el dotor, orator, di .... Scrive el zonzer lì el con la ganzara per Po il reverendissimo gran canzelicr di Spagna, qual è ilalian, ma pien de gotte. Don Hercules li andò conira, el poi el duca, et lo reccvete mollo honoratamente in pi-lazo. Lui orator andò poi a visitarlo el post verbo, generalia li usò grate parole dicendo, l’imperador è desideroso de far pace con tulli, et con ia illustrissima Signoria, sichè, zonto el sarà a Bologna, si tralarà, et lui se offerisce far ogni bon oflìzio aziò la siegua. Da Cividal di Frinì, delprovedilor Firn-mano, di 26. Come quella comunità voria fortificar la terra de qui a una parte si chiama Ru-scuiglian, et per uno lorente che cresce molto con le pioggie, lien aperto un gran spacio di la murato, et cessata l’aqua resta aperto, voriano condor l’aqua per le fosse di la terra nel Natisone, et han concluso il mercato con un pratico, el provisto al dinaro, et per questo mandano domino Leonardo da Maniaco orator a la Signoria nostra. Item, qui è un palazo fu del patriarca, era di la Signoria nostra, qual va in rovina, voria repararlo o minarlo del lutto, hessendovi molti legnami el altro di precio, che ruinando da sè luto anderà in sinistro. A dì 30. La matina. La note piovete assai et un poco la malina, ma è caldo. La terra, di peste, do, in locho novo, et di altro mal, 7. Da Bologna, fo lettere di l’ orator nostro, di 27. Coma ricevute le nostre lettere scrittoli col Senato con la comission etc., et ordine di parlar al papa in materia di Ravena et Zervia, andò da Sua Santità et fo da poi la messa, et li disse di darli per queste due terre recompenso a la Chieste. Soa Santità disse: «Questa non è la via: voio Ravena et Zervia, me 1’ havè promessa, ho le vostre lettere, et acadendo vi si mostrerà. » Con altre parole. Poi disse, di Fiorenza, che ’1 non voleva el principe di Orangie facesse quello el poria far, et spiera di haverla ad ogni modo, nè la voi dominar ma ridurla a republica vera, et li foraussiti tulli galda il suo, dicendo: «Ha verno voluto mandar do di questi fiorentini è qui, zioè .... Ruzelai et ... . per nostro nome, i quali hanno haute paura di andar, et che non li fusse laià la testa. » Scrive haver parlato con il Prato orator cesareo, et ditoli haver haute la commission di trattar la 10