9 MDXXJX, OTTOBBE. IO travagli. Ogniuno ile i capi è vivi et me sen-tirno quel eh’ io voleva far et quel ch’io proposi ; si non si è fatto non posso più. La excellentia del signor duca spero si levarù presto di ledo. Scritta a hore 2 di notte. Copia di una lettera del signor duca di Urbino, da Brexa, di 28 setembrio 1529, scritta al suo orator domino Zuanne Ja-corno Leonardo. Nobilis dilectissime noster. Hessendosi inleso che nemici facevano una ca-valcal.f verso Manina per scompagnar certo personaggio, il signor conte di Caiazzo senza che noi altramente gli lo comandassimo ci adimandò licentia di cavalchare a la volta loro, et noi fummo contenti considerando che, andando come si dovea, fussc sicuro et potesse fare qualche bono effetto nel ritorno di quello. Et cussi andando, invitato forsi da la troppa voluntà gli parve di spingere inante, et occorseli questi incouvenienti di passare per mezo Castiglione, il quale si può reputare come luoco in mane de nemici ove poderorio molto tiene esser 3 contati et notali tutti quanti erano seco. Ethessendo slato fuora doi notte, questa matirta poi, secondo intendiamo, volendo in persona riconoscere li nemici, andò in vedetta solo senza elmo, con un solo nrchibusiero apresso: i quali nemici, forsi avisati del lutto, con il tempo che hanno havulo havevano fatte imboschate in più luochi et in Castiglione proprio, et prima che’l conte tornasse a la sua gente si sco-perseno cargando i nostri, nè da poi s’ò inteso altro di certo del prefato conle. Gli altri che erano ili seco, cargali da nimici hanno havulo gran diflìcultà di scampare, ma è sialo con perdita de qualcheuno di loro. Et intendiamo anchor che’l prefato conle si è fidato in campagna de una spia da Castiglione, la quale si ha opinione che habbia con duplicala conditila la cosa di questa sorte, de la quale non scriveremo più particolarmente, raportandoci a questo durissimo signor provedilore il qual sopiamo non mancarà di scrivere il (ulto. Diremo solamente che se fussimo stali in sanità, il che più ci pesa per il servilio de la Serenissima Signoria che per altro, haressimo fatto come a Cassiano facevamo, ove non se exequiva cosa che noi non ci inlravenimo, et (orsi che per haver più anni et la experienlia più longa questo f.ilto sarebbe passato de altra sorte, l’olrcte notificare le cose a quelli Signori racoman- dandoci in bona gratin de la Signoria illustrissima ; et voi siale sano. Swnario di lettere di Crema, di 29 septembrio 4’) 1529, hore 20, scritte per Dome nego Bai- degara carnetier del podestà et capitanio. Come, per lettere di beri da Santo Anzolo, se intende che Antonio da Leva ha piantalo dui pezi soli de arlellaria a Pavia per mezo la porla di Santa Maria in Pertega, et do pezi si sono traballati ne !a strada a Binascho : altra arlellaria non era ancora zonla in dillo campo, ma l’aspettavano, il qual campo è in li tre lochi dove erano prima posti, Lettera del ditto di 29, hore 24. Hozi si ha da uno parlilo hozi da Piasenza che l’imperator dia partir de lì venere a dì primo, over luni adì 4, per andar a Bologna, dove sarà el papa, qual dia partir di Róma adì primo octubrio et venir a Bologna. El che lì si dice che Fiorentini el Ferrara sono accordati, el beri vene di Piasenza a Cremona al duca di Mi'an uno orator del papa per accordarlo. In campo sotto Pavia se dice esser fanti 4000, Zoè boni 2500 et il resto tristi, con Antonio da Leva, et fino heri a mezozorno erano zonli in campo pezi 9 de arlellaria, et che la scorta era tornata a Milan per condurne di le altre, et che palis-seno in campo de vituarie el de guastadori et bovi per le artellarie. Si dice etiarn che Paulo Luzascho li zorni proximi pasati corse sul cremonese et fece 'presoni alcuni zentilhomeni cremonesi che andavano a caza. Da poi disnar, fo Gran Conseio per far la zonla' 51) del Conscio di X, et edam eletion, el comanda il scrutinio vene il Serenissimo et tutti i Consieri, et solo uno procurato!* sier Viceuzo Grimani, el qual sentalo di sora i fradelli del Serenissimo ballotò come li altri, che in altri consegli non poi venir nè balolar. Fu stridalo per il canzelier grando far ele-lion tutte per do man, con certa condition che, aleuto si fa avanti il tempo, possiuo esser tolti quelli polriano farsi luor si se fesse al tempo debito. Hor fato le elclion fo chiamà scrutinio et tolto la Zonla (ter numero 53, Ira li quali sier Jacomo Soranzo procuralor fo di Zorita del Conseio di X, el non si provò per cazarsi con sier Lorenzo Bragadin el consier, et poi Idi per Bortoloinio Cornili segreta- (1) La carta 3* è bianca. (2) La carta 4* è bianca