45 MDXXIX, OTTOBRE. 4G Da Verona, fo lettere di rectori et provedi-tor generai Dolfin, di heri. Come hanno nova di Mantoa, che ’I signor marchese dovea cavalchar fin do zorni et esser capilanio de lanzinech, el-quale caviilchava mal volentiera, et liavia do cari in ordine con arlellarie. Da 'Unnico, fo letere di Maximo Leopardi secretano, di’, venuta per una barca a posta, è zorni tre manca da Sibinicho. Scrive, che Amorat vaivoda ha mandato una lettera . . . 30 Copia de una lettera de li X di libertà et pace di la repubtica fiorentina, de dì 29 febraro 1529, scritta al suo orator qui in Verntia, ricevuta a dì 7 ditto. Magnifico orator, eie. A li 24, per le mani de questo oralor, ve scrive-rao le ultime nostre, il quale de novo spaciando quesla sera, non vogliamo mancar de signilìcarve ■ come el principe de Oranges se trova in righine, dove arrivò davanti heri. Li suo’ vano scorendo per lidie quelle circuinslanlie el predano el guastano tutto et paese ; credesi che non habbiano a partire se non arrivono le artigliane che mandano li Sanesi, le quali havemo aviso che erano a Caslelnuovo, che è quasi a mezo del camin. El principe ne ha mandalo a chiedere de le altre, le quale concedono con difficultà, nondimeno son costretti a far quello che vuol sua excellentia. Tutto quel paese che è da Siena al campo è in grandissima ruina, per esser frequentato da le gente imperiali, le quale predano cosi li amici come li nemici. Ramazolo se trova a la Scarparia et fa in quelli luogi tutto quel male che può. Noi vi habbiamo mandato due bandiere de fanti, et ci ingegneremo riparare a queste ruine el meglio che potremo, el in tanti travagli ne’ quali ci troviamo non manchiamo de animo in conto alcuno, et quanlo più se avicina el pericolo, laido più cresce la voglia del difendersi. El hieri nel Conscio granilo se fece deliberation, unitamente a tulli li citadini, de non mancar in cosa alcuna per la difesa de la libertà, et ciascuno cittadino offerse quella quantità de danari che potea, et ne fece scrilla de sua mano, il clic ancora s’era fatto el giorno avanti ne la Pratica, dove si Irovorono li signori Collegi Dieci et quelli de la Pratica nuova el vechia, tanto che si farà in pochi giorni buona summa di danari volontariamente. Et questa malina nel Conseglio de li ottanta, si è falla deliberatione de ruinar tulli li borghi clic sono intorno a la città, et domane se melerà fuoco in tulio. Voi dovete pensare che danno serà questo al Comune, liessendo in detti borghi inchiusi tanti edifici granili come è San Gallo, li ln-giesuati, Faenzi, et tanti altri palazi et luoghi pii. Nondimeno la voglia ilei mantener la nostra libertà ci induce a far tale provisione, e dovrà essere hormai chiaro tulio il mondo che noi ci vogliamo difender ad ogni modo, poiché non solamente noi lasciamo ardere tulio el paese nostro da inimici, ma lo ardiamo noi stessi, non ci curando corrompere una parte per salvare il tulio. Et però, vedendo colesti Signori la nostra obsliiiatione nel mantener la nostra libertà, non doveriano mancar di porgerci qualche aiuto, il che quando facessero al presente, che siamo in necessità, si ubligherebbeno in modo quesla città che polriano sperare de haverne sempre a disporre ad ogni loro piacer. Per le altre nostre havele potuto comprendere che noi desiderarne che ci servissero di quelle gente che hanno ne lo stalo de Urbino : questo medesimo aiuto desideriamo al presente; ina alora ci serviva a tener li nemici discosto, al presente ci servirà a recuperare Cortona et Arezo, el impedir le vetovaglie che vengono a nemici di quelle terre, ne le quali non havendo lasulo presidi, non saria difficultà alcuna, maxime che li nemici si dovranno ancora allontanare venendo a la volta nostra o tacendo altra impresa, che non sappiamo certo li loro disegni, et togliendo loro quella comodità de vivere se melterano in tante difficultà, che poco haremo a temer di loro. Però sarete con cotesti Signori, et comunicando loro quanto di sopra è dello, vi sforzerete persuaderli a non ci mancare, et se hanno in animo de soccorrerci non niellino tempo in mezo, ricordando loro che nui abiarno li nemici presso a 12 miglia. Noi mandiamo domani comissurio in Casentino Andreuolo Tali, al quale si é dato commissione che faccia in quella proviulia più numero de genie che può, con la quale andrà provedendo el riparando a tulio quello che biso--gnerà. Et quando cotesti Signori servino de le genti che hanno nel ducalo si potrà unire con esso et far tulli quelli buoni effetti che si (desiderano; ma come è ditto, bisogna si risolvino con presleza, aziò che li loro aiuti siano a tempo. Noi habbiamo fallo verso la Santità del papa tulli quelli offilii che ha mostro insino a qui desiderare, el nonché uno ambasadore noi gliene habbiamo mandati quatro ; nondimeno non giova cosa alcuna, et ha deliberalo tornare in questa cillà con quella autorità che prima ci havea,