521 MDXXX, GENNAIO. 522 1100 boni; el perchè per la carestia di l'anno passa fo dà a li fanti scudi 3 d’oro per uno, a lire 6 soldi 4 per scudo, et page 15 per 100 di avantazo, sia mò preso che la parte del 1 S'SS de aprii sia---- di pagarli come si faceva, ma ben siano pagali ogni 36 zorni a lire 18 di pizoli per uno, et li sia leva le 15 page per 100, et li lazi di soldi 4 per ducalo siano dispensali a la banca a li homeni davantazo come prima si faceva, et a li capi sia continuati el pagamento uno lerzo mancho di quello che se li pagava in questa guerra, excepto il magnifico domino Antonio da Castello capilanio de l’arlelarie, qual resti con li soi 1000 ducali a l’anno integri. Et li fanti, si ha a lenir, è notadi qui avanti. Ave : 139, 18, 1. 351 Serenissime Princeps ac illustrissimum Consilium Rogatorum (1). .Indicando il partire mio senza la bona gralia di vostra illustrissima Signoria essermi infelicissimo et mollo lontano dal desiderio mio, qual infinite fiate servendo a Vostra Celsitudine ho cercato a quella et a tutto el mondo con il sangue et vita propria far manifesto, el per le injusle et false accusacion in-Irodulle contra di me apresso Vostra Sublimità, et da quella, senza udir le ragioni mie ut vulgo fer-tur, admisse, lenendo per certo esser impossibile se non espurgale queste false accusatimi poter con-sequir esso mio justo desisterio del partir mio con la bona gratia sua, ancor che lo interesse et incomodo mio stato sia grandissimo, lassando le genti et compagnie venir a la presentía de Vostra Sublimità, nientedimeno, poslponendo ogni incomodo el disturbo mio, ho voluto personalmente, come bon servilor di quella, venir ad expurgar la innocentia mia. Et cussi come ho suplicato nel excellentissimo et illustrissimo Collegio suo, cussi di novo per quanta fede et servitù io ho usato con Vostra Sublimità in ogni tempo per conservalion del slato suo et per il sangue che per quella sparsi, supplico vogli far che, intendendo per capita le accusalion mi vengono obiecle, siano etiam intese le iustificalion et defensión mie. De le qual intenJendone alcune che publicamente vengono divulgate, a queste potrò con quella riverentia che mi si conviene con sumrna verità risponder ne la presente scriplura mia. Ne la qual principiarò dal partir mio da Cassano, per venir come bon servilor al suffragio del patron suo. Vero è Principe Serenissimo che, rilrovandome con (1) Lettera originale antografa. provisión de ducati 1500 di Vostra Sublimità, de li quali a li locolenenti di cavalli et fanti mei si spen* dea più de ducati 1100, et desiderando ne la compagnia mia haver soldati signalati et experimentati i quali è necessario inlertenir dandoli el modo di poter lionorevolmente viver, come io facea et sempre farò per honor mio et utile de li patroni a li servici di quali me allrovarò, et come è chiaramente noto a li clarissimi signori Proveditori et altri, li quali tutti in testimonio adduco, lolla occasione di tempo che li nemici erano in Milano a li allogamenti nè mai compareano, mi presentai a li piedi de Vostra Serenità, come a patron et padre, narrandoli li bisogni et caxi miei, offerendomi ' per la persona mia senza alcun premio servirla per mexi sei et quanto più la guerra continuasse, mettendo el tulio in pedo de Vostra Sublimità, dummodo fosse provisto che li soldati signalati et altre genie mie, ne le qual era tutta la speranza del honor mio et utile de Vostra Sublimità, fusseno certi che mettendo la vita loro a li servicii do quella senza alcun rispetto, insieme con la persona mia, che vivendo potesseno conseguir et consequi-scano condegne satisfatene. Nè mai questa nè altra maggior causa mi haveria fatto de li partir, quando havesse cognossuto bisogno alcuno né pericolo de la guerra ; et in testimonio chiamo la felice recuperation di Pavia, da la qual non solamente non mi volsi partir, ma hessendo con la febre continua, quando andar non potea, mi iacea portar in ledica per non abandonar l’impresa, ma quella favorir come io feci con tanta satisfacione di cia-scaduno secondo che era il desiderio mio per satisfar a Vostra Sublimità. Et quanto mi fu provisto in quella venuta mia fu per libito di Vostra Celsitudine operalo ; non che io volessi mai mancare, ma, come ho dillo, offerendome servir senza stipendio alcuno per la persona mia ; el di questo Voslra Sublimità, Principe Serenissimo, et lutti li excellentissimi padri di Collegio chiamo in testimonio. Dicesi praeterea che il locotenenle mio de li cavalli sia intrato in Romano per forza injuriando el magnifico podestà di quel loco et sachegiando la Ierra, a la qual operalione io presente non mi ritrovai, hessendo in quel tempo ne la città de Bergamo. Ma ben de la verità informato posso a 351* Voslra gjiiblimità dire et justificar che, hessendo assignato allogiamento ad esso locotenenle mio in ditto loco di Romano, cussi rizercando el bisogno per far securi li arcolli che allor si faceano, et