265 UDXXJX, NOVEMBRE. 266 Da mano sinistra era la statua de Carlo Magno, solo a li suoi piedi erano queste teiere : Carolo Magno Pi pini filio Imperatori oh divina in Bomanam Ecclesiam merita atque in Pontifico Maximo liberando ornandoque, eius-que ditione amplificanda singulare studium,ac ingentem impiorum hostium numerimi pro-fligatum. Da l’altra banda di l’arco, verso il palazo, erano altre statue sopra esso arco, nel suo frontispizio del quale era lale inscriptione : Clemens VII Pontifex Maximus Carolo Caesari Augusto Imperatori inviato, maiorum suorum exemplis suaque ipsius viriate ad christianas res componcndas et Bomanam Ecclesiam ornandam atque honestandam mira-biliter incenso, crigendum curavit. Et ¡nunzi al dito arco erano due altre statue de la medesima grandeza de le due precedente, 1’ una de P imperalor Sigismondo a mano drita, con queste letere': Sigismundo Caesari Augusto Imperatori, ob sedatospatrum tumultui suamquevero, Pon-. tifìcis auctoritate restituta, severissimam in seditiosos cives animadversionem. Da la banda sinistra la statua del re Ferdinando di Spagna^ a piedi de la quale, in uno quadreto come le altre, erano queste letere : Ferdinando Hispaniarum regi, ob eiectam ex Hispaniis iudaeorum seclam, ereptam mau-ris Beticam, prorogatum in Afros et lndos imperium, missa in Italiani maxima Pontifìci Maximo auxilia, coetus contra eum iniuriose susceptos stimma celeritate compulsos. De verso el seplenlrione, nel medesimo arco, pur nel fronlespizio, erano queste letere : 183* Clementi VII Pontifìci Maximo, in cuius pietate et sanctitate salutis felicitatisque suae spem summampositam habet, Senatus Populu-sque Bononiensis aedifìcandum curavit. Et verso P oriente, nel medesimo loco, era tale inscriptione : Clementi VII Pontifìci Maximo, sub cuius imperio ac potestate se perpetuo incolumem ac florentem fore confìdit, Bononiensis civitas erexit. Hor, subito che Soa Maestà giouse al dito arco, la Santità de Nostro Signor, qual era nel palazo con tuli li cardinali et clero, ussì el fu portata ne la sedia pontificale sopra le scale de San Petronio, dove era preparato un palco molto ben ornalo, el se puose a seder sopra un’ altra sedia fala a posta sopra dito palco, pontificalmente vestilo, con la mitra in capo, non già il regno, et poi li cardinali ognun al loco suo a seder-, et da poi di grado in grado li prelati, et lì aspelorono Soa Maestà, quale fece la giravolta intorno la piaza per la strada medesma, et entrò de verso oriente in dita piaza, el andò a dismonlar a le dite scale. Nel arivar de la piaza et perfino che gionse a quel palco, consideri vostra signoria quanti l'ussero li strepiti di voce, trombe, tamburi et artigliane, che pareva apunto che Bologna andasse tuia soto sopra. Smontalo che fu da cavallo, comenliò ad montar le scale de la chiesa, et da poi quell’altra per ascender sopra il palco, scompagnalo da li soi signori el principi, non già tuti, che non vi potevano andar, havendo però sempre apresso missier Biasio mastro di le cerimonie di Nostro Signor, qual lì insegnava come Soa Maestà havèva da far, et sempre vene soto il baldachin insino che arivò sopra. Ma subito, come Soa Maestà incominciò a veder Soa Santità, fece una grande riverentia quasi insino in terra, el alora luti li cardinali el clero si levorno in piedi, el esso baldachin alora fu buttalo in mille pezi da la guardia de P irti-perator, et ne pigliò chi ne puotè haver ; el quando fu apresso li scalini o gradi dove poi era la sedia del papa, fece un altra reverenlia insino interra; la terza fece poi quando fu montato a li piedi de Soa Beatitudine, quali con molta humillà basciò et da poi la mano, el da poi il vollo ne la guancia di-rita. Fato questo Soa Maestà se ne ritornò in zeno-chion, et voleva ad ogni modo parlar al papa sempre in zenochioni, nè vi era ordine si levasse ancor che Soa Santità la pregasse et li acenasse a levar, tandem fu (orza che aclualmente il papa si inchinasse con tutte due le mane ad levarlo. Levala che fu Soa Maestà apresentò al papa il «onte de Naxao, marchese de Astorga et certi altri, che non furono più de quatro o cinque a basiarli li piedi. Soa Maestà presentò a !i piedi di Soa Santità da forsi 20 medaglie d’oro de valuta de 15, 20 el 25 scudi P una, et dui di cento, perchè così si sol far. Da poi questo, il papa si levò da la sedia, et prese per man l’imperator, et se ne vene ragionando, quasi sempre ridendo, insino a quella scala dondd si discendeva dal palco sopra le scale di la chiesia, uè mai fu ordine che Soa Maestà si volesse coprir il capo intanto che fu apresso il papa, anzi ad ogni parola faceva una grande reverenlia insino in terra, el li dimostrò tanta Immanità et submissione che al papa el Cesare et a molti altri circmnslanti per lenerezu