143 MDXXIX, OTTOBRE. 144 semplice, poi molli cavalli di famiglia el genie grossa confusa, le qual seguivano le valise di cardinali el lor famiglie, acompngnale di continuo queste * genie da le cliieresie di quesla (erra per li ordeni loro. Poi veneno li mazicri di cardinali, poi li sbiri el tiflìeiali de la lerra, poi i tribuni, che parnii sieno 8, su boni cavalli con lor stendardi, vestiti di roboni di voluto. La famiglia di Nostro Signor non mollo numerosa, tutta vestita di scartalo secondo il solito, ne 1’ ultimo loco la croce el la forma de la mitra. Li clerici, canonici, col suffraga neo, che ’I piviale et mitra lo cruciava. Quatro achillee a mano fornite di veluto charmisino et oro, drielo a le qual tulle cose veniva il Sacramento sopra de una bellissima achinea learda, fornila di reslagno, sotto un balda-chino di bracato portalo da molle persone da conio con clerici, cantando l’inno. D’intorno era poche torze, vero che inanli gli andava un povero fanò d’argento. Li reverendissimi cardinali lo seguivano al numero de 17, per loro ordeni, sopra le sue bellissime el benissemo fornite mule, colle cape et capimi di zambeloto eharmesino. Poi quaranta gio-veni di tanto estrema et pare bellezza che era maraviglia a vederli, parevano gemelli, tutti vestiti di sagii de raso bianco tagliali, fodrali de broccato, zupponi de raso charmesin ricamali d’oro, sehuf-fioli d’oro, berelle de velluto nero, a piedi, inaliti il baldachino sotto il quale era Nostro Signor portato sopra la sedia col piviale, quale si puose, entralo ne la terra, sopra un bellissimo turco vestito di roche-to, capuzio di veluto charmisino sopra il quale ha-via la stola, et sopra la barella un capello di veluto eharmesino, che è da seta a panno; ponendoli la stola pareva cardinale. Smontalo inlrù in una vicina chiesa, et de tal habito si ridusse al piviale sollo il baldachino sopra la sedia, et cosi feceno li cardinali che diposeno i schnpuzzini et si poseno le cape. Il baldachino era portalo et circondato da tulli li grandi de questa terra, in numero de forsi sessanta, homeni de bonissime foggie et benissimo vestiti, fattavi far la strada, che dal popolo el cavalli era follissima, per l’arzivescovo di Zara domino Francesco da clià da Pexaro, il signor gubernator pro-thonolario Gambara, capitanio Guido Guaino et altri simili, circumdalo da la guardia sua de alabardieri et archibusieri, seguilo poi da arzivescovi et vescovi el molli altri corlesani, dietro ai quali veniva la guardia de cavalli leggieri. Et così se n’andò al domo, dove smontalo ripose il Sacramento et lo habito pontificale con la mitria che bavea episcopal, carca de gioie, la maggior parte perle, el ne l’habito sopra il cavallo col quale vene a la terra se transferì al palazo, la cui porta hessendo ornata di un bellissimo arco triumphale, che da la parie dove veniva Soa Santità havea la dedicalione a lei, et da lo incontro dove ha da venir lo imperator, che anco vid’ io allogiar lì, ne ha la dedicalione a Cesare, il quale arco il papa guardando con lietissima ciera, vollandose a la piazza carchissima de populo, gli diè la beneditione. Licenlialo li reverendissimi cardinali, se ne entrò. Un altro arco bellissimo è preparato lì poco distante, et altri se a parecchia no per Cesare, ii cui molli et lettere sono bellissime, che la brevità del lempo et poca comodità de vederli non me li ha lassali pur leggere, non che prender in memoria. Son corso tanto eh’ io non credevo, slraco dal viaggio, dal sonno et da la cena, che prima non ho hauto tempo di scrivere per non mancare a la promessa, el sonò lauti che havendoli a scriver a parte bisognerebbe altro tempo. La corle è povera sì de quantità come de qualità ; vi si atrova la signora marchesana di Manloa con molte sue donne ; vidi venire la signora duchessa di Ferrara con la maggior parte di le sue cittadine. Il signor duca de Milano, per quanto di buona via son acertato, ha mandalo a pigliare allogamento per mille cavalli, il che mi par impossibile; il signor Sarra Colonna si especta con 500 ... ; che in conclusione mi fa credere questo concorso baver ad esser mollo maggiore di quello si exislimava, per il che noi siamo allogiali assai stretti ; pur speramo di acomodarsi. L’imperatore non è niente invechiato, ma più magro del solito. Copia di una ìeltera da Bologna, di 21 octu-brio, narra l’intrata del papa in quella città, scritta per domino Hironimo Bon-tempo a Stefano suo barba, Hozi con la gralia de l’onipotente Idio ha falla la entrala il papa, et li bolognesi li ha fatto un bellissimo honor. Vidélicet vi era di molti genlilho-meni de la terra, fra li altri vi erano 24 genlilho-meni gioveni, lutti vestili ad una livrea, vidélicet berele di veludo con penachi, scuffinili d’ oro, giu-poni di brocato et sopra de raxo bianco tulli trin-zati, cossali de bracalo el sopra de velulo negro. Item, erano 18 stendardi tulli portati da genlilho-meni a cavallo, lutto el collegio de dottori, li XL signori et molti altri. Da poi veniva la fameia del papa, et drielo li reverendissimi, videlicet li primi erano Manloa et Pisano, da poi Cesarino, Gadi et