543 MDXXX, GENNAIO, 544 sentiva uno rumore et strepilo grahde. Et Pro-3G6* spero de Molili, cancellier di la guardia di Nostro Signore, con uno bastone in mano al solilo dava baslonale sopra il capo et brazo summamente che 10 non ne voria haver loco uno per uno scudo ; pur a chi locano era suo danno, et veramente da perdornarli perchè lui faceva et fa l’ollicio suo ; pur con gran travagli et spente di qua et di là, gionseno al principio dove siede li reverendissimi, et inaliti vi era pur el mastro di le cerimonie, apresso del qual vi era missier Hironimo Alberto secretano di clarissimi oratori. Da poi seguitava 11 clarissimi missier Marco Dandolo, missier Alvise Gradenigo, sier Alvise Mocenigo, missier Lau-renlio Bragadin, missier Antonio Surian, missier Nicolo Tiepolo, missier Gasparo Contarini et missier Gabriel Venier, quali come furono apresso dove erano li reverendissimi se ingenochiorono el fecero reverentia a Nostro Signore et a li reverendissimi. Da poi si levorno et caminorono lino a li scalini del palco dove era Nostro Signore in sedia, el lì fecero el simile. Da poi ad uno per uno a li piedi de Nostro Signore si ingenochiorono et li basciorno li piedi, la mano et guanlie, sempre Sua Santità ridendo ; et finito questo se misero da le bande di Nostro Signore, videlicet 4* per banda, et dissero alcune parole, qual non pussi intender ancor ch’io non l'usse discoslo 4 over 5 braza da Nostro Signore ; et per il alarissimo Dandolo li fu presentato una lettera de la illustrissima Signoria boiata con seia cremesina el piombo, qual Soa Santità dele subito in mano a missier Evangelista da li brevi. 11 clarissimo missier Marco Dandulo era vesti 10 con una vesla d’oro, et sopra uno manto de veluto cremexino fodralo di ormesino, et al collo una bellissima catena d’ oro. Il clarissimo missier Aloysio Gradenico havea una vesta di veluto cre-mesino fodrala di velulo alto el basso, et sopra uno manto di velulo cremesino fodrato ut supra, et seco havea uno pulo di qualche 9 in IO anni vestilo da prele con una vesta di damasco nero, 11 qual mai lo lassava in niun loco. El clarissimo missier Aloysio Mocenigo havea una vesta d’oro, et sopra uno manto di veluto cremesino fodrato ut supra. El clarissimo missier Lorenzo Braga-din havea una vesla di velulo cremesino fodrala de martori over' zibelini el sopra uno manto ut supra. El clarissimo missier Antonio Surian avea una vesla di velulo cremesino fodrala di martori con manege ducal, et il simile havea il magnifico missier Nicolò Tiepolo, missier Gasparo Contarini, homo degno di veneraliQOe, per le bone opere falle, et missier Gabriel Venier. * Presentala che hebbe la lederà ducal, il clari-simo Dandolo insieme con li altri clarissimi oratori, el il mastro di le cerimonie manzi, se ne an-dorono fora del circuito, dove slavano ad seder li reverendissimi ad uno cerio tavolalo falto aposta, 367 dove stavano in piedi de grado in grado, et non compareano se non da mezo cl manco in su sopra del tavolato. Gionli che furono lì fu falto silcnlio, el lo arzivescovo de Pisa con uno coltello aperse la leltera ducal, el la seppe tanto ben aprir che li levò la seta el il piombo. Da poi aperta, soa signoria la dette in mano a missier Evangelista, el qual fatto reverentia a Nostro Signor incominliò ad lezer la soprascritta; et diceva piano, et Nostro Signore ex proprio li disse dovesse dir più allo. El cussi etiam la cominliò el disse più allo. El leta la soprascritta, aperse la lederà, et guardò * in fine et lesse N. Sagundinus; et poi oominciò ad lezer la lettera, el lezela tutta insieme con la data. Finito questo, il maestro di le cerimonie disse a li clarissimi oralori lacesseno la sua oralion. Udile tal parole per il magnifico Bragadino fu cominciala una bellissima oralione pur apogialo a quel tavolato, et di tal sorle bella che ha salisfalo al papa, a li reverendissimi et a tulli li altri erano in quel concisloro ; el durò per spatio di un hora, et forse più che meno ; et finita, il papa disse ex proprio, placet. Finita la oralione, missier Evangelista se inge-nochiò a piedi de Nostro Signore, et li fece ancor lui una orationcella in foggia de ringraliamenlo, qual durò manco de uno quarto d’ hora, et poi iterum lornò ad far riverentia al papa et poi tornò ad star al loco suo. Tornalo che ’1 fu, missier Aconcio come avocato fiscal si cominciò a dire, qualiter Veneti fin hora erano stali escomunicati per haver tenuto Ravenna et Cervia ; et molle altre parole disse ; et che Nostro Signor per sua clementia li absolvevano el reintegravano del luto, pregando li reverendissimi cardinali, archiepiscopi, episcopi, prothonolari, chierici de camera et lutti li altri prelati fussero testimoni de questa abso-lutione. Et finito missier Aconlio, li reverendissimi Cibo et Cesis andorouo per assistenti uno per banda a la sedia de Nostro Signor, come è costume ; et gionli che furono li cavorono la milria de brocato et li misse quella di gemme; et poi missier Biasio mastro de le cerimonie feno venir