Gii MDXXX, FEBBRAIO. 042 aspelar Sua Santità, qua! non siete mollo ad venir, et ancor Sua Santità si apparò. Li reverendissimi erano questi : Frenese, Ancona, Sanliqualro et Siena, questi erano con piviali vestili; Campeggio, Ita-vena, Perugia, Grimano, Santa Croce et Cornaro, con le pianele; Cibo, Cesis, Redolii, Salvigli, Cesa-rino, Pisano, Gadi, Mantua, Grimaldo, Medici et Doria, questi erano vestili con le limisele. Et aparala Sua Santità si incominciò ad ussir l'ora la fa-meglia el poi li reverendissimi et il papa a piedi per infino a la secunda sala, dove li era preparata la sedia su la qual vi montò portalo da li palafrenieri et cubiculari come è costume, solo uno baldacliino portato da'ti oralori, zoèdal cavalier Caxalio oralor de Anglilerra, da domino Andrea Dal Borgo oralor di Hongaria, da domino Lorenzo Bragadin oralor veneto el domino Antonio Suriano, da l’orator di Ferrara, oralor di Mantua, oralor di Polonia, et Genua, se ben mi ricordo. Et oussì se aviassemo a la volta de la chiesa, et quando fussemo per inlrar al ponte havessemo uno poco de-dillicullà, pur en-trassemo. Et andati per il ponte per ¡usino a la porla di la- chiesia con uno belissimo sole, el vedevemo di molta gente in piaza, el maxime genie d’arme, per esservi il signor Antonio da Leyva sentalo sora una sedia, armato, luto vestilo di bianco, el havea bulzegini in piedi et capeleto bianco in lesta. Era belissima cosa ad veder quela lanla genie d'arme et ben ordinata, et a veder etiarn una aquila el dui leoni uno per banda di cantone, uno de li qual bu-tavd vino rosso et l’altro vino bianco, et l’aquila malvasia ; et erano alli quasi una pica el butavano in terra il vino et queli lanz ineleva li bocali sopra le piche per coglier del vino et malvasia, et alcuni slavano con la gola aperta ad aspeclar l’imbecata, et l’altro veniva el penzeva quel’ altro et apria lui la gola, et 1’ altro venia el discaziava l’altro, ch’era un bel piacer. Poi haveano messo al foco uno bove integro con la testa et corne longissime, el dentro il corpo vi era uno castralo, et dentro il castralo gaiine, capponi, starne, faxiani, pizoni, lepri, lordi, et similia ; et perchè niuno non lo poteva voltar, bavevano conzegnalo certe argane, et con quele el voltavano, et queli lanz insieme con queli inros dios li stavano atomo, cui a dar fuoco et cui a far una cosa el chi una atira ; el molli che non si poleano acoslar mangiavano del pane a quel sapor, el molti che vi era apresso leniva il pane solo aziò li gozase il grasso el poi se lo mangiava. 11 papa el tulli li reverendissimi se la rideva molto, el era cosa da rider assai. I Viarii di M. Sanuto, — Tom, III. Gionti clic fussimo a la porta di San Petronio li fu uno altro poco di più slreta, pur enlrassemo per ¡usino apresso il palco, el h Irovassemo una altra porla mollo angusta. Etiam la passamo, ina ad entrar sopra la porta del palco, queli reverendisimi haveano grande strela, et al reverendissimo Grimano li fu cavato di leslu la milria el bareta, et penso li locasse ancor qualche alabardata. Et aco-slali nui al palco, chiamai dui mazieri di Nostro Signore che steseno dinanzi il nostro reverendisimo per esser vecliio, et cussi veneno elfaceano far largo. Et queli spagnoli dicevano: « alugar al Cardinal de Santiquatro eh’ cs los mas grande Cardinal de los mondos. » Et cussi se intrò senza diffieultà ; et Cipriano havea il manlelelo di sua signoria. Da poi mirò Nostro Signore, qual si mise al solilo in genocbioni sopra uno scabelo, et oralo che hebbe, andò ad seder sopra una sedia che era da una banda de la capela, el seduta, fu cominciato ¡prima. El missier Biasio mastro di le cerimonie andò da li reverendissimi Redolii el Salviali, et li mandò di sopra a luor lo imperator per acompagnarlo in la chiesia. Et stalo uno pezo il mastro predilo, vene da li reverendissimi Ancona et Santiquatro et li mandò a la porla di San Petronio ad ricever Sua Maestà et farli non so che. El qual, avanti che Sua Maestà entrasse, Sanliqualro li disse una oralione sopra, et fale poi alcune cerimonie lo lassò intrar, et lo condusse in una capela dove disse altre oralione et lo onse. Qual cose non vidi, però non le scrivo. El quando lo imperator fu passalo il ponte che traversava la piaza del palazo a la porla di la chiesa el cascò un gran pezo di dito ponte, et si amazò, stropiò et ieri di molle persone, siclié in gran pericolo fu il papa, imperator, cardinali, duchi, marchesi, principi, conti, baroni, el tuli nui altri. In questo mezo che li reverendissimi Ancona et Santiquatro facevano a Cesare le cerimonie, fu finito prima et terza. El poi il papa si apparò, et fu aparalo da li reverendissimi Cibo, Cesis et Cesarino sacrista, el Acolti. 11 reverendissimo archiepiscopo di Spalato leniva il libro in capo a Sua Santità, apparandosi, che legeva alcune oralione. Il reverendissimo regenle li leniva la candela, il reverendissimo sacrista li voltava le carte del libro. Tulli questi sono assistenti, perchè cussi è il solilo. Et apparato che fu Sua Sanlità si messe a seder sopra la sua sedia come è costume, coperto il viso con uno velo stellalo d’oro sotilissimo, stando ad aspe-tar lo imperador. El in questo mezo si sentiva a scopiar molli palchi et cascar persone per esser 433 41