187 Sanliquattro. Ivrea. • Hencfort. Siena. Napoli. Spinola, camerlengo. Grimani. Ravena. Malera. Santacrose. Cesis. Griraaldo. Cibo. • Cesarino. Gadi. Sanse verino. Triullio. Pisani. Mantoa. Redolphi. Doria. Salvigli. Medici. Corner ) 11 Gran Canzelier j aviano 8ole‘ numero 27. 127') Copia di una lettera di sier Viceneo Contarmi qu. sier Alvise, da Bologna, di 5 no-vembrio 1528 (sic), aerila a sier Thomaso Contarmi et fradelli. Eri vi scrissi cerca a la venuta de l’imperator a la Certosa et la lettera vi si manda qui aligata. Hozi Sua Maestà ha fato la intrata sua in questa terra, et io ho habuto uno locho in la piaza et ho potuto veder il tulio. Prima, circa a le bore 21, vene da lOOhomeni d’arme, vestiti a la liziera, tutti in ordinanza, et preseno do cantoni di la piaza, da poi li qual vene 100 alabardieri, pur ad ordinanza, qual si meseno neh mezo de la piaza. Da poi vene 10 pezi de artellaria, quali etiam fu posti per mezo la porta del palazo, driedo la qual venivano poi cerca 150 guastadori, li qual se poseno apresso l’ar-lellaria, et da poi, pur a l’ordinanza, veneno 500 archibusieri et 500 fanti cum le sue piche, tra le qual ne era il capitanio Antonio da Leva, portato sopra una cariega di veludo, qual era portalo per la piaza, el meteva il tutto a ordene, hessendo da (1) La carta 126* è bianca. MDXXIX, NOVEMBRE. 183 tutti mollo honoralo et reverito. Driedo la fanlaria poi veneno da 300 homeni d’arme sopra bellissimi cavalli el ben vestili, tra li quali li era de circa 10 capitanii, tulli vestiti d’oro et sopra belli cavalli coperti d’oro. Et intrando questa cavaleria ne la piaza, el pontefice, insieme cum li reverendissimi cardinali et li ambasalori, veneno dal palazo: el pontefice era portalo sopra una sedia, vestito al suo solilo con el pivial. Qual tutti andorono sopra uno so-laro fatto apresso la porta di la chiesia, et il pontefice andò a sentar sopra una sedia li era preparala lì in mezo, et cussi li reverendissimi cardinali et ambasadori, aspetando lì sopra el soler l’imperador. Dapoi la sopraditta cavalari.a veneno 20 corsieri molto belli de li suoi ragazi tutti veslidi di veludo zalo, da poi li qual ne erano da 40 in 50 zenlilho-meni, parte di la terra et parte de li suoi, benissimo vestili e sopra belli ea\alli. Poi li era il gran scu-dier vestito di panno d’ oro con el cavallo coperto d’oro con la spada nuda in mano, poi li era uno araldo, qual butava danari d’oro et d’arzento per le strade. Driedo el qual era la Maestà di l’impera-dor sotto uno baldaehin d’oro, sopra un bel cavallo liardo pur coperto d’ oro, ma deferente da quel da heri. Et poi che Sua Maestà fu apresso la scala di la chiesia, smontò da cavallo, et con li soi genlilhomeni et quelli di la terra acompagnato, montò sopra il solaro dove era el pontefice, qual con la barela in mano andò davanti el pontefice, et lì butose in zeriochioni et basoli el piede, poi la mano ; poi el papa lo abrazò et basolo. Da poi questo lo imperatore si buio in genochioni et parlò molle parole al pontefice, et non ostante che il pontefice li dicesse molte volte che’l si levase in piedi, mai volse, ma finì le parole sue; poi si levò et andò a senlar apresso il pontefice, et poi che steteno alquanto sentali, el pontefice si levò e andò con l’im-peralor a banda zancha,qual leniva il pontefice per el brazo, et dui cardinali tenevano el pivial al pontefice. Et cusì veneno fino a la porla di la chiesia, et lì tolse-no licentia, et el pontefice andò nel palazo, et l’impe-rador con 4 cardinali et li suoi genlilhomeni andorno in chiesia, el lì steteno un gran pezo, poi veneno fuora, et l’imperatore a piedi andò nel palazzo dove li erano preparale le sue stantie. Et poi ancor veneno in piaza più di 400 cavalli leggieri et circa altri 1000 fanti tulli benissimo a ordine. Di sopra non mi ho ricordato dirvi che apresso el balda-chin ne erano da 25 zoveni di la terra, tulli vestiti a una livrea cum sagii di raso bianco lagiadi et sotto li era pano d’ora, quali continuamente hanno