217 MDXXIX. novembre. 218 pagarsi da! camerlengo al Monte senza altro slru-ziamenlo. Stamattina e’ nostri signori X ebbeno aviso come a Montepulzano è arivato l’abatino di Farla con 300 cavalli et 400 archibusieri provali, el in su questo si è levalo non so che bando de spagnoli per ire a la volta loro, et per questa causa oggi ussì per la terra fuora una novella che e’ lanzi et gli italiani hnvevano fatto sciarra, et che in quella banda spagnola sopranominala si andavano con Dio, de che ogniuno si mise in arme, et non ne fo poi altro ; ma si è fallo una grossa scaramuza che ussì fuori dal baslion de San Georgio de molli fanti pagati fra quali ussì fuora ancora io el Scoto mori la pelle molto bene et gli rimetlemo tanlo che noi havemo tanto agio che noi mettemo fuoco nel palagio de Barduzi et dela luna de nostri non è morti nesuno che si sapia, et de nemici ne è morti circa 20 che si sa. Le cose qui de la terra vano bene et speriamo ne la misericordia de Dio che le habbino a ire meglio di mano in mano, et qui èchi vuole dare 10 per 100 che fra 12 giorni e’ nemici o saranno levati de qui o saranno rotti ; che a Dio piaccia lasciare seguire quello che è meglio. Altro non ho da dirvi. I5L* Questi sono li 5 degli Vili. San Spirilo. Lorenzo di Filippo Zoguaklini. Santa Or ose. Galileo Galilei. Santa Maria Nova. Georgio Bartoli. Andrea Sertini. Santa Liberata. Alfonso Pandolfìni. 152 A dì 11. Fo San Martin, io lettere da mar di sier Hironimo da chà da Pexaro, ca-pitanio generai, da Corfù, di 21. Zerca biscoti et altre occorrentie, come scriverò di sotto. Et perchè questa noie (o grandissimo vento et fortuna in inare, hessendo sora porto 14 tra nave et navilii, par fosse smarile 3, adeo si tien siano anegati, et da poi disnar se intese esser sta rota una nave di sier Zorzi Griti fiol naturai del Serenissimo di bolte . . . , veniva da Constantinopoli carga de salumi, la qual fo investida da un schierazo. Vene l’oralor del duca di Milan, iusta il solilo. Pi Bologna, del Contarmi orator, di 4. Come el pontefice con l’imperador hanno concluso tuor la corona lì in Bologna a dì 18 del presente, et voi mandar 10 milia fanti a l’impresa di Fiorenza con Antonio da Leva et, olirà questi è qui, etiam farne altri sei millia, siehè è fato una cosa inslessa con il papa esser stato con l’imperator. Di Brexa, di sier Polo Naniproveditor generai, di ... . Come inimici sono a Ponte Oio, Scrive zerca danari, el mandaria tanti in Bergamo. La terra, di peste, beri, ninno, et 10 di altro mal. Da poi disnar, li Savii si reduseno a consultar di scriver a Bologna, et risponder, zerca le trieve, come volemo far paxe et non Iriève eie. A dì 12. La terra, di peste, ninno, el di altro 152* mal, beri, 15. Da Bologna, del Contarmi orator, di 9. Come era stato col reverendissimo Cardinal Gran canzelier, qual liavia voluto veder li mandali, et diceva steva ben. Et eravi etiam uno altro consier di Cesare, chiamato ... ; il terzo deputato, ch’é monsignor di Prato, non potè venir per esser ammalalo. Scrive conferimenti tratati. Et comezonloche’l fu il Gran canzelier, disse quello el voleva, et che la Maestà Cesarea haveano deputalo ad aldirlo. El qual disse che la illustrissima Signoria nostra non ha-vea guerra con la Cesarea Maestà, ancora che fosse seguito qualche disturbo di arme, perchè li inimici si feva per Ire cause, o per odio, o per concorrenlia, o per timidità: et che per odio, non havevamo odio a la Cesarea Maestà, imo sempre eramo siati obse-quentissimi di l’imperio : concorrenlia, non eramo eguali a concorrer con Sua Maestà; ma poteva esser che per timidità el paura del stato si fosse sta in guerra, come si è stalo fin bora, con altre parole ben dille sicome in dille lettere si contici). Da Pexaro, di Zuan Dolfin rasonato, di ... Manda a visi di 30, da Caslrocaro, di le cose di Fiorenza ut in litteris. Da Ferrara, del Venier orator, di 10. Come il duca tien seguirà la pase, et che l’imperador li ha mandato a dimandar il passo per mandar artel-larie et zente verso Fiorenza, et che li ha fatto risponder è meglio mandarle per la via di sora. È da saper. In le lettere di Bologna scritte di sopra seguita come il Gran canzelier rispose al no-