439 MDXXX, GENNAIO. 440 302» lier avertendolo in la oration de domati fusse nomina duca do Milan, lui disse, è sia per inadverten-lia, et in la oration de liozi fo dito duca de Milan. Scrive monsignor de Praia va in Pranza, fo dal duca a tuor combiato, et li disse che l’imperador, hessendo qualche capitolo in la paxe che non li piacesse, lo conzeria. Vene l’oralor di Ferrara, et monslrò lettere del suo signor duca, si racomandava. Da poi disnar, fo Pregadi, et leto queste do lettere di Bologna, del Contarmi et del Venicr, una, nolade di sopra, et è di più come lo im-peralor ha mandato il monitorio al duca di Fe-rara che li restituissa al papa Modena, Rezo et Rutterà etc. Itevi, che Andrea dal Borgo orator de P archiduca et re di Boemia voleva si azonzesse fra li capitoli da poi stipuladi che ’1 sia nel stado mantenuto, sicome é sta messo di la Signoria, et il gran canzclier li disse non voleva metter alcuna cosa più. Di Ferrara, di sier Marco Antonio Ve-nier el dotor, orator, di primo. Coloqui Imbuti col signor duca che ’1 papa voi al tutto Modena, Rezo et Rubiera, et che P imperador gli dà ogni favor, et spiera ; tamen li ha mandato a intimar li capitoli conclusi in Cambrai. El qual duca se raco-manda a la Signoria nostra li dagi ogni favor col papa. Da Vicenza, di sier Zuan Dolfin provedi-tor generai, di ìieri. Come il capitanio zeneral ha concluso la fortifìcalion, se dia far de la terra ; voi lassar el monte fuora et strenzer la cità, qual sarà mia 2 et mezo de circuito, et rumar el borgo de..... et melerli P aqua atorno del Bachaion, qual sarà terra fortissima eie. Scrive, el duca se partirà per venir a la presentia de la Signoria nostra. Scrive, il capitanio zeneral ha inteso la deliberalion fata del cassar del conte de Caiazo, el qual lauda. Di Brexa, di sier Polo Naniproveditor zeneral. Zerca el capitanio Pozo luogotenente del £onle de Caiazo, qual lo voleva haver in le man et non ha potuto haverlo, imo li è slà date scuse grandissime. Item, scrive zerca le gente, ut in litteris. Et in le lettere di Bologna par P orator Contarmi dimandasse a P imperator perdon a li lanzi-nech ne ha servilo in questa guerra, Soa Maestà disse : « Come voleu che perdona a chi me ha fato guerra ? » Pur vederà far etc.. ut in litteris. Fu posto, per li Savi, et etiam Savi ai Ordcni, una lettera al capitanio zeneral da mar; come, ha-vendo’ inteso che ’1 capitanio Blanchardo francese con do nave et do barze è fuora, et ha trovato una nostra nave, unde dubitemo de le galle grosse, per tanto volemo oltra P ordine datoli de disarmar le galle, che lassi quel numero li par fuora, el vadino a trovar dillo corsaro facendolo disarmar, si non lo trati de inimico etc., ut in litteris. Fu preso. Da poi sier Marco Dandolo dotor cavalier, elelo di 4 oratori al papa et imperator, andò in renga se volse scusar si per la elà de anni . . . . , come per haver vendudo le so veste per maridar so ila; item è mal conditionado et aporlò che non puoi cavalcar, poi ha una lite in Rota con quelli bastardi fo fioli de Bernardin Dandolo et non sta ben lui vadi. Et a questo el Serenissimo li fè dir parlasse su la cosa. Et cussi exorlò fusse acetà la soa scusa. Et poi el Serenissimo se levò, et li rispose, dicendo doveva andar ad ogni modo, et non si dia acetar la scusa, perchè cussi voi far li altri oratori electi come sarà fato di questo, et il papa el P imperador P haverà a mal, dicendo, li Consieri per ben del slado non dia meter la parte, con altre parole, con colera, che P è una vergogna questa. Da poi li andò a risponder sier Matio Dandolo 303 di sier Marco sopradilo, qual vien in Pregadi per danari, et parlò ben in excusation de suo padre, siche fo laudà da molti, è tamen li Consieri, 5 di loro non volseno meler la parte, et fo balotà li Savi, sicome dirò di sotto. Fu posto, per li Consieri, Cai di XL et Savi, che hessendo rimasto sier Gasparo Contarmi, è orator apresso il pontefice, savio del Conseio, che li sia resalvà a intrar zonto el sia in questa cità, et in loco suo se ne elezi uno altro savio del Conseio ut in parte, et fu presa. Ave : 186, 16, 5. Item, fu fato zurar la conseiaria a sier Alvise Mocenigo el cavalier savio del Conseio, per far in loco suo .... et cussi a li altri, el qual ussì de Collegio. Da poi balotà li Savi, i parenti de sier Marco Dandolo andono a li Avogadori et mostrò la leze li Consieri è ubligadi a meler la parte al Conseio ; unde li Avogadori mandono a far comandamento a i Consieri meleseno la parte overo poneseno la sua opinion in scritura, et a la fin fu posto, per sier Lorenzo Bragadin el consier solo, la parte di acetar la scusa di sier Marco Dandolo dotor cavalier, ut in parte. Et iterum il Serenissimo si levò et contradrse a tal parte, exortando il Conseio a non la prender, et non dise molle parole, ma chaè gran importanti questo acetar di scusa. Andò le parte: 2 non