313 MDXX1X, NOVEMBRE 314 Sier Piero da Molili fo al luogo di Procuralor, qu. sier Ilironimo . 247.038.885 Sirr Nicolò Malipiero fo provedilor al Sai, qu. sier Tomaso . . . 385.490.875 Sier Filippo Vendramin, qu. sier Lunardo........ 360.528.888 In questo zorno, poi disnar, il principe di Mei-fe’ (tessendoli nassuda in questa terra, poi venuto con la moglie, fo Camola . . ., alozado a S. Si-mion grando in ehà Scharelli, una pula, la feee ba-lizar in dilla chiesia ; fo suo compare sier Piero Landò fo capilanio zeneral da mar. 17* A dì 29. La lerra, di peste, beri niuno, et di al Irò mal 6. Vene in Collegio l’orator del duca di Ferara, nulla da conto. Vene l’oralor del duca di Urbin etiain per cose di poco momento. In Quaranta Criminal fo dato laia, per parie posta per li Avogadori di Comun, a chi acusarà quello et quelli hanno ferido su la faza a bore 2 de note, per mezo la porla del fonlego di Todeschi, sier Andrea Grili di sier Domenego a dì..... de l’inslanle, videlicet lire 3000, e si uno compagno acusi l’altro sia assolto ut in parte, et fu presa ; tamen per la terra si motizava era sta sier Polo Trun di sier Santo, fato o fato far, perchè l’altro Gran Conseio si disseno villania insieme, et il Grili li disse « becho foluo. » Hor presa dilla parte,subito sier Vicenzo di Prioli qu. sier Lorenzo soeero del ditto sier Polo Trun andò a 1’ A vogaria a manifestar che era sta esso sier Polo Trun che li havia dato, era con lui un fio de Zan Polo et... , unde li Avogadori disseno bisognava che ’1 se apresentasse. Di sier Zuan Viiuriprovedìtor generai, da Tranì, fo lettere, di 10 di questo. 11 su miliario dirò di sotto, ma sopratutlo dimanda danari da pagar li fanti. Da Ravena, .di sier Domenego da Mosto proveditor, di ... . Manda un reporto de uno suo, stato a Castrocaro, qual parlò col messo, dicendo non li voler dar lettere esso governator fiorentino, perchè uno portava lettere fo preso, poco era, dal barìsello del papa et apicato, ma li diceva a boca che havia aviso Fiorenza si leniva virilmente et che inimici doveano venir a Castrocaro, et non li slimava. Da poi disnar, fo Pregadi, et telo le lettere venute in questi zorni. Fu posto, per i Savi, una lettera a sier Polo Nani provedilor zeneral, in risposta di soe, che ha-vendo inteso come quel capo di sguizari nominato . . . . , havendo inteso inimici venivano a tuor Bergamo, da se, con 400 fanti, era venuto in aiuto di dilla città, et inteso non esser bisogno havia re-mandà li fanti indriedo, el lui era venuto lì a Brexa dal capitatilo zeneral et esso provedilor ; per tanto, havendo a grato tal operatici), volemo che ’1 ditto provedilor lo debi rengraliar, dicendoli leniremo a memoria questo, e quando l’acaderà l’operaremo, el li debi donar ducati 200 ut in parte. Fu posto, per li Savi del Conseio d’accordo, una lettera a sier Gasparo Contarmi oralor in Bologna, in risposta di soe di 24 et 26 zerca li tralamenti di la pace fatti di li con li 3 deputati per Cesare, intervenendo il pontefice, et visto li capitoli hanno fallo senza cavar fuora il danaro, per tanto li dicetno nostra opinion esser far la paxe et liga come li have-mo scrilo, videlicet daremo al papa Ravenna el Zervia, a Cesare le lerre tenimo in la Pitia con le artellarie, come erano queste lerre quando le ioles- semo, item, a conto di.....milia ducati senio conienti darli questo Nfldal ducali 25 (milia) el il resto ogni anno, et in reliquis a quanto fo concluso in la capitulation de....... . Fi sopravene, questa lettera volendosi ballolar, lettere di Bologna, di sier Gasparo Contarmi et sier Gabriel Venier oratori, di 27, hore 4. Como in questa matina era stato il presidente dal signor duca di Milan domino .... con li tre deputali a la pace, videlicet Gran canzelier, monsignor di Granvilla et monsignor di Prato, et parlato insieme, quali domandano prima, volendo il duca restar in stato, ducali 50 milia et poi altri danari. Il presidente disse: «Quanti?» Et loro voleva lui dicesse, qual disse 100 milia, et loro dissello 300 milia, et voi cauzion lenir le forleze di le terre fin sia pagato. Lui disse che non saria duca uè poiria scuo-der per pagarlo non havendo le forleze, con altre parole hinc inde diete. Da poi loro oratori fono dal duca, qual li disseno questi tradimenti ; unde poi disnar loro oratori fono dal papa, et il Venier li basò il piede dicendoli di tal richieste fate. Il papa disse : « Mi ho pensalo una cosa, che le fortezze rimangi in man del prothonolario Carazolo fin lo pagi, et pur che si possi far. » Unde loro oratori re-baleleno questo, dicendo non è di farlo perchè non saria duca, ma uno arsii in quel slado, con allre parole.