537 MDXXX, GENNAIO. 538 361 Copia de una lettera da Bologna, di sier Alvise Gradmigo orator, di 24 zener 1529, scritta a sier Alvise Gradenigo qu. sier Andrea Hozi eh’ è luni, laudalo Idio, tuli li durissimi oratori et io siamo agiunli, con molli seneslri et pioze et fangi grandi, al desialo loco de Bologna, dove che siamo sta inconlrali da Iute le fameglie de li reverendissimi cardinali, el da poi giunti acep-tadi da li messi de la Cesarea Maestà cum molte amorevole et dolze parole, che luto è sialo cum honor di quella excellenlissima republica. Doman si provederanno di le audientie nostre, et se farà quanto per la illustrissima Signoria n’ è slà comandato, cum far l’oficio che debitamente far si deve. Bene ringratio la maestà de Dio, eiapresso la san-lità del Noslro Signor, el etiam la Cesarea Maestà che F habia dimoralo fino al gionger noslro, eli’ è sialo causa che fato li offici debiti a nui imposti, potremo di brevi ritornar a la pairia ; el se senislro alcuno haveremo habulo el polremo facilmente tollerar. Idio vi habbia in la sua bona guardia. Capitolo di lettere di sier Gregorio Pizamano proveditor a Cividal di Friul, de 21 zener 1529. Da nuovo de qui altro non è, se non che questi nostri da puocho vicini todeschi, vicinano pegio hora che quando era la guerra, et fanno mille pazie conira alcune ville suhdile al palriarchato de Aquileja, qual hanno in questi (empi de guerra, el hora ritornate al palriarchato per la capitulatione de la pace, qual sono andati in Aquileja, così rechiesli da quel podestà, a darli ubidienza, che eerlo dimostrano un mal animo. Et come scrissi, da poi seguila la pace, hanno prohibito che non possiamo haver nè carne, nè allra sorte de viclualia, che ci è di senestro non puoco ; pur al lor dispelo non moriremo da fame. 362') Copia de una lettera da Bologna, di sier Alvise Gradenigo orator, di 26 zener 1529, scrita a sier Alvise Gradenigo, qu. sier Andrea. Hozi con grandissima pompa et fusto, vestili come ne era imposto dal Senato, cop li manti, mol- (1) La carta 361* é bianca. to magnificamente siamo andati a la Santità pontificia, cum grandissimo numero de persone che 110 acompagnavano a cavallo cum solenne ordine, el qual veramente era manifesto segno de maximo gaudio de luti li ciladini. Et cussi acompagnati da molti episcopi et prelati, cum soni de trombe et tamburi, sscendessemo le scale del palazo cum tanla moltitudine de genie che non era possibel mirarvi. Pur con fatica fussemo conduli in una camera, et lì alquanto dimorassemo. Poi, per el maeslro di le cerimonie, fussemo introduti nel concistorio avanti la Santità del Summo pontefice, nel quale era tanla gente che apena si poteva entrare ; pur entrassemo, el prostrali deosculassemo li piedi del pontefice, el qual era di tal cosa tanto aiegro et iocundo che non solamente volse li fusse basciato li piedi, ma etiam se dignò de abrazarne, cosa invero de molla liu-manitade el clemenlia, et ne mostrò gratissimo et Immanissimo segno de maxima alegrezza, che in vero Soa Santità mostra esser clemente come etiam porla el nome. Nel qual loco era grandissimo celo di cardinali et episcopi, avanti el conspeto de quali el durissimo missicr Laurenlio Bragadeno recitò una gravissima et luculentissima oralione, cum molla satisfatene nostra et di lulo el populo. Et fulli'risposto brevemente con gratie infinite da uno cubiculario de Sua Santità, ringratiando da parie del beatissimo padre gratie infinite ftc. Et iterum, da poi questo, deosculassemo li piedi de Soa Santità ; deinde subsequendo tulli li gentilhoriieni era cum nui et poj tute le fameglie nostre fino al mi-nimo; el qual cum gratissima et Immanissima f.iza siete fino che tuti hebbe compilo di basar li soi piedi. Poi Soa Santità se parli cum nui insieme per andar a dispogliarsi li vestimenti, et il alarissimo missicr Antonio Suriano !i leniva la coda, come orator el qual ha da far residenlia apresso Soa Beali-tudine. Beinde havula licen.lia da Soa Santità se partissemo cum grande alegrezza et gaudio, acompagnati da grande numero ile gentilhomeni et ciladini luti a cavallo in ordine, clic excedevano la sum-‘ma de 400 cavalli, mostrando inxuperabile alegreza .cum trombe et tamburi, el acompagnati da molli fanti de la guardia, cum mirifico modo, poi arivas-semo a lo alogiamenlo dd alarissimo missier Luu-renlio Bragadino, come quello che haveva la stanzia più ampia et magnifica. Nel qual loco havevamo ordinato un ampio el magnifico convito, nel quale intervenne pur assai episcopi et grandi signori et prelati ; dopo el qual convito vene soni, musiche, Estranienti di varie sorte, buffoni et altre galanta- %