G79 MDXXV1I, AGOSTO 680 Die 29 Augusti 1527. In Bogatis. Ser Filippus Truno, Ser Jacobus Cornano, Ser Hironimus Grimani, Provisores et executores super impresi ita. Sono stà fnlte diverse deliberalion in queslo Conseio, de obligalion de dinari de le camere nostre da terra ferma per restituir a quelli prestavano a la Signoria nostra per il suo remanir ne li offici et rezimenti a li tempi, et secundo la continentia di esse deliberalion, con fermo presuposito veramente che ne havessimo la sua debita execution aziò la fede, publica data ad ogniuno li fusse etiam man-legnula ; et ne li precedenti mesi aproximandosi el tempo di le rato da esser pagate per le camere prefate, furo electi in questo Conseio tre Provedilori sopra il dinaro di esso imprèstedo,'quali haver do-vessino precipuo carico che li denari deputati a li tempi sui fusseno pagati et dati secundo le rate a li creditori ; li qual da poi elecli, se ben hanno usa ogni possibil diligentia et scritto più et più efficaze lettere sì in nome de la Signoria nostra come de l’officio suo a li rectori per la exborsation del dinaro obiigato ; et tamen, dove fino bora per le rate scorse si doveria haver scosso ducati 12 milia, non ne hanno havuto salvo 4000, unde conviensi a la fede del Stato nostro data a quelli che hanno prestato il suo dinaro, de venir integralmente a quelle provisione che siano per esser causa de mantenirla a cadauno, però ; L'anderà parte, che per auctorità de questo Conseio, sia imposto a tutti li rectori nostri a le camere de le qual sono stà ohligate ditte rate de la restilution de li impreslidi, che debino mandar a li tre Executori nostri sopraditti lutti li denari de le rate scorse fino a questo giorno, sotto pena a ea-daun de essi rectori de ducali 200 d’ oro da esser mandati debitori a palazzo, nè possino esser depenati se non haranno integralmente satisfatto ditti ducati 200 a l’Arsenal. Sotto la qual ¡stessa pena etiam incorer debano ditti rectori quando non mandasseno le rate che de coetero veniranno, ¡usta la forma de le obligalion prese per questo et per el Nlazor Conseio; de le qual pene non si possi far gralia, nè suspension, salvo per parte posta per li Conseieri, Capi di XL, Savii del Conseio et Savii di terraferma, et presa cum qualro quinti di le ballote di questo Conseio congregato da 150 in suso, servata sempre l’autorità de Avogadori nostri di Co-mun. Et non se intendi presa la presente parte se la non sarà presa nel nostro Mazor Conseio. f De parte 119 De non 19 Non sincere 0 Die prima Septembris. In Maiori Consilio. Consiìiarii et Capita de Quadraginta. Fosita pars suprascripta, et fuerunt. f De parte 872 De non 297 Non sincere 6 A dì 29, Zuoba, fo San Zuan Digolado. La 455 matina, fo lettere del campo di Lutrech, di l'ora-tot Pexaro, date a .... a dì 25, hore .... Come quella mattinali campo si levò da Frega ruoli et venuto uno mio luntan di la terra di Alexandria, et damatina si apropinqueranno et la voleno baler da do bande ; la qual terra è forte, et vi è dentro il conte Zuan Batista da Lodron con fanti 1600 et più, nel numero di qual sono 600 lanzinech. ltem, scrive Lutrech, ha scritto in campo nostro li mandi 4 canoni, 2 eolobrine et polvere per tiri 100. Item, guastadori .... ; etiam si mandi a tuor li 6 pezi nostri di artellarie sono in Piasenza. Item, scrive esser z&nti da 3500 fanti nuovi a Lulrech, li quali ha fatto restar mia 8 luntano per farli la monstra. Di campo, da Marignano, di 27, hore 17, del Proveditor generai Contarmi. Come Porator Pexaro li ha scritto et richiesto ditte artellarie; a tulio è stà provisto, et le manderano con bona scorta. Item, che li spagnoli erano iu Novara, sono partiti. Da Udene, di sier Zuan Moro locotenente, di 25. Qual manda lettere haute di Gorizia et uno reporto zerca li turchi, quali erano mia 15 luntan di Gorilia. La copia sarà qui avanti. Vene in Collegio il Legato del Papa et monsignor di Baius orator del re Christianissimo, uno avanti l’altro, ma tutti do fono a un tempo. Parloe zerca il governalor di Ravenna era per il Papa nominato domino . . . ., qual è qui, et voria tornar a Ravenna et haver una lettera di la Signoria che ’I tornasse. 11 Serenissimo li disse non bisognava altra