523 MDXXX, GENNAIO. 524 hessendo circa hore 23, esso locoleocnte agionlo in dicto loco di Romano, di dove poco lontano si «ritrovavano le gente nemiche, li fu per quelli di Romano chiuse le porle et negato l’ingresso de quel loco, cosa che era con manifestissimo pericolo de miserabilmente perder tutta quella fiorita cavallaria, che quando el fusse occorso seria stato di acerbissimo dolor a Vostra Serenità per li bisogni soi et di perpetua nota ad esso locotenente. Da li quali rispetti sforzato, li fu necessario veder di poter introdursi ne li soi allogiamenti et conservarse a beneficio de Vostra Sublimità ; et intrati, non si troverà mai con verità che sia stà operalo 'injuriosamente con il magnifico podestà di quel loco. Vero è che, hessendosi partita sua magnitì-centia lassando la rocha ne le mano de quattro villani, et havendo quella una porta ditta il soccorso per la qual poleano inlrodur chi li piacea, geloso esso locotenente per li inimici che propinqui erano, per assecurarsi tutto a beneficio et couser-vation del stato de Vostra Serenità, instò in essa rocha, ne la qual restò ancor di quelli che vi erano quelli che volsero. Nè de lì fu sachegiato, nè tolto cosa alcuna, salvo che, se per il mangiar et bever li fu bisogno, tolsero di quello ivi se attrovava ; et ogni hora che a Vostra Sublimità piaquia esso locotenente mio desidera per questa imputatione personalmente presentarse dove quella comandará, per justificar in queslo dumtaxat li casi soi. Et Vostra Sublimità sapientissima potrà cognoscer le opposition formate senza le juste defensión de li accusali quanto siano periculose. Et perchè ho deliberato le cose eh’ io ho udite esser contra de mi addute non passino mai senza le justificación mie, a quello che di propria bocca di Vostra Sublimità, Principe Serenissimo, ne lo excellentissimo Collegio mi fu inlrodutto, sicome con verità ivi li rispoxr, così per perpetua memoria qui in scriptum dico che, hessendoine opposto io haver sottoscritto di man mia ad alcuni mandati directi vi ne le valle bergamasche, dico mai queslo si potrà con verità ritrovar ; el ha-vendo richiesto mi fusseno mostrali, non furono ritrovati. Et se alcuno mai si dicesse arilrovarsi, si arilrovino idonei testimoni che .eognoseano le lettere mie ; et si potrà etiam ritrovar de le vere litere di mano mia, le qual si affronteranno con quelle, over testimoni diranno che tal sotoscrilion siano di mano mia, confesso meritar ogni extrema riprensione. Ma mai questo si ritrovarà. Ma se ’1 si vorà usar diligenlia di trovar chi habbino pre- sentati essi mandati, necessariamente da poi se potrà venire in la origine di quelli, et di cui ordine seranno stà comessi, il che farà senza dubio intender, a Vostra Serenissima Signoria, che in faculta di molti è poter meter in odio apresso Vostra Sublimità li boni et fidelissimi servitori soi contra ogni verità. Et cussi suplico quella vogli, et per testimoni e per comparation di lettere el per la oiigine di essi mandati, certificarse de le operatiou mie. Le qual etiam son stà accusalo oponendomi 10 ogni giorno haver haulo grandissime contribución, et similmente li mei, conira ogni verità. Perchè mai io, hebbi altra conlribuciou che de li cavalli 250 et de li 25 per la caxa mia secondo li capitoli mei. Et tulli li mei altri soldati hanno hauto la limitation secondo li è stà consígnalo dal collaterale generai ; non excedendo in tutte cose quanto haveano tutti li altri soldati in bressana, bergamascha et altri lochi, immo contentandosi di mollo meno, come il lutto si pò con summa verità justificar a Vostra Sublimità. Per le qual altre cause sono con me venuti a li piedi di Vostra Sublimità li capitanei el molti homeni mei, quali tulli sono insieme con la persona mia per difendersi legítimamente da ciascaduna opposition fatta 11 fusse, et non justificando li casi nostri, insieme siamo promptissimi soslenir ogni emendation che a la Vostra Illustrissima Signoria parerà meritar li errori che non fusseno limpidamente expurgati. Ben mi doglio che ne la città di Bergamo mi sia occorso ritrovarmi a tempo che etiam da peste era oppressa, et li cittadini di quella, per timor, abandonavano le caxe proprie, in le qual filtrando poi li soldati manzavano forsi et bevevano di quello vi si atrovava, et tanto più non essendo pagati, del che, causando magior danno de tali, sono poi risultati lamentatione di molli ; ma non che rapina el violentia li fusse alcuna usata. Et voria mi fusse licito personalmente in questo illustrissimo Senato justificar le cose mie, et dichiarir molte et molte cose che in scriplura inlrodulle generariano troppa longeza et tedio. Benché non lasserò l’altra opposition che mi fanno, eli’ io non sia, essendo in Bergamo, cavalcato contra li inimici el Paulo Luzasco che in quella parte si atrovava, perchè a questo dico, illustrissimo Principe, che ritrovandome in essa cillà con mollo minor numero di gente di quello credeva Vostra Sublimità, dovea necessariamente esser mollo oculato et cir-cumspelto, raímente teñir ordine le gente, guardie necessarie a quella, che fusse sicuro da qualche