235 MDXX1X, NOVEMBRE. 236 Lettera di 9 ditto. Dal signor Antonio da Leiva ho inteso, che ’1 duca di Milano si conlenta lassar el castello de Milano et Corno a lo imperatore, purché Sua Maestà li depositi al signor marchese del Guasto, che egli poi vi metti li capi et soldati che gli piacerà ; se spera che l’imperator non se ne scontenterà. Ma tra Sua Maestà el Venitiani vi è difficulià per li con-163* fini del Friuli, el heri fu expedilo al re di Hongaria per intender il voler suo in questo particulare. Il signor Antonio prefalo lien per certo che tulle le donalione fate per lo imperatore nel slato de Milan habino ad esser valide, et anche gran parte di quelle che esso signor Antonio ha confiscate, ancor che ’1 Gran canzelier sia d’altra opinion. Lettera di 11 ditto. 164 A dì 16. La terra, heri, niun, di peste, et.... di altro mal. Da Bologna, del Contarmi orator, di 12, vene lettere............. 164* ^ene legato del papa in Collegio, el disse come il pontefice li havia mandato uno brieve, aziò l’apresenlasse al Serenissimo, con altre parole del bon voler del pontefice a far siegya la pace, da poi che se li dà le so terre Ravenna et Zervia, et poi fo lecto dito brieve, dato a Bologna di . . . di queslo. In conclusion si contien che........ Vene in Collegio il principe di Melfe, di casa di Picolomini (Caracciolo) nominalo . . . , di elà di anni 42 qual è partito de 1« Puia con soa moier et brigala zerca persone .... Li do soi fioli andò prima in Franza. Queslo havia stado in Reame intrada per ducali... a l’anno et è anzuin et, visto queste revolution et restituitoli si fa de le terre acquistate, è parlilo col suo haver, et venuto qui insieme col signor Camillo Orsini; alozato a San Simion, in chà . . . ; el qual vene acompagnato da 4 Savi di terra-ferma. È homo in ciera bianco, monstra meninco-nico. El sentalo apresso il Serenissimo disse : . . Da poi disnar, fo Pregadi, per scriver a Bologna, et tutti erano aliegri,, con speranza presto seguirà la pace; ma l’orator di Fiorentini et fiorentini è mollo de mala voia. Di Baspo, di sier Zuan Friso capitanio, data'a Pinguento, fo lecto una lettera di 8, copiosa. Del successo di Viena zorno per zorno, la copia sarà scrila qui avanti. Fu posto, per li Savi, hessendo venuto in questa terra el signor principe di Melfe, qual si ha operato a li servici nostri in Puia, per tanto li sia fato uno presente in tanti arzenti, per valuta di ducali 250, ut in parte. Copia di una lettera scritta a la Signorìa nostra per sier Zuan Friso capitanio di Ba-spo et del Pasnadego, data a Pinguento a dì 8 novembrio 1529. Serenissime Princeps et domine, domine excellentissime. Hessendo publica voce de qui, el campo turche-sco essersi retirato da Viena, tamen per persona fide digna, qual vien di sopra, ho inteso e! campo turchesco esser ancor solo Viena, et che in una scaramuza fu morto una buona quantità de turchi, a questi confini si stà cum grandissima paura, perchè el se dice il vescovo di Xagabria dover corer con alcuni turchi, sichè tuli stanno con grandissima suspectione, et simile per li martelossi che liozi si ha sentito alquanti colpi de artegliaria, el questo per una imboscada de grande numero de epsi mar-lelossi. Scrivendo le presente, hozi sul tardi ho sentito trar alguni colpi de arlellaria a Luppogravo; 11 Christianissimo ha scrito a lo iinperador, che P è contento exborsarli per tuto zenaro proximo 400 milia scudi, et restituirli al presente...... Aste et Barlela, mostrando volerli esser buon amico et fradello, et ha ricercalo che la restilution de figlioli si faccia a Narbona et non a Fonterabia, perchè in Baiona et in quelli contorni è stata la peste grandissima, di modo che’l non polrebe honorar la regina come la merita conducendola per quella via, et già ha mandato il visconte di Turena a levarla. L’imperator è conlento et li ha rescrito molto amorevolmente, il che ha fato crescer quà la speranza che ’1 Christianissimo sia per venir a Turino. La magior diffìcultà che resta Ira l’iinperador el il duca è sopra le donalione fate nel stato de Milano, maxime per il signor Antonio, qual ha produto nanti l’iinperador et il papa li privilegi soi, per li quali consta che ciò che l’ha fato è tanto valido, quanlo se fusse fato per Sua Maestà, et tal donation ascendono a la summa de 150 milia ducali d’intraia a P anno.