341 MDXXIX, DICEMBRE. 342 Vene l'orator del duca de Urbi». In questa malina, in Quaranti;! Criminal, parlò sier Jacomo Simitecolo avogador di Comun, et rispose al Fileto, et non compite. Si sforzò mostrar è caso pensado, et la Chiesia non difende questi tali, cargandolo mollo forte; domali compirà. Et non volendo sier Zuan Francesco Mocenigo venir per difenderlo, sier Marin Justinian avogador li fé metter pena 100 ducati, venisse el parlasse per lui, el qual volendo scusarsi, a la fin vene et siete aldir, et risponderà a l’avogador. Ila poi disnar, fo Conseio di X con la Zonla. Fu posto, una gratia, di uno qual ha uno oficio a la becharia, el voi da poi la sua morte sia di suo fiol, et dà ducati .... Fu posto, una gratia de uno Dardi Cavaza, qual ha uno ofìzio a Vicenza, videlicet---- Fu posto, una gratia di Stefano Bontempo ra-sonato di la Signoria, che per sue fatiche, dà ducali 100, possi ha ver uno oficio il primo vacante, et ballolà do volte non fu presa. Fu posto, che quelli zentilhomeni fono mandati a le porte, non hessendo più bisogno, el Collegio habi libertà de darli licentia quando et come li parerà. Fu ledo uno processo di un caso di Vicenza, di quelli del Sai con quelli di . . . . , et preso el dillo caso sia comesso a 1’ Avogaria, et questo fo nel Collegio semplice. Da Bologna, di sier Gasparo Contarmi orator, di 8. Come era stato con li deputati et, parlato insieme, li hanno richiesto che la Signoria fazì gratia a Paulo Luzasco. Item, zerca il capitolo del duca di Urbin, che .... Item, scrive esser venuta nova a l’imperador che l’imperatrice in Spagna havea parturito uno Boi maschio, sichè 1’ ha do maschi, et ... . Item scrive, de Fiorenza esser aviso, come le zente cesaree ha- veano preso uno castello, chiamato...... Ira Pisa et Fiorenza, per forza, dove era dentro 400 archibusieri. . A dì 11. La malina. Non fo alcuna lellera da conio di farne memoria. Vene l’orator del re d’Ingalterra, et inonslroe una lettera habula da Bologna dal cavalier Caxa-lio suo fralelo orator etiam del re, qual (ha) aula, di Anglia, con l’aviso de la privation del Cardinal Eboracense, mollo copiosa de quelli successi. La copia sarà scritta qui avanti. In questa matina, in Quarantia Criminal compite de parlar sier Jacomo Simitecolo l’avogador et parlò molto saviamente, moslrando questo caso esser tradimento et homicidio pensado el latrocinio, et la Chiesia non li difende. Mostrò che quelli casi di quel Pasqualin piscaor che fo rimesso in chiesia non è simile ; quel de la Misana che amazò so marido, fo presa a. Sanla Marta, el patriarca la richiese, et li avogadori vene al Conseio, et messe la parie, quel di Thonià de Scardovara etiam non è a proposito, perchè non è caso simile. Cargando molto li XL a far una leze aziò si possi viver seguro in caxa soa. Marti, a dì 14, parlerà d Mocenigo avocato. Et, intendo, hanno ottenuto una inibitimi dal patriarca nostro, atento è slà preso in loco sacro. Da poi disnar, fo ordinalo Collegio di la Si- 235* gnoria con li Cai di X, per aldir la diferentia tra Francesco Sovergnan con i fioli fo de Hironimo Sovergnan zerca li beni fo dì Antonio Sovergnan rebello. El parlò prima uno domino Ilironimo da Coloredo dotor, per nome suo et de alcuni altri capitanei, quali voriano li ditti beni per refazion de soi danni, et parlò benissimo. Li rispose Santo Barbarigo avocato di fioli fo dì missier Hironimo Savorgnan. Poi parlò sier Zuan Francesco Mocenigo avocalo di Francesco et ... . Sovergnan. Poi parlò sier Andrea Manolesso avocalo di castellani, et poi Santo Barbarigo, et poi el Mozenigo ; sichè disseno tulli quello volser.o. Da Bologna, vene lettere del Contarmi orator, di 9, et di sier Gabriel Venier orator, etiam di 9. Come il duca de Milan havendo inteso che Antonio da Leva non voleva fusse messo in li capitoli che li beni de foraussili de Milano siano stali alienali, tutto sia revocato, andò da lo imperator a dolersi di questo, dicendo le sue ra-xon et l’imperador disse che ’I parlasse al papa di questo, et cussi parloe, Soa Santità disse questo si conzerà, zonta sia la risposta de Venelia. Item, zerca el duca dì Urbino non volemo far preiudilio ad Ascanio Colonna che pretende quel slado, volendo etiam se resalvi al dillo duca le raxon 1’ ha nel ducato di Sora. Item, come li cesarei voleno li ducati 5000 a l’anno per tutto il tempo che manca a darli, videlicet dal 1523 in qua che non è slà pagati, et l’orator disse questo tempo è slà la guerra et non dovemo pagar, et esso orator ha dimandato ad alcuni dolori le gesta di questo, quali li hanno dito la Signoria non esser ubligata a darli nulla, sichè questo capitolo, non volendo loro, si potria farlo decider de iure. Da Ferrara, di sier Marco Antonio Ve-