595 MDXXVH, AGOSTO. 596 lentia, che li furono mollo grate. Fama universale è bene che’l Viceré vera in campo, il quale campo, cioè la infantaria spagnola et lodesca, è alargata fra Narni, Terni, Orla et quelli altri circumstanli lochi. Et perchè narnesi li haveano iniurià con non li dare nò vilualie né adito, l’hanno presa per forza, svalisata et abrugiala. Si dice anchor, che’l signor Horalio Baglione è a Spoleli con 7000 fanti di quel paese, ma non so se sia vero. Tornato il signor Ferrante alla zente alla qual è sta pagala la summa 30 milia ducali con quelli che sono rimasi ; dico rimasi perchè molti ne sono morii da pesle et molti se ne sono andati, li quali dicono però che ritornerano, se ne sono venuti a Tivoli, et io insieme con sua excellenlia, che havea da negòtiar alcune cose in Roma, et maximamenle da ringraltar la Santità de Nostro Signore per il cappello mandalo a Monsignor reverendissimo et illustrissimo, sono anche io venuto, et col mezzo del signor Archone son slato a basar il santissimo piede di Sua Beatitudine. Il signor Archone solo è rimaso in questa terra, chò tulli li altri che non sono morii da pesle, se ne sono andati chi in qua chi in là. Il signor principe de Orange era a Neppe et il signor Morone, et il signor don Hugo di Monchada è in un giardino presso Gaieta per liberarsi dai suspelto in che è per la morte di forse 12 de li soi di casa. 11 signor Ferante questa sera anderà a Tivole, et io con sua signoria, perchè nissuno resta in Roma. 11 povero signor abate di Nazara zà olio zorni mori de pesle, et si dice la portò de castello ove ha morti doi de !i primi del cardinale Rangone. In casa de Monte, de Ravenna, de Farnese ne son morti, de maniera che in ogni loco è una tanta estremilade che n%i poiria esser più. • A dì 5. La malina ; fo la Madona et San Do-menego. Li oflìcii non sentano; ma le botege sono aperte et il Fontego, et vai la farina lire 12 il slaro la mior. Vene in Collegio 1’ orator di Pranza, et ave au-dientia con li Cai di X. Vene 1’ orator di Anglia, qual etiam fo con li Cai di X. Vene l’orator di Milan, con avisi li manda il Duca, che adì 28 era zonlo in Aste francesi, zoè monsignor di Agrimont. Vene l'orator di Mantoa, el eomumcoe avisi di campo di 29, et di Roma ; il sumario sarà qui avanti. (1) La carta 395' é bianca. Vene missier Baldo Antonio Falcutio orator del duca di Urbin, al qual per il Serenissimo li fo dillo la deliberalion del Senato data a la signora Du-ehessa, che vadi a Padoa a risanarsi. Dapoi disnar fo Collegio di la Signoria et Savii reduto in Gran Conseio ; et fonno su cosse del sai, intervenendo daziari di Treviso, et uno mercado voi far il duca di Milan. Del campo, da Riozo, del proveditor gqneral Contarmi, di 3. Zerca danari. Di Brexa, di sier Piero da dia da Pexaro procurator, orator, di .... Del zonzer lì, et partiva per li Urzinovi. Noto. L’orator del duca di Milan mandò al Serenissimo uno aviso haulo da Lodi dal suo Duca, qual ha di uno suo è a Pedimonti di 29. Come monsignor di Lutrech era parlido di Lion adì 23, et veniva a grande zornate in Aste ; et che’l conte Pielro Navaro era atorno uno castello chiamalo el Boscho dove erano dentro 300 spagnoli. Et che in Alexandria era miralo il conte di Lodron con li lanzinech; el che Antonio da Leva voi tenir solum Milan et Pavia. ' Adì 6. Fo San Salvador. Vene in Collegio il Legalo del Papa per.......... Vene l’orator di Fiorenza. Di campo, da Pontenuovo, del Procurator et proveditor generai Pixani, di 2. Confusion in campo per non esser pagati ; et francesi mulinavano. El Capetanio zeneral mal disposto a far cosa bona, rechiede denari ; el de inimici, sono verso Todi. El principe de Orangie é andato in Siena per veder di sedar quelli tumulti ; et altre particu-larità. Dapoi disnar fo Collegio del Serenissimo, Consieri et Savii, et si reduseno in Gran Conseio, et fono con li Proveditori al sai zerca dacieri di Treviso. Del Proveditor generai Contarmi, vene al tardi lettere, date a lìiozo adì 5, hore 16. Manda una lettera hauta da Piazenza. La copia è questa qui sotto scritta. (ilarissimo signor Proveditor, Sibene mi persuado vostra signoria habbia più spessi et più chiari avisi, pur non ho voluto mancare scriverli questa mia breve, aziò la intenda che in questa bora, per messo expedito per monsignor di Lutrech al conte di Caiazo, intendo che sua ex-