1=21 MDXXVII, MAGGIO. m ducati 300 rimanesse zudexe di Proprio, et è morto I avanti l’intri in 1’ officio, voi che ditti ducati 900 l possi scontar in angarie......, sicome fu concesso ai fioli fo di sier Domenego Ruzini, che morite. Fu presa. Fu presso di disfar alcune artellarie grosse sono in I’ Arsenal, zoé pezi . . . . , et di quel metallo far cannoni et altro. Fu preso dar trate di formenti ad alcune terre che hanno gran penuria, zoè di la parte di fuora, di gran grosso. Da Bergamo, di reofori, di 15. Come hanno, Antonio da Leva in Milan volendo inlrar in castello, quel castelan, che é francese, non ha voluto, ltem, in Milan si fortificava la terra. Bi Andrea Bosso secrefario, di 14, fo lettere, da Prxaro. Del suo zonzer li, et voria licen-tia di venir a repatriar. • Noto. Se intese la duchessa di Urbin, è in questa terra, è stata a visitar I’ oralor cesareo don Alfonso Sanses, et lui è stato a visitarla lei; il che, chi l’intese, non li piacque tal cosa. Noto. Sier Zuan Boldù savio ai ordeni, con li-centia di la Signoria nostra, è andato podestà a Por-denon, messo per il signor Livio Liviano. 78 Ba Firenze, atti 13 di Mago 1527, al signor marchese di Mantoa. Vostra excellenlia sarà avisala, come le ultime lettere di Roma furono de 3 del presente, et per essere meglio informati, questi signori mandorono un giovane assai pratico et animoso, perchè se conducesse tanto olirà quanto si potesse. El quale è tornato questa mattina et non è passato di là da Otricoli, dove si fermò il conte Guido con le sue gente, perchè, essendo il Limi del caso di Roma inviato a quela vo'ta, longi 6 milia, intese la perdita del Borgo et di tutto Transtevere et si consigliò tornare a Otricoli la sera, dove era, secondo questo huomo referisse, arrivata grandissima quantità di victualie de la Romagna. La mattina sequente, tornò de qua dal Tevere con le genti tutte a Todi, dove ancora sono, et francesi sono a Castel di la Pieve, et lì intorno. El signor duca di Urbino è di là de Pe-rosa 7 miglia a uno loco ditto Diruti et dui altri casteleti li circumvicini, dove hozi se dovea ritrovare il conte Guido, et contedi Caiazo,et marchese di Saluzo, signor Federico et il Guicciardino et (ulti gli altri capitani, per fare dieta el risolversi se sia da andare più inanti et soccorrere Roma, o far prova de cavare Nostro Signore del castello con quelli altri cardinali. Et di farlo o non, sono varie opinioni. Qui li più credono che non, giudicando sia quoda-modo impossibile. Alcuni dicono si, perchè ancora non hanno ferme le cose di Roma et vanno drieto sachegiando, et quanto più sachegiano, tanto più si spargono, et che andando questo esercito animosamente se potranno accostare et trarli de quello, perchè non si metteranno mai insieme, et molli non vorano abbandonare le prede per andare a combattere et farsi amazzare. Così ogniuno va facendo il suo iuditio. Dicono essere tanta gente in castello, che non potrano durare, benché per la fame affirmano esser provisti benissimo; ma ogniuno dice non si potrà tenere per niente, per essere debolissimo al possibile. Dice costui che ha inteso da chi è stato là, che gli hanno già fatto intorno 78* le trincee, et alcuni gli han detto che le facevano perchè non potessero fugsire, el che hanno mandato a Paliano et a Rocca di Papa per le artellarie, quale dicono esser bellissime et assai, et che sono quelle che 'I Christianissimo donò al signor Prospero, el che battendo a la porta del soccorso in mezzo, vi entrerano dentro, per essere da quella banda la muraglia con molte crepature et tristissima. Circa la città, dice che quante gente che gli vengono ogn’ ora più cresce il numero de li morti, quali affermano essere fino a l’ora più di 40 milia, et non sparagnano più Colonesi che Orsini. Fra gli altri, dicono avere amazafo Dominico di Maximo cum tutti li figlioli et menate le figliole al loro piacere, et che gli hanno tolto in casa più di 300 milia di valscente et mobili ; cosa che pare mollo mara-vigliosa. Altri dicono che erano morti li figlioli et lui pregione, con taglia de 190 milia ducati. Dice, che li dui cardinali, zoè Valle et Cesis o Cesarino, si erano composti di taglia con molli vilani di le terre di la Chiesa el banditi del Stato di la Chiesa, che sono 4000 o più in una compagnia, quali si sono attaccati a spagnoli, et dice fare cose crudelissime et a le case de ricchi, perchè essi le sanno et cogno-scono. Dice che, per certo lanzchenechi amazorono tutti li frali et preti, et dolendosi spagnoli, dicendo essere homeni da taglie, risposero havere promesso a Dio arrazzarli lutti che verauno a le loro mani et non cavare da loro taglie. Dice che affirmano anche in Campidoglio essersi reduto gran numero de romani et altre gente, che si tengono ancor firma-menle, et per questo si indica anche che se questo exercito andasse inanti, haveriano quel soccorso. Et che in Roma erano ancora dui lochi fortificati, quali