915 • mccccc, sier Antonio Bailo, era castelam de li ; à posto sier Francesco Lion, fradello' dii camerlengo era lì per vice castelan ; aricorda non è sarazinesche a le porte eie. Per l’altra di 12, avisa haver, quelli di Pexaro hanno preso il signor Galeazo, fradello dii signor, et il signor Zuane è serato in rocha, et hanno dato la terra al ducha di Valentinoys. Ilem, il signor di Rimano è za do zorni lì, à dismontato e parlatoli, la Signoria non l’aver abandonato per altra causa cha per il turcho e il perder di Modon, et che Valentinoys li havia ditto, di sua bocha, si non haveva la terra, haria auto socorsso di Pranza et Maximiano. Poi disse ha Ymola, Forlì, Rimano; ara Pexaro, Cesena, Berlonero ; vorà poi Zervia et Ravena. (lem, è al Savio, mia 5 de lì, reduti 100 provisionati, non sa ad quid; il signor sta in barella. Fu posto, per tutti li savij d’acordo, far li oficij tutti di bando, dal primo di uoveinbrio indrio, per uno anno, videlicel luti li zenthilomeni, etiarn sotto el dogado, sì dii salario come utilità, sotto pena a portarli a li governadori ; li danari sia tenuto conto particular, el siano portati a li procuratori di mexe in mexe, ni spexi in altro, senza diliberation di questo conscio ; et le quarantie habino la mitade, Sier Lunardo Grimani, savio a terra ferma, volse la parte con questo: li scrivani, massari eie. siano compresi. Et andò in renga'per l’opinion sua. Poi andò sier Lucha Trun, è di pregadi, e parlò contra tutte do le opinion, per le iiyusticie si faria, non era da far questo al presente. Et è da saper, in la parte diceva : non s’intendi presa, si la non sarà messa et presa nel mazor conseio. Andò la parte : 11 non sincere, 42 di savij, e andò zoso, 44 dii Grimani, 66 di no. Et iterum andoe : 11 non sincere, 69 dii Grimani, 86 di no. E fo preso di no. Et di tal cossa fo comandà credenza, et dato sacramento per li cai. Fu posto per sier Nicolò Trivixan, procurator, savio dii conseio, sier Alvixe Mooenigo, sier Cabrici Moro, sier Marin Sanudo e sier Jacomo Cabriel, savij ai ordeni, che per li piovani di le contrade, con do zenthilomeni, sia fata la descrition, et dato il sai a quelli paga da ducati X fin 20, quartaruoli 2 a sòldi 101’uno; da 20 in suso, ster mezo a ducati uno 365 il staro ; et da 40 in suso, ster uno per bocha, a ducati uno el sterj exceptuando li puti da anni X in zoso eie. A l’incontro, li savij altri messeno di far X savij, 5 in una camera el 5 in una altra, a trovar danari eie., chome per sier Zuan Trivixan, olim cao di 40, dii 1482, fo messa e presa al tempo di la guera di Ferara. Et andò in renga sier Nicolò Trivi-xau, procurator. Rispose sier Lunardo Lòredam, ottobre. 9 f 6 procurator. Poi sier Alvise Mocenigo, dicendo voler far assa’ provision, ut palei, dii monte nuovo, venderlo col Polesene di Ruigo, di l’oio, dii tormento in Candia, di scriver a Roma per il jubileo a le terre ; et disse voler poner, li contestabeli, cai et savij disni in palazo, se redugi eie., siano apontadi, come alias fo fato. Fu molto longo. Andai in renga, dicendo non era tempo da spender ; ma parlai su le parte, e dissi il bisogno si havia del dinaro, et l’eror non aver preso la parte di oflìcij. Poi sier Jacomo Cabriel mi rispose, e messe de indusiar. Andò su sier Antonio Valier ; et, 1’ hora era tarda, rimesso a domani. Et cussi non era borre do di note, si disolse il conseio. A di XVI octubrio. In collegio vene l’orator dii papa, solicitando la protetion in seriplis. II doxe li disse aperte: Nui fevamo, et il papa 0 feva, et era tempo atender al turcho. Adeo si partì molto sdegnato. Et fo mandato driedo Bernardini di Ambro-sij, secretano, a dirli non si avia potuto eie. Veneno sier Antonio Valier, sier Nicolò Michiel, dotor, cavalier, et sier Alvixe da Molin, provedador sora la exation di danari, et sier Piero Balbi e sier Lunardo Grimani, sora le vendede, sier Andrea Cabriel, era anialato ; et qui parlono assa’ zercha il scuoder da li debitori. Fu balotato ducali 4 per una a vinti povere di Pago, per elemosina, et a uno provier ducali 10 di la galia fu presa ; et fu per aricordo nostro, per esserne sta comesso ditte done. Da Ravena, dii podestà, di 14. 0 da conto, solimi zercha il fradello dii signor di Rimano, lassò pegno uno zipon per il nollo eie. Ilem, il signor di Rimano volea esser servito su pegni dal monte di la Piala, di danari ; non à potuto, presta solum ducati 3 ; et zudei non vi sono, sì che non à potuto trovar li danari. Da Spalalo, di sier Piero Trìvìxam, conte, di ultimo seplembrio. Chome il conte.......di Craina mandò a dirli, mandasse uno de li, qual mandò. Li disse esser stato al vayvoda di Mostar, e à inteso chome Mostaluch, sanzacho, voleva venir a tuor il bastioni di Niirenta, sì che importa si provedi eie. Non vi è custodia eie. Et perchè era stà deputà Zuam Paulo Morizio, ballotà li danari za 6 mexi, dovea andar con 25 finiti lì, Jo aricordai era tempo di mandar altri, et comesso a li executori, Mandono Marco Copo, con 25 fanti. Et fo scrito a Traù, Liesna e Braza, li dagi ajuto; et manda monizioni chome apar. Di Cao d’Istria, di sier Piero Querini, podestà el capelanio, di 14. Manda una depositiom di uno