.37!) MCCCCC, GIUGNO. 380 que cosse: prima, voi saper l’intentiom dii papa ferma, perche Lodovico havia ditto, quando el recuperò Novara, esso papa era con lui ; secundo, voi haver libertà il suo re di dar li beneficij in regno e nel duchato di Milan, senza voluntà dii papa ; tertio, voi far contra el Cardinal Ascanio quello li par; • 42 quarto, dimanda sia fato Cardinal lo episcopo de Como, di caxa Triulza ; quinto, sia eliam. fato Cardinal lo episcopo di Verzeli, iìol dii thesorier di Savoia. Et il papa a queste proposilione à risposto : al primo, voi esser in liga con il re; al segondo, non voi il re ilagi li beneficij ; al terzo, nullum verburn dictum; al quarto, voi farlo Cardinal, quando farà li altri ; al quinto, nullum verbum. Et soa santità à denega la bolla di la decima dii clero a Pranza. Itera, a Roma è sta fato justicia di alcuni presi, che asaltò li oratori francesi, et publice, sul ponte di Santo An-zolo, sono sta impichati su forche alte ; et l’orator francese li à piacesto. Item, à bandizà di Roma e terre di la Chiesia li corssi, termine zorni X si parlino, sotto pena di perder la roba, e habi ducati 5 per uno da la camera apoStolicha chi li amazerà, adeo tutti si partono, et eliam quelli sono maridati de lì. E di questo tuta Roma à ’buio piacer. Da Napoli, di V orator, di 23 et ultimo. In la prima, chome, ritornato il re, uno Piero Navaro prose in le aque de Capri certi navilij ragusei, et è venuto lì per il salvo conduto ; à la barza di botte 700 mal condilionata, e do bregantini. Item, Basilio da la Scuola, è lì im prexom, scrive a suo fradello. Item, il re à dimanda al conseio danari per far 8000 fanti, atento le zentc francese viem versso Pisa ; dubita eie. Dii ditto, di ultimo. Come il re à uno messo in Pranza, a presso la fiola, trata il matrimonio; e la raina li mandò <1 dir li desse dota di 100 milia ducati, videlicet trenta milia in contadi. Et soa 'majestà li mandò letere di cambio di darli, dummodo l’acordo segua. Bora par, per lettere di merchadanti, siano sta pagali, sì che tien lo acordo seguilo, saltem per questo anno non è per haver impazo. Item, à nove di la Valona, di primo mazo, cosse vechie ; ma nulla da conto: inter collera par, 40 galie siano ussite dii colfo di Lepanto. Item, che a una Nostra Dona di Carmeni, fa miracoli, tutti concore; fa grandissi- • mi miracoli, adeo ne vien di lutto il Regno, a tre a milia al trato ; si vano batendo ; i putì crida : Misericordia! Virgine Maria, ora prò nobis! pace! pace! Sono ululali et segni di gran prodigij. E questo è principiato za zorni 20. Ilem, lui orator à trato ducali 700, per letere di cambio, da Zuam Michiel; le letere dice, da esser pagati a Piero Marlines ; prega si pagi. Dii eapetanio zeneral da mar, di 24 mazo, da Corfà, in galia. Come erano zonte lì do galie, Bon-dimiera e Capella, li manchano homeni assai. Item, la Contarina e do galie sotil, zoè sier Alvise da Canal e sier Anzolo Orio, et à ricevuto li ducati 3000, et havia mandà ducati 8000 in Candia per armar ; et à letere di quel rezimento, che solicita lo armar. Item, à mandà la galia Contarina a la guarda di Viscardo, et manderà do galie grosse et 4 sotil versso il Sa-suo, et in locho di sier Ilironimo Malijiiero e sier Alvise da Mosto, refutono sopracomiti, à messo sier Filippo Basadona, quondam sier Zuan Francesco, e sier Sabastian Foscarini, di sier Nicolò. Dimanda homeni e danari, e, havendoli, la Signoria vederà quello farà. À retenuto certi spioni de lì, e li manda de qui al conseio di X. Da Trani, di sier Alvixe Contar ini, governador. 142* Manda le letere dii zeneral, abute da Otranto ; farà armar la galia, ma il soracomilo voi la sovenzion. Li fo rescrito, la dagi. Da Napoli di Romania, di sier Pollo Coniarmi, fo eastelan de lì. Avisa quello à fato contra turchi, e narra come ne fo amazà 5 turchi, e quelli ritornò con vergogna ad Argos, et di la morte di sier Alvise Bom, quondam sier Scipiom, era vice eapetanio lì in Napoli ; et la letera è di 18 aprii. Fo terminato mandar Michiel Zancho, contesta -bele, con provisionati al zeneral, da esser messi sopra l’armada. Vene l’orator dii signor di Faenza, nel levar dii colegio, dicendo il suo signor voleva mandar danari a Roma, per pagar il censo al papa. Et lu consigliato lo mandi, e scrito, come dimandò, a l’orator sia con lui. Noto, a Lio fo trato il palio, justa il consueto, et per non vi esser consieri da basso, convene andar sier Luca Zen, consier di sora. Da poi disnar, fo pregadi. Fo leto letere, el per non vi esser solum tre eonsieri, li altri è vechij e manchono, si convene licentiar il conseio, nè si potè meter alcuna parte. E da saper, il caso di sier Antonio Grimani si menava a gran conseio per li avogadori ; tamen li fo fata T altra note a le prexom una matina’ bellissima, con lutti li virtuosi. Ozi veneno in questa terra, licentiati per il conseio di X, sier Ilironimo Querini e sier Zuan Francesco Venieri, siati in li castelli di Geradada. A dì 9 zugno. In colegio fono alditi sier Zuan