108?. MCCCCC, NOVEMBRE. 1084 Jtem, il re di romani 0 voleva far. lievi, era a la dieta, e aspetava la risposta dii roy a li do oratori mandati, qual li mandava a oferir acordo, con questo, ponesse in stalo di Milan la caxa sforzeschi!, vi-delinei il signor Lodovico, e il Cardinal Aseanio ne li soi benefìcij eie. Itevi, non à mandato il dncha di Saxonia, qual era uno di oratori, deputati a esso re di Franza. Item, di l’orator nostro, el re 0 sape la Signoria volesse mandar, imo sa certo, si la Signoria manda, sarà acéptato. Itern, inteso el re la venuta dii cardinal curzense per legato, à ordina non lo aldir, e scrito a Trento e in altri soi luogi, non 10 lassi passar. Item, di Milan, missier Zuan Jacomo era venuto a Vegevene, il re mandava 400 lanze in Italia, e il conseio di Milan era andato a Pavia, per .esser a parlamento con dito missier Zuan .Iaconi o etc. Fo leto le opinion Ire, nominate di sopra, e una di sier Nicolò Trivixam, che volea scriver in Franza prima eie., e una di savij ai ordeni. Or il primo parlò sier Lunardo Loredan, procuralor, per la so opinion. Poi sier Lunardo Grimani, qual sollo messe una altra opinion: far do letere. Poi sier Constantin di Prioli, per la soa, qual rimase solo. Demum, sier Alvise Mocenigo, savio ai ordeni. Poi sier Lorenzo di Prioli, conira tutte ; e aricordò certum quid. Poi sier Francesco Donado. Et prima sier Marco Antonio Morexini, el cavalier, e sier Nicolò Trivixan, procu-rator, e Jo, Mariti Sanudo, introno in V opinioni di sier Lunardo Loredan e compagni, etiam sier Zuan Morexini e sier Antonio Trun, consieri. Sier Piero Duodo, savio a tera ferma, messe de indusiar. Andò le parte : 0 non sincere ; 0 di no ; di 4 savij ai ordeni, 2; dii Prioli, 10; dii Duodo, di l’indusia, 16 ; dii Grimani 18 ; dii resto di savij, ne la qual .lo era, 91. Et questa fu presa. E diese comunichar con l’ora tor di Franza. Et fo comandato gran credenze. A dì 19 novembrio. In colegio vene il principe. Et sier Lunardo Grimani, savio a terra ferma, et provedador sopra le vendede, riferi esser sfato con 11 compagni a Hialto-, el haver dato tre incanti a tutte le caxe di debitori di la Signoria nostra, parte di le raxon nuove, e parte di le cazude ; et eri deteno principio a veder (sic) parte per più dii quinto. Et accidit un dubio, si ’1 vende di più à d’esser dii de-bitor; ma, si vende di mancho, de chi dia esser il danno. E fo varie opinioni. Vene l’orator di Napoli, al qual, poi usate certe parole per il principe, li fo fato lezer la diliberatiom fata eri, e la risposta al suo re. Qual disse, era di laudar li savij consulti di la Signoria nostra, et scri- veva a la nmjeslà dii suo re,dicendo: 0 pace dubia, o guera secura è da elezer. Poi disse : Vostra serenità intende nulla di francesi, che venga in Italia ? Intendo ne vien assai. Et li fo risposto, nulla si sapea. Vene li oratori dii papa e quel di Franza insieme. El quel dii papa laudò la risposta, a li qual fo fato lezer, e cussi quel di Franza. Et disse, pregava la si man lasse al nostro orator, acciò il re la vedesse. Et cussi fo acertato la si manderia, e a Roma et in Franza. Di Franza, di sier Bendo Trivixàn, el cavalier, orator, date a Nantes, in Ber lagna, a dì do novevi-brio. Come, credendo il roy si dovesse partir, come disse, esse) orator andò da soa majestà per tuor li-centia, el exortando soa majestà a l’impresa, e scriver in Spagna lassi l’armada. Disse, scriveria, e li faria veder le letere, et dii resto faria il tutto etc. Et non voleva darli licentia, perchè havia malia ciera, acciò megliorasse etc. E tornò a caxa con gran doglie, licei la febre l’habi lassato. El, ricevuto nostre letere, li fè comunichar, per il secretano, la risposta fata dal re di romani, e altri sumarij di Levante. E intese, il re aver usato tal parole: Nui faremo altro, a tempo nuovo, per la potentia mazor che havemo. Item, di Martin da Casal, disse vederia la letera ; e par, soa majestà habi auto letere dii gran rnaistro di Rodi zercha Modon, promete ajutar in tutto. Item, il re à ’uto nova di la morte di suo cugnato, conte de Foys qual governava il Delphinà, e in suo loco succederà el principe de Orangie. Item, il re à mandato salvo conduto a domino Antonio Frixom, orator dii re Fedrico, possi venir; qual vien per causa di le noze di la Itola, e per allro non aldirà. Itevi, à mandato il suo capelam contra il successor; et à letere di 20, da Liom, come a Roan montava in barella per Nantes etc. Item, si atende uno ver-leto di zambra dii re, andato a Fiorenza a protestar, li dagi li danari da pagar le zente, aliler farà rete-gnir li merchadanti fiorentini, sono nel regno. Item, è nova, monsignor di Sans, andato a’ sguizari, esser slà sachizato da ditti sguizari eie., in strada. Dii dillo, orator, di 4. Come à comunichato al re la risposta fata a le letere dii re di romani eie. Item, ave da domino Acursio soa majestà letere di la morte dii turcho ; et esso orator acertò nulla era, e fo messo silenlio, acciò non tardasse il scuoder di le decime, e ordinà non se ne parli.' Item, soa majestà va a Tros (sic), non voi darli licentia ; et, come il Cardinal Roan li à falò intender, voi prima aldi la risposta, soa majestà farà a li oratori dii re di ro-