273 MCCCCC, APRILE. dar; et quelli sarano acusadì tengi furatole, li sia taià il naso, et chi li acuserà habi lire 50 eie., ut in ea. Da poi disnar, fo pregadi ; non vene il principe ; et vene ste letere : Di campo, da Trevi, di sier Chrìslofal Moro,pro-vedador generai, et sier Piero Marcella, è a Cremona, perhù sulla scrisse. Come et è le letere di 28, havia manda Alvise di Piero, suo secretarlo, a Bergamo, a tuor li presom erano scampati eie. Item, à nova di Milan, per Bernardo di Bibiena, venuto, come francesi haveano abuto li ducati 50 milia, e mandati in 100* campo, et si mandava 3000 sguizari et 600 lanze francese contra Chiavena, e lassano l’impresa di Bologna ; e questo, perchè todeschi è inlrati im Belin-zona; e si dice il re di romani manda zente a l’incontro. Item, sguizari, reduti in barco, hanno fato dieta, et per questo è sta chiama il Cardinal Roani, et monsignor di Lignì, ozi venuto, et missier Zuan Jacomo Triulzi. Item, come la Mirandola, Carpi e Corezo à conzà la cossa col re in ducati..... milia. Item, Bologna li dà ducati 50 milia. /te»i, manda una letera abuta da Bergamo. Da Bergamo, di Alvixe dì Piero, drigata al pro-vedador Moro. Chome hessendo venuto li per menar li presoni milanesi a Trevi, et montati a cavallo, prima, che uno domino Antonio Maria, fìol dii conte Bortolo Crivello, fuzite di citadella, e scampò di le mure e andò via ; e poi, montati a cavallo, el conte Bortolo preditto e do rii caxa di Landriano fuziteno via; et andati drieto cerchandoli, par esso secretario trovasse nel monasterio di San Francesco la sua vesta di ditto conte Bortolo, ma à inteso, li frati lo vesti da frate, et lo callo zoso dii monasterio, et scampò ; et par uno Zuam Snati, capo di ballestrieri, era lì a Bergamo con ditto secretario venuto. Et leto ditta letera, fo mormorato assai di tal «axo, et dannato assai quelli rectori, sier llironimo Orio e sier Francesco Baxadona, et proecipue il ca-petanio ; et il colegio terminò farne provisiono. Et hessendo il colegio a consultar le parte, sier Antonio Truin, el consier, messe, atento la desobe-dientia di quel fra’ Jacomo di Ruigo, per non haver voluto obedir i mandati nostri, ut palei in lileris oratoris Roma’, che ’1 sia bandito di terre e luogi nostri eie. Contradixe sier llironimo Querini, era di pregadi, e cargo assa’ il Troni beta. Rispose sier Al-vixe d’Ariner, era provedador ul sai. Poi parlò sier Piero Balbi. Andò la parte : 35 non sincere, 22 di no, 35 di la parte. Non fu presa alcuna cossa, et più non fu mandata. I Diarii di M. Sanuto. — Tom. III. Fo leto la poliza dii scurtinio di far li sopraco-miti, stato in canzelaria, come fu preso, qualli fonilo numero 114 ; et visto erano assai, fu posto per alcuni consieri di farli in do volte, a cinque per volta, per 4 man di eletion, e la bancha. Contradixe sier Jacomo Venier, _va capetanio di le galie grosse, dicendo miglior eletion si faria a balotar il scurtinio, et Jo nulla vulssi poner, licei sentiva farli por scurtinio. Et si parlava la parte non era presa. Or 2 non sincere, 62 di no, 84 de sì. Et fu presa. Eliam, fo publicato di far per eletiòi\, e la bancha, uno castelan di la rochota di Cremona, con ducati 25 al mexe netti, justa la diliberatiom fata nel excelenlissimo conseio di X. Fo leto la deposition di l’amico fìdcl, vie» di Lion, dato sacramento a tutti. Et nota, li fo dato uno safil di valor di ducati..., acciò el donasse a quel frate, confessor regio, nomine Dominii. Fu posto per li savij dii conseio e di terra ferma, atento la cossa seguida a Bergamo, si debbi mandar uno avogador de lì, per tessera, a far le in-quisition. Sier Antonio Trun, el consier, messe che de prcesenli fusse eledo uno con auctorità di avogador. Sier Marco Foscolo e sier Marin Venier, consieri, messe fusse mandà sier Polo Trivixan, el ca-valier, podestà di Brexa, a questo efeclo, a Bergamo. Et sier Francesco Bollani, era di la zonta, parlò fusse mandà per più teror uno cao dii conseio di X. Andò le parte : non sincere 2, di no 21), 16 dii Trun, 39 di consieri, 79 di savij. El nihil capimi. Iterum: 16 di no, 48 di consieri, 105 di savij. Et questa fu presa. Tamen non fo mandà alcuni avogador, el la cossa andò in fumo. Fu posto per li savij preditli, mandar sier Iliro- 101 nimo Zorzi, el cavalier, podestà di Verona, a Milani dal Cardinal Roani, et che poi Marco Bevazan vadi con ditto Cardinal in Franza, con la comission li sarà data per questo conseio. Et sier Antonio Trum, el consier, intrò in questa oppinion. Sier Domene-go Morexini, procurator, savio dii conseio, messe eliam esso, sier llironimo Zorzi vadi in Franza. Et sier Piero Capello, savio a terra ferma, volse fusse ballotà li rectori di Cremona, Brexa et Verona, et qual rimanesse, andasse. Et fo esso sier Piero el primo parlasse. Cargo ditto sier llironimo Zorzi, per il vescoado abuto dal re per suo Col eie. Li rispose sier Luca Zen, savio dii conseio, qual era in setimana. Or poi andò le parte : 2 fo non sincere, 4 di no, 17 quella dii Morexini, 42 dii Capello, 102 dii conssier e altri savij. E questa fo presa. Fo leto una parte per li consieri, che de ccelero 18