507 MCCCCC, LUGLIO. 508 per andar a star in la torre di Burges; et il re man- \ da a Milan monsignor di Chinmonte; è con lui mis-sier Galeazo Visconte, qual fo a’ sguizari per il Moro, per darli information di le cosse di Lombardia. 195 Del ditto, di 8. Come ave nostre letere, con li sumarij dii turco, fo dal re. Soa majestà disse, ha-ver spazà letere a Zenoa, e si armerà quelle nave ; et à scrito in Spagna per l’armata, e da mo è contento lassarli le raxom di Ilagom a Spagna, qual alias il re li volse dar ducati 150 milia. Item, à inteso per quatro vie la nova dii pupa, e s’il caso intervenisse di la morte, voi monsignor di Beumonte vadi con le zente versso Roma. Poi esso orator parlò al Cardinal Roam, zercha farsi papa. Disse : Rin-gracio la Signoria, ma non son conosuto a Roma ; bisogna ajutar San Piero in Vincula. Item, scrive dii nontio dii roy, mandato al re di romani, qual ritorna in Pranza, et prima non l’avea inteso. Et il re disse, aver vodo andar conira infideles ; et si havesse uno fiol, anderia im persona. Conclude, il re disse si voi vardar a non" far un papa piaqui al re Fcdrico eie. Di Ferara, dii vicedomino, di 14. Come fiorentini tramano con uno nontio di monsignor di Beu-monte, conzar le cosse con danari, e col campo ritorni a Pisa ; ma guasconi, sguizari e francesi sono in confusion. Ilem, il signor è andato a Bel Reguardo a piacer, starà qualche zorno ; et mjssier Jacomo Accioli, fiorentino, sta 11 a Ferara, à nove di Fiorenza di dollori grandi vi sono. Et in questo pregadi, subito leto le letere, sier Piero Morexini, avogador di comun, andò in renga, et menò sier Nicolò-Bondimier, di sier Zanoto, andato consier a la Cania, qual dovea dar a 1’ oficio di tre savij, per causa di l’oficio di l’armamento, ducali 300; e fé uno bolelim falsso a palazo, soto scri-'to per sier Alvise Pixani, per nome di sier Hironimo Tiepolo, è ai tre savij ; unde messeno, insieme con sier Hironimo Lion, el cavalier, suo collega, di rete-nir el predito, e sia proclamato si vengi a difender eie. Andò la parte : 12 non sincere, 6 di no, 156 di la parte. E fu presa. Fu posto per li savij dii conseio, terra ferma et ordeni, di armar 6 galie sotil, e tuoi* libertà il cole-gio di armar nave et galie eie. A l’incontro, Jo, Mario Sanudo, savio ai ordeni, missi di armar le do galie grosse di capetanij di viazi sono in bordine, e sia provisto farne do altre nove in l’arsenal per li . viazi. Item, armar galie sotil, nave, fuste eie., ut in parte. Et Jo fui el primo andasse in renga. Mi rispose, e mal, sier Marco da Molin, quondam sier | Francesco, mio collega. Poi parlò sier Antonio Tram, el consier, dicendo voler eliam mandar homeni, mo-, nition e altro, e queste do galie, justa Popinion mia. Li rispose sier Lunardo Grimani, e si scaldò ' assai. Poi parlò sier Andrea Loredam, patron a P arsenal, e si oferse dar le galie grosse nove, per tutto avosto. Poi parlò sier. Piero Moro, patron a P arsenal; laudò le galie grosse, et voi dar galie 20 sotil presto, et X grosse, che è in la caxa, e si lavora; e intrò in grain jerondie. Or sier Antonio Tran, consier, e sier Filippo Tram, procurator, intrò in la ihia opinion, di armar ditte 2 galie, e poi venir al pregadi per far provision di armar. Andò le parte : 65 di savij, 92 dii consier e mia. E fu presa. In questa matina, sier Alvise Coniarmi, venuto 19 governador di Traili, referite. Io non P aldi’, perliò non scrivo. Et in questa note, trete do siete; una dote a caxa di sier Beneto Sanudo, non le danno, e a l’andar ini pregadi fo stranissimo tempo. Et ozi tre’ la sieta, e dete al campaniel di San Zane Nuovo. Item, in dia’ Grimani, in dia’ Griti a San Zuane Bragolla, el a la ehiesia, e portò via uno San Zuane su la porta. A di 17 lido. In colegio vene sier Antonio Con-dolmer e sier Marco Loredan, provedadori sora i conti di ambassadori, per causa di la cossa persa cri in quarantia contra Andrea di Usnagi, fo raso-nato con sier Zuan Paulo Gradenigo a Pisa ; qual fo persa di 4 ballote. Fo gran eror, et per la Signoria fo cornesso a li avogadori intrometi. Vene 1’ orator di Frauza, mostrò una letera dii roy a la Signoria, di 8, qual scrive s’il papa muor, si spenga le zente avanti, et voi far el Cardinal Vincula papa. Li fo risposto, non è il caso sequito ; el fo dato sacramento a tutti, et comandato stretissima credenza, et parlato poi zercha Faenza. Vene poi sier Francesco Foscari, el cavalier, va orator in Franza, dicendo esser sta dal sopradillo orator, qual desidera summamente che a Zuan To-desco li sia dato uno officio eie. Vene l’orator dii papa ; parlò zercha Faenza e Rimano. Il principe li rispose, era tempo di consultar altro. Vene sier Nicolò Trivixan, procurator, dicendo suo fiol sla malissimo, et sia scrito a Padoa vengi maistro Hironimo da Verona, et cussi li fo compiaciuto, e fato la letera ; pur morite. Da Bassam, di sier Jacomo Cabrici, podestà el capetanio. Zercha monitiom di la Scalla, el homeni posti a custodia, justa i mandati.