1185 MCCCCC, DECEMBRE. 1 186 perchè el voria un altro Rimano o Faenza, e va di-scorendo diverssi parlari. Dii ditto orator, di 22. Chome fo da le regie alteze, e parlato di l’armata, dicendo saria vergogna a darli le terre eie., soa majestà parlò, erano ben disposti a la fede christiana et a la Signoria nostra, e haveano fato la parte sua ; et è bon trovar qualche expediente per l’armata ; e, quanto a le terre di la Puia, P almazano havia ditto per ben, perchè il re di Napoli rendesse qualche parte o i danari, qualli si spendesse e ussi per l’armata; concludendo, tenir più l’armada non li era possibile, e conveniva re-meterli li danari con interesse, sì che non poleno. Poi la raina parlò, ut supra, e che dila armata era fata per questo anno passato, e non potevano più mantenirla ; e se prima havesseno saputo el bisogno, ariano provisto di danari eie. E P orator li disse di judei caziali, in laude lhoro etc. Conclude, podio si ara, ni ditta armata fu fata per la Signoria nostra, et è gran impossibilità a otenir cossa alcuna. Item, prega sia avisato di nove de’ turchi e di Pranza. Item, mori sono a P usato, da 6 in 7 milia, in diversi casteli, aspri e forti ; e il re continua la expugna-tion, non perhò con molta zente. Item, li oratori di Napoli par lo liabi visitato, et lì si atrova uno secretano dii Cardinal Ascanio continue a le spale dii re. Et per non vi esser se non tre consieri, non si potè poner parte alcuna ; ma fu dato sacramento per li cai di X a bancho a bancho di tal letere. A dì 18 dezembrio. In colegio vene il principe. El è da saper, erri im pregadi, fo leto una poliza mandò P orator di Pranza al principe, avisando ha-ver letere, per via di Zenoa, in merchadanti zenoesi, il roy haver perlongato le trieve col re di romani, per mexi cinque, conienzando questo marzo, qual compie le prime. Vene l’orator dii papa, per haver risposta dii vescoato di Cividal, dicendo il conte di Pitiano è contento haver una altra promessa. Li fo risposto, si aldiria il messo dii conte etc. Poi il principe li parlò, zercha le proposte di eri dii Cardinal, sapientissime, recusando il tutto con bel modo, dicendo non era tempo etc. E lui rispose ex affeclu cordis, pregando la Signoria compiaci il papa dii titolo, e non cori li danari, acciò a la expeditiom sij etc. Et con questo prese lieentia. El principe le un optimo discorsso, quasi piacendo (sic) le calamità nostre, et che lui andava a la morte, e desiderava andar im paradiso, per non veder quello fede (sic), perchè saremo soli. À visto prima il papa, e le richieste soe, e ogni dì si baveri 1 Diarii di M. Sanuto. — Tom. 111. di queste. Di Spagna lexe quelle letere molto cative. Di Pranza non si averà 0; à fato trieva con Maxi miano, perlende esser signor di Italia, e disse di le parole usate per P orator suo, domino Acursio, a sier Francesco Zorzi, auditor nuovo, P altro eri, stranie etc. Item, di Maximiano, ne voi mal di morie, nè voi nostro ambasador di Hongaria; si vede, nel termine si è, che bisogna darli danari, e non l'alir. Concludendo, si provedi ; e in P arsenal è galie 55, non serate, qual si lavora ; e tardi si bavera di le do nave di comuu, la picola si ara ma non la gratula, ma mancha li coriedi eie., sì che si provedi. Vene sier Zacharia Contarini, el cavalier, qual disse molte parole per excusarsi di andar orator in Hongaria, la moglie amalata, ha X fìoli; e poi di P eror di le balote nel scurtinio, scuode di più del numero; e per termenation di la Signoria in sier Nicolò Foscarini e sier Domenego Trivixan, el cavalier, rimasti in Pranza, fo manda zo la eletion, justa la parte presa nel conscio di X, 148... Item, alegò altri caxi eie. Or parse a li consieri di poner la parte im pregadi, e lui si difendi, e quello si liabi a terminar; tamen per la leze doveano quel scurtinio mandar zoso. Di Verona, di 15, di sier Hironimo Zorzi, el cavalier, podestà et vice capetanio. Como el capeta-nio era andato contra il conte di Pitiano, justa i mandati. Item, quel teritorio e la terra è interdita, non si poi batizar, ni sepelir etc. El per via dii legato fo scrito per questo feste sia leva P interdito, et che havia scrito a Roma, et sperava il papa levaria subito. Di Rovere, di sier Mafio Michiel, podestà, di 15. Come el Cardinal curzense havia mandato domino SabastianCapellarn, fato prothonolario, a Trento, per veder di haver il passo; qual li à scrito, aver , trovato quelli di bon voler, inteso la legation sua, et che scrivendo un brieve a quel episcopo, e domino Paulo Litestener, capetanio regio, saria admesso; et soa santità à mandato lo episcopo di Curzola per mandar al re, acciò lo lassi venir, e tamen si ’1 scrivesse a Bolzan, a la dieta, saria admesso; a la qual à mandato uno suo explorator, qual non è tornato. Item, scrive altre sanze, et una poliza di quello è sta concluso in la dieta augustense eie. Di Curzola, di sier Alvise Balbi, conte, di 12 novembrio. Chome, justa i mandati, à mandalo certi navilij con legnami a Cataro eie. Da Cataro, di sier Zaan Paolo Gradenigo, re-tor e provedador, di 5 novembrio. Chome a la venuta di Feris bei provete eie. Item, esser zonto de lì Sabastian da Veniexia, con page 115, sguataraia, 75