<091 MCCCCC, NOVEMBRE. 1092 quanto illi ine enixius obligatum devictumque esse conspicio. Ago igitur Deo optirno maximo, a quo omnia dona procedunt, gratias immortales, veste autem excellentiee, cui res meas tam gratas tarnque acceptas esse cognosco, non mediocres ; prò qua et ilio illustrissimo Dominio omnem meam operam, omneque studium, quamvis exiguum et inerme, prompte polliceor promptius prastiturus. Felix va-leat vestra excellentia, cui me commendo. Romse, ex aedibus pontifìci^, die nono novembri MD. Sabscriplio : Excellentissimse vestra excellentia; servitor, cardinalis casentinds. A tergo : Illustrissimo domino Angustino Bar-badico duci Venetiarum, domino meo colendissimo. A di 21 novembrio. In colegio vene 1’ orator di Franza, et fé introdur uno messo dii Cardinal cur-zenze, destinato legato in Alemagna, et è in via, dicendo era stato dal re di romani, qual era a Nolim-berg, et li havia ditto non voleva legato in Elema-gn i per cosse dii torcilo, et li havia dà una letera, drizata a esso Cardinal, acciò non venisse, e un’ altra andava al papa. Iil principe el ringraciò. Poi 1’ orator di Franza ricomandò Alvixe Nicheta a la Signoria, a farli mancho mal; qual havia confesado stronzava duchati; et che Casandra Fedel, poetessa, lo havia exortato a questo. El principe li rispose : Domine orator, a questo la leze é fata eie. Vene molti merchadanti todeschi di fontego, dicendo non potevano vender li ori et arzenti, ni darli ai banchi, per non vi esser; e quel di Augustini, voi al suo modo pagarli, et in zecha non è chi li to-ia eie., pregando la Signoria volesse proveder. Et il principe li disse, si vederia, perchè li amavemo sum-mamente. Verieno molti stratioti ; primo, alcuni lepantini, dimandando tereni da viver eie. ; poi li coronei, quali non sono stati conscij di darsi al turcho, dimandando provision ; e molti altri stratioti con varie supli-chation. Et il principe li dete bone parole, et comes-se a li savij di terra ferma la soa expedition. Di Racemi, dii podestà, di 17. Nulla da conto. El ducha esser col campo a presso Faenza, in uno locho chiamato Santo Lusio, et par faventini si vogliono tenir eie. Vene sier Nicolò Foscarini, va capetanio a Pa-doa, fa P intrada doman. Tolse licentia dal principe et dal collegio. Da poi disnar fo conscio di X con zonta dii co-legio, procuratori et altri. In questa matina è da saper fo discoperto un strano caxo, acaduto in la contra’ di San Zuan Di-golao, a uno sier Beneto Morexini, quondam sier Jacomo, di anni 50, qual slava in caxa za 4 anni per mal franzoso, e in leto. Or havia uno fiol bastardo, di anni 9, et una sarazina, par siano stà trovà morti eri sera, ditto sier Beneto in leto, e il puto su le le-gne, et la sarasina quasi morta, e non parlava per do ferite su la testa havia; et le casse tutte era aperte, e la roba dentro. Fo incolpado uno pre’ Francesco, oficiava li in chiesia ; et ita futi. A dì 22 novembrio, domenega. In colegio, non 43'2* se reduse se non uno per hordine; et questo per la neve venuta, et il grandissimo vento e fredo, et, per l’hordine dato eri sera nel conseio di X, fo sonato conseio. Et è da saper, eri sera fo asolto nel conseio di X 1’ orator dii signor di Pexaro, stato più mexi itn prexom, et fo con la zonta expedito eie. In questa matina, non fo alcuna letera ; solum fo leto la depositiom di quel messo dii Cardinal curzense, stato in Alemagna, dice molte cosse ete. Da poi disnar se reduse gran conseio, ma vene solum tre consieri ; et licei uno cao di 40 fusse in locho di consier, tamen per le leze non si potè re-dur senza el quarto consier. Et cussi fo lieentiato con gran mormoration de tutti, che con quel tempo non si dovea sonar gran conseio ; e, poi era sonato, li consieri dovea venir. A dì 23 novembrio. In colegio vene el principe. Et prima fo expedito domino Antonio Turcheto, do-ctor in leze, citadim padoam, qual dimandò li sia concesso di lezer in la lectura, fino verà domino Ja-som dal Mayno, col qual si è ini praticha, o ver altro doctor. E cussi per la Signoria li fo fato le lelere. Vene domino Gaspar Stanga, et disse era contento di la expedition fata, poi che cussi pareva a la Signoria nostra ; et, rechiedendo qualche segno, si fé intender volea esser fato cavalier. E cussi, senza altra solenità, fu fato per el principe cavalier, e calzati li spironi, de more, per sier Marco Antonio Morexini, el cavalier, savio dii conseio, et sier Polo Pi-xani, el cavalier, cavo dii conseio di X. Intrò li cai di X, steteno un pocho, mandati tutti fuora, in materia dicevano importar. Neseio quid ete. Vene quel nontio di missier Zuan Bentivoy, domino Galeazo..., bolognese, dicendo haver letere da Bologna, el papa tratar acordo, dimandandoli do castelli importanti, cidelicel Castel Bolognese e Castel Casal Butistaria ; et che quel rezimento di Bologna