503 mccccc, aprili:. 204 di hore 21, f altra ili hore do di note. In la prima, come domino Sonzin Benzon li à scrito, esser zon-to messo dii Triulzi con tre Jjrievi, uno a la Signoria nostra, l’altro a li provedadori, e l’altro a domino Ambrosio Triulzi. E dice il messo, missier Zuan Jacomo haver lanze 1200 benissimo in hor-dine, cavali lizieri 1500, fanti Umilia, e de zorno in zorno ne zonse assai; et li comesse dovesse pregar li provedadori nostri, el conte di Pitiano, doves-seno passar Adda, perchè le soe fantarie era di passar Texino, e vegnir a la volta di Pavia, e in brevissimi giorni si conzonzerano. 11 campo dii Moro in Novara è in li borgi, mostrano voler ussire, e voler andar a Mortara. Li soldati soi taliani partino per non haver danari, e a questi dì se partino fanti 700 alemani, soto do bandiere, dii campo, et 2000 se ne levò e andono fina a Tesino per andar con Dio ; ma forono azonti per missier Galeazo di San Severino, e, con priegi e promisione di darli una paga, li feno ritornare. Per l’altra letera par, esso podestà habi auto letere da domino Nicolao da cba’ da Mosto, di quel zorno, hore 17, qual lo avisa da Milan aver, milanesi haver mandato ducati X milia al Moro, ri-trati di parochia in parochia ; e lui si turbò, dicendo 77 che erano un nulla al bisogno. E li fu risposto, che lhoro haveano fato il potere ; e che dentro di Milano ogniun è di mala voia per il pagar li danari, et per il pericolo dove si vedano ; et ben è vero di parochia in parochia hanno fato far la mostra, facendo vista voler mandar eontra Lodi, ma, al concludere, non si trova chi voglia venir senza dinari, llem, il castello era al solito ; e la figlia di missier Zuan Jacomo in ditto castello à parturito, e quelli dii castello hanno mandato fuora a tuor roba per sirnel caxo. Monsignor Ascanio li à fato dar il tutto, e quelli di ditto castello sono ussiti fuora questa seti -mana passata, e stati a le mano con li nemici in su li repari, ne fono morti di l’una e 1’ altra parte, ma assai più italiani ; e li franzosi, al dispeto de li nemici, hanno retirato li .corpi morti in castello. Ilem, dii campo dii Moro è venuto uno parente di dicto domino Nicolao, qual è stato spogliato dal Moro ; e, zonto questa malina a Lodi, partì mercore. , Dice un dinaro non si dà a zente lombarda ; e quelli si ponno partir, si partino. Sono partiti zercha 300 alemani, e più si parliria ; ma il Moro li andò drio im persona, a hore do di note, e li fè tornar. Li lombardi dice stano in gran pericolo di la vita, per esser gran diferentia tra lhoro e todeschi. El signor Lodovico à dito in publico, che non passe-rano 20 zorni che il re di romani e il re di Pranza sarano d’acordo: stanno pur in Novara, e il Triulzi in Mortara. llem, ha per una spia vien di Milano, si dice publice, ozi se debbe far fatto d’arme, e missier Zuan Jacomo fa lo asalto da do bande. Ilem, par nostri in questo zorno habino corsso fino suso le porte di Santo Angelo, e haver fato presone missier Urbano di Sanlarosa, homo richo di fiorini 100 mi1 lia, zentilomo tortonese, qual ha la mazor di la fa-cultà sua in lodesana etc. Di Pranza, vene letere ili l’ orator, da Liom, di 30 marzo, in zi fra. Qual non fo lete ; solum par il re voglij poner angarie a li preti, per haver danari contra turchi. Da poi disnar, fo gran conscio, per li avogadori di comum ; et fo leto parte di le scriture, e la depo-sition di sier Andrea Basadona, fo capetanio di le galie di Barbaria, molto longa etc. Fu posto parte per li consieri, di elezer per scur-tinio ini pregadi tre zenthilomeni nostri, auditori a le diferenlie tutte dii bancho di Garzoni, con ampia autorità, possino sententiar eie. ; siano per mexi 6, con ducati 100 per uno di salario, a spexe dii bancho ; habino apelatiom etc. La contradise sier Lorenzo Memo, avochato, dicendo si toleva la utilità et juriditiom di consoli di merchadanti ; tamen fu presa. Colegio si redusse a consultar; et fo leto le letere di Franza, di 29 et 30, da Liom. Chonie il re à ditto, missier Zuan Jacomo Triulzi haver ditto, la Signoria nostra non far in ajuto dii re etc. ; e soa majestà voi far il tutto contra il turcho, e poner decime al clero per questo, e voi da la Signoria li 4000 sguizari la Signoria è ubligata darli. Ilem, se toy im protetiom e soldo domino Lodovico di Gonzaga ; dice mal dii marchexe di Mantoa. Di le qual letere fo comandato gran credenze. A di 9 aprii. In colegio vene domino Zuan Batista Spinello, orator dii re di Napoli, et pigliò el trato avanti, dolendossi de certi insulti falli per quelli di la terra contra il castello eh’ è tenuto per il re. Ilem, a Brandizo esser dà recapito a certi cors-sari, et di quel frate Alexandro Caraffa, à malia compagnia da’ nostri da Monopoli. Et il principe li rispose sapientissime a tutto, danando quelli. Vene l’orator di Ferara, dicendo haver letere dii suo signor zercha certi confini di Ravena. E il principe li rispose : saria bon meterli fin. Da poi disnar, fo pregadi. Vene il principe; fo leto molte letere di campo, Crema e Lodi, et che a Milan si Iacea exercito et zente, non si sa a che, ma si dice contra la Signoria nostra, capo domino Fran-