531 MCCCCC, Xarcho è andato conira turchi, qual à soli 47 cavali; il resto dice è amallati. Et a dì 15, turchi veneno versso i molini, e andono a Zara ; e lui, conte Xarcho, passò di là da 1’ aqua e li seguiloe. Ilem, zercha 10 armar di la fusta, ha ricevuto li ducati “200; dice non la potrà armar, por non esser homeni ; dimanda favole per il castello novo, dove dia alozar il conte Xarcho. Di sier Domenego Dolfim, capelanio dii colfo, da Sibinico, di 15. Dii zonzer li ; à tolto alcuni homeni 11 manchava; dice la sua antena non è bona; si parte e va a la Vajusa. Da Dulzigno, di sier Piero Nadcil, conte e capelanio, di 9. Manda una letera abuta da Dimitri Cha-rara, di 6, da Scutari. Li scrive nove venute al chadì e vayvoda di Scutari, zercha l’arma’ di Lepanto, e come vieti 50 galie di Negroponte, mandate dal fiol di Trabesonda; et che a dì 7 vene uno corier a Mustafà, bey di la Valona, trazi le galie fuori contra le nostre, e investa ; et quelli non darà dentro, voi impir la pelle sua di paia, et che su l’armada di colfo, de’ XX sanzachi, li XI1II hanno comandato investi la nostra armada, et il signor tien 40 milia turchi versso il Danubio, qual sopra zafre passa la Sava versso Samandria, contra 1’ ongaro eie. Da Tratti, di sier Piero di Prioli, governador. Come è venuto lì XXX stratioti con le soe fameie da Coron, in luto persone 140, con lelere di quelli rectori, et hanno tre cavalli in tutto ; et questi non hanno che viver; dubita non si parlino de lì, e va-dino via. Da poi disnar fu gran conseio. Et fu fato in Iodio di quelli rezimenti da mar non sono andati justa la parte, la qual fo posta in gran conseio et presa di largo. Et rei luto li savij, alditeno el signor Carlo Orsini el Su bastia n di Verona, contestabele a Cataro, qual si oferisse con zenle tuor l’impresa di haver Castel Nuovo ; et fo parlato di mandar fanti lì a Cataro eie. A di 24 luio. In colegio non fo il principe. Vene sier Lucha Trum, fo synico in Levante, dicendo voi la quarantia per prender di retenir sier Ilieronimo Boldù, fo consier in Candia, intromesso per lui. Risposto, Io meni. Vene sier Antonio Valior e sier Alvise da Molin, provedadori sopra la exalion, volendo dir molte cosse ; et fo messi a uno altro zorno, per non vi esser ¡1 principe. Fono alditi li oficiali a la messetaria, el quelli a le raxom nuove, zercha debitori, et cargato sier Al- LVGUO. 5S“2 vise Zuslignan, qual era debilor a la messetaria ; et senza il suo boletin, nè quel dii principe, eri era andato ini pregadi ; unde sier Lucha Zen, consier, si alterò assai, era mal fato. Noto, ozi partì sier Zacharia Loredam, soraco-mito, et domani parte sier Francesco Arimondo; et sier Alvise Vituri à posto bancho ; e tutavia a I’ armamento si fa provisionati. Da Milani, di Vicenzo Guidalo, secretano, di 20. Come à ricevuto nostre letere, in materia Coli-gnolce, et di quelli Manara. Fo da monsignor di Lu-ciom, li disse faria provisiom. Quanto a le cosse di Eiemagna, francesi non parla, e Luciom à assa’ fa-cende, e disse il roy harà bona intelligentia con Ma-ximiano; as[ieta soi oratori. 11 re va a Troes in Zam-pagna per aldirli ; pur domino Claudio e domino Michiel ltizo, regij consieri, dubitano di novità. 1» castello è fornito di monition e vituarie, et lo vanno fortificando, et hanno fato butar 16 canoni, e desfato 46 bombarde, fo dii Moro, per redurle in canoni; e milanesi dicono sarà novità de lì, e francesi li fanno malli portamenti : a l’osto dii Pozo li hanno tolto ducati 4000, e confinato in Franza; et a domino Galeazo Colla, di primi, tolto etiam danari. Da Roma, di V oralor, di 19. Come fo dal papa ; lexe li sumarij. Soa santità dixe, per il caso dii ducila di Bexaie, qual lo vete medichar, non havia potuto esser in concistorio, zercha la materia di Ilonga-ria, ma sarà eie. ; et li ordinò dicesse al Cardinal di Capua el bisogno, [lem, madona Lugrecia, moglie dii prefato ducha, ha la febre ; e non si sa chi habbi ferito ditto ducha, ma si dice è stalo chi amazò e butò nel Tevere el ducha di Candia. Et monsignor di Valenza à fato edito, niun da Santo Anzolo fino a Sani Piero porti arme, sub pcena eie. Di Perosa, oltra le novità scrisse a dì 16, a bore 22, intrò dentro Vitelozo con le zenle d’arme e fanti; combateno a la porta, et seguì ccede di 300 homeni ; fu morto missier Grifoneto Baiom, sì che tra Ihoro moderni si amazano. Ileni, Siena è su le arine, e missier Nicolò Burgesi è sta ferito per insidie di missier Pan-dolfo, suo zenero ; et etiam Cesena è su le arme. Et eri sera il papa, con li cardinali palatini e datario, fè signatura. Solicita la venuta dii suo successor eie. Di la Mota, di sier Filippo Trum, podestà. Come castclan di Urbim è andato lì, et si va fortificando li repari. Di Cesena, a la Signoria nostra. Come sono venuti alcuni foraussili de lì a Zervia et Ravena ; pregano la Signoria non li lassi star; et cussi fo scrilo, consulente collegio.