MCCCCC, SETTEMBRE. 842 visioni voi far; e il capitolo è contento far partido al re di Napoli, dimorando l’armada yspana un altro anno in ajuto nostro. Et il principe li usò alcune parole, dicendo non si havia manchato mai a presso il roy far l’oficio eie. Et l’orator, eh’ è sapientissimo, missier Zuan Batista Spinello, ringratiò di la comu-nication ; disse scriveria al suo re, e tuttavia il suo fusse seguro di Franza, faria ogni cossa con tra il tur-cho per ben suo e di la christianità ; e di l’obligo 1’ ha con quella serenissima Signoria, da la qual à abuto il regno ; e pregò la Signoria volesse scriver al nostro orator in Franza desse ajuto a loro oratori, vanno al re preditto, eli’ è il camerlengo e uno altro, tamen vanno sotto specie dii matrimonio di la fiola ; et etiam uno altro secretano, homo di fazom, è in Franza, chiamato Bernardin di Benaldo. Poi pregò si dovesse admonir uno frate Zuanne di Veseia, di l’hordine di predicatori, nimieho dii re, qual diceva mal di sua majestà, menandolo per bocha. Fo ditto si faria. Noto, eri vene qui il modello di la terra di Cor-fù, mandato per sier Lucha Querini, provedador, con Piero Pessina, contestabele, e Zuam Grimaldo, era inzegner lì, fradello di Piero. Da Roma, vene letere di 21 et 22, di sier Mariti Zorzi, dotor, orator nostro. In la prima, come fo dal papa a solicitar le previsioni ; disse faria etc. Et esso orator li aricordò, facesse quello fé Pio e Paulo, di andar im persona contra il turcho. E il papa disse : Domine orator, volemo esser un zorno con vuj, e forssi anderemo im persona. E vi voio dir un nostro pensier. Poi disse, voria il roy lasasse l’impresa dii Regno, e che havia letere, soa majestà voleva esser questo inverno a Milani. E li dimandò : Domine orator, che credete vuj ? Et qui feno coloquij, e disse voi far novi cardinali. Item, di l’armata yspana, ancora il bragantin era a Hostia, e à spazà per terra brievi al capetanio ; et T orator yspano à letere di 9, da Palermo, l’arma’ dovea statini partir. Item, il papa à fato cargar per l’impresa di Romagna su certi navilij, per Tevere, artilarie, videlicet canoni 8, falconeti 19, e altre artilarie; et harà 700 homeni d’arme, con quelli de li Orssini e Conti. E il papa voi acordar Orssini e colonesi, e se interpone l’orator yspano, sì che soa santità, di T orator di Franza e yspano se ne serve come el vuol e quando li piace. Dii ditto, di 22. Recevute letere di 17, con li su-marij da mar, fo dal papa, era el reverendo Capaze, noto è cyprioto di Poi da Cataro, et il Cardinal Santa Praxede ; et fé expedir il brieve per terra a l’armada yspana, li lexe li sumarij, e disse il papa voi mandar uno nontio in Ilongaria, voi far novi cardinali. Era etiam il reverendissimo Capua. Poi chiamò li cardinali dentro ; li comunichò le nove di mar, e disse aver dii suo orator è qui, l’arma’ yspana dovea partir. E Santa Praxede disse : Non è vero ; poi non è in li sumarij. Item, par l’impresa di Romagna sia disconzà, perchè colonesi non voi acordarsi, se non si ritorna li foraussiti di Perosa et Viterbo in 336* le lhoro cita; sì che li Orssini e Conti hanno tra lhoro homeni d’ arme 400; unde, per questo quel zorno, di le artilarie fono cargate in li burchij, erano stà parte dischargate, eh’è segno si atenderà al’ impresa conira collonesi. Dii cardinal Santa f, yspano, a la Sii/noria nostra, latina, in materia dii turcho. Si offerisse pronto; la copia sarà di soto scrita. Di Capo d’Istria, di sier Piero Querini, podestà et capetanio, di 22. Manda una deposition di Francesco Lepori. Conclude, turchi non esser adunati in Bossina con Schender bassà più dii consueto, imo di comotion d’arme dii re di Ilongaria contra turchi ; et esser andati in la campagna di Galipoli tre bassà con zente a questo effecto etc. Da poi disnar fo pregadi, licei li capi dii conscio di X volesse il suo conseio. Il principe vene im pregadi, et sier Pollo Capello, el cavalier, referite la soa legatimi di Roma, di la qual fo dato sacramento, eh’ è questa. Relalione fata im pregadi, per sier Polo Capelo, el cavalier, venuto oralor di Roma. Come non diria quello di tempo in tempo à si-rito, ma solam 4 cosse principal: primo, la conditimi! di reverendissimi cardinali e di quel sacro colegio; secondo, la dispositiom dii papa con la christia tlissi -ma majestà e la Signoria nostra ; terlio, el desiderio di sua Santità; quarto, quello si puoi sperar di sua santità abbi a far per la Signoria nostra, pregando tal relation sia secreta. Ne è vivi al presente 35 cardinali: 21 italiani et 14 oltramontanj ; videlicet, do napolitani, 5 zenoesi, 3 venitnmi, uno da Turili, 4 romani, 3 da Milani, Siena, Medici et Ferara. Oltramontani; 6 spagnoli, 6 francesi, uno d’Ingaltera, e il fradello dii re di Ilongaria e Poiana. E comenzando dal primo, el reverendissimo cardinal di Napoli, di caxa Carata, dignissimo prelato, capo dii colegio, fo con missier Piero Mozenigo in armada ; à gran disiderio contra turchi; in reliquis, nimieho di la Signoria nostra. El cardinal di Ragona non è stà a la corte. Zenoesi, el reverendissimo San Piero in Vincula, molto pericoloso ; e quando fo il caso dii pontifico, si volea far