!!)7 MCCCCC, APRILE. 198 luogo, e (li amazar lhoro moglie e figlioli, rilornano a caxa. Ilcm, par uno Zuan da Casal sia sta preso da’ francesi. Itevn, esser zonto a Lodi el eapetanio di le fantarie nostro. Dd Cividal di Beimi, di sier Antonio Vi turi, podestà et eapetanio. Zercha le intrade dii vescovado, per la diferenlia de li episcopi ; scritoli, lengi in deposito. Di Buda,j di Francesco da la Zuecha, secretano nostro. Chome vien de qui per andar a li bagni certo baron di Hongaria; lo ricomanda a la Signoria nostra. Fo leto una letera, drizata al conseio di X, cho-nie in Mar Mazor si facea 30 galie, eapetanio uno fiol dii signor, qual ussirà per tutto mazo, e Missit bassa non voi nave in armada, ma galie, et fa armada a la Valona, et farà la sua armada in tre parte ; et à asapi XV milia in bordine, e altri assai, el anderà con la sua armada a Corfù, et il signor col campo intrerà in la Morea. Fa posto per tutti i savij d’acordo, scriver una letera a li oratori in Hongaria, e avisarli la venuta dii Manenti dal turcho, col suo nonlio, et la expedi-lion e risposta, e solieitine il re a la impresa; e di la venuta ili do oratori di Pranza per li ; e il matrimonio a Roma si farà la dispensa, qual solicilamo. Ave do non sincere, 7 di no, 159 di si. Fu posto per sier Filipo Trun, proconlator, sier Alvise da Molin, savij dii consejo, sier Marco da Mo- lili e Jo, Marin Sanudo, savij ai ordeni, scriver una altra letera a ditti oratori, legalis soli; e darli autorità concludimi la liga particular; qual hanno libertà di ducati 40 in 50 milia, e bora habi di ducali 60 milia. Parlò sier Zorzi Emo, savio a terra ferma, contra, e messe di indusiar. Poi parlò sier Beneto Zustignan, savio a terra ferma, dicendo voi che al re di Hongaria e quel di Poiana, lutti do habino per la liga ducati 70 in 80 milia. Et sier Domenego Bo-lani, el consier, sier Marco Bolani e sier Lucha Zen, savij dii conseio, sier Marco Zorzi, savio a terra ferma, sier Lunardo Mocenigo e sier Antonio Venier, introno con nui in opinioni, e sier Polo Barbo, savio dii conseio, e sier Piero Capello, savio di terra ferma, 0 messeno. Andò le parte : 0 non sincere ; 0 di no; di l’Emo, 17; dii Zustignan, 18; di savij e consier, 131. E fo presa. In questo zorno, per nui savij ai ordeni fono ai-diti li oratori di Pastrovichij, quali voleno confirma-tion di privilegij soi, et fermento da viver. Item, quelli di Spiza, el li oratori dii Zunte. ^ A di 6 aprii. In colegio veneno li patroni di le galie di viazi, qualli erano renilenti a provarsi, e dimandò più cosse. Da Roma, di sier Polo Capelo, el cavalier, ora-tor, di 2 et 3. Come el Cardinal di Siena e di Santa f parlò, e depose non si dovea dispensar il matrimonio dii redi Hongaria; et li oratori di Maximiano, Spagna, Napoli et Milani erano unidi a questo efelo contrario. Tandem in concistorio, post multa, a dì 3, a bore 22, el papa dete la* sententia, e disciolse il matrimonio. Et è questo in dilla sententia, che il re Uladislao moderno non coutraxe in la raina Beatrice de Aragonia, relitata el serenissimo re Mathias eie. Item, voi mandar un legato in Eiemagna. Et a dì 2, in San Piero, el papa dete il capello, la spada, do stendardi, et la ruosa al duca Valentinois, suo fiol, e 10 acompagnò a cavalo fino a palazo. Poi soa santità volse che l’oralor di Pranza e il nostro cavalehassc a lai di esso ducha, fino a Santa Maria dii Populo. Item, à expeclì lo episcopo di Arles in Pranza, et lo episcopo di Aste, nepote di missier Zuan Jacomo Triulzi, va in Aste, voria el cardinalato. Item, scrive alcuni avisi abuli di successi di Milan, et di maistro Antonio Trombeta. Justa le letere nostre, à fato comandamento a certo frate, subdito nostro, non se impazi. À risposto, ubedirà. Ma fra’ Jacomo da Rui-go dice è procurator, e non poi renonciar il vicharia’ eie. Item, esso orator ringratiò in fine literarum il senato, di averlo fato savio a tera ferma, rendendo gracie. Item, lo episcopo di Chai scrisse a la Signoria una letera, zercha il matrimonio. Da Napoli, di sier Francesco Morexini, dotar, oralor, di 22, 26, 28. In conclusioni, il re era a Pozuol, vene a Napoli per la festa di la Madona, che si fa solenne ; poi tornò a Bagnol. À certi fumi, per 11 mal ha. Item, de fi è nove dii prender di Novara a dt 21 dii passato; et è letere di reali di Spagna, scrive haver inteso quel re se intende col turcho ; li scrive non fazi per niun muodo eie. Item, per l’altra letera di 28, par siano domino Francesco de Monti-bus, e Alvise Ripoi, oratori di quel re a presso-il signor Lodovico ; c il ducha à scrito al re voria il stado teniva in Puia indrio, e nel regno sallem le intrade de Bari dar per il viver di madona Ixabella, olim duchessa di Milan, per la dota dete, eh’ è ducati 120 milia ; e par il re li voi dar la dita intrada. Item, esso oralor de lì à fato relenir, a instantia di la Signoria nostra, Basilio da la Scuola, vicentino, era lì con do cavalli, justa i mandati ; e manda le letere scrivea a suo fradelo de qui, qual dice non voi star più con venitiani eie. Da Rimano, di sier Francesco Capello, el cava-