131 MCCCCC, 1 el, judìcio di tutti, fin 8 zorni si converà partir, perché il populo di Milani, visto la Signoria non é cori Lodovico, é rimasto mal contento. Da Crema, di sier Ilronìmo Bon, podestà el capetanio, di 8. Come 8 fameie di casa Triulzi erano di Milan fu zi te, e venute lì. Noto, el signor di Rimano, partito de qui, é tornato a Rimano. Da poi disnar, fo conscio di X con gran zonla, credo di danari ; steteno fin hore tre di note. I’o dito esser letere di Alvise Manenti, dii suo zonzer a la Porta, assa’ honorato. A dì 25 t'evrer. Si liave avisi da Milam, el signor Lodovico era a Vcgevene, andava trovar missier Zuan Jacomo, quid é ritrato con (juelle zente versso i monti, si che Lodovico prospera. Da ConslanlinopoU, si have avisi particular di 17 dezembrio. Li merchadanti nostri sier Andrea (¡riti, quondam sier Francesco, sier Lunardo Bembo, quondam sier Piero, sier Bernardo e sier Piero Zustignan, de sier Francesco, sier Ahnorò Griti, quondam sier Homobom, et altri populari, al numero tutti..., erano stà mandati a Castel Nuovo, a la bo-eba di Mar Mazor. Iiem, era stà fato di bassà quel Misit bassà, fo altre volte amico nostro. Da poi disnar, fu gran conscio, et vene Paulo da Como, da Padoa, stulto, et sento su li banchi, dicendo molte pazie. A dì 26 feorer. In questa matina, su le scale, fo bandizà li soldi pesarmi più non si dovesseno spender, e cussi li Lezi, el in la zecha si bateva soldi nuovi e mezi soldi ; et questo fu per deliberatiom fata nel conscio di X. Da poi disnar, fo pregadi. Vene il principe. Fu posto per li consicri dar una camera di donzeli dii principe a sier Antonio Grimani, procurator, era in la Forte; cussi contentando li avogadori di commi. Et sier Nicolò Michiel, l’avogador, contradixe, dicendo lo volea menar a gran conscio; et alegò sier Domenego Morexini, proconlator, averli ditto, a Fiorenza si dicca : Cosma non vole, eryo eie. Et volea andar a gran conscio, eh’ è il signor di questa terra. E li altri do avogadori soi collega, sier Marco Sanudo e sier Polo Pixani, el cavalier, disseno: E nu volemo. Et perché la terra sapeva non erano di tal opinion di andar a gran conseio, fé alquanto di remor el pregadi, e cazati li parenti dii Grimani, ave 3 non sincere, 70 di sì, 100 di no. E fo preso di no.. Ilem, fu posto per tutti di colegio una altra meza tansa, a pagar per tutto marzo, con dom di 8 per 100, e siano fati creditori, a raxon di ducati X, al i FEBBH.Ua. 13‘2 monte nuovo, il cento. Et sier Benelo Zustignan, savio a terra ferma, messe siano spexi per le cosse di mar. Sier Marco Zorzi, savio a terra ferma, con-tradixe, dicendo el bisogno di le cosse, eliam da terra. Li rispose el Zustignan. Poi si acordono, la miti» in cosse di mar, e l’altra da terra. Di Hongaria, di Francesco da la Zuecha, secre- 49 lario. Come quel re à sapulo di Alvise Manenti, mandato al turcho, manda uno suo al turcho a saper di questo. Et é da saper li fo scrito, ditto Manenti el capetanio zeneral averlo mandato. Hem, aspeta il zonzer di nostri oratori; et li oratori di Maximian e di Milan sono stati lì per do cause: la prima, conira il papa voi far concilij eie., et l’altra voi dar la fia di esso re di romani, fo moglie dii principe ili Spagna, per moglie al re di Hongaria, el ajuti il signor Lodovico. Da mar e da terra, per ogni via di Levante, si intende li gran preparamenti fa il turcho per l’anno futuro. Di la Zefalonia, dii capetanio zeneral, ili 3. Come nostri haveano preso uno riparo, per il qual turchi se difendeva; et di uno turcho, venuto fuora dii castello, et il capetanio zeneral lo à vestito, et baio ritornà dentro, acciò fazi cuor a li altri di rendersi. Ilem, dii zonzer li sier Antonio Diedo, capetanio di le galie dii trafego, con le altre galie vicn di Modon ; à ricevuto il nostro bordine vadi sequendo li doviazi; dice non voler, perché le zurme non vuol, et ditte galie è mal in bordine di homeni ; bisogna proveder. Da Roma, di /’ oralor. Come si aspetava l’ora-tor dii turcho, vien di Napoli, el che il re Fedrico dava ajuto al signor Lodovico, li pagava mille fanti ; et par, in certa materia, el primocerio nostro da cha’ Dandolo con li cardinali aversi ben portato. Da Fiorenza. Par Vitelozo Vitelli, per la inzuria di la morte dii fradello, à corsso su quel de’fiorentini; et il re di Pranza à scrito a Fiorenza, al presente li cognoscerà, si sarano amici o inimici soi' si non darano ajuto al signor Lodovico. Nolo, Bologna ni Ferara si move in aiuto dii prelato; etMantoa, il marchexe, a Viadana à poche zente, 0 fa eie. Da Milam. È il Cardinal Ascanio, il Cardinal di San Severim e il Cardinal di Ferara lì. In castello non é monsignor di Liguì, ni el conte di Mixocho, fiol di missier Zuan Jacomo, ma sono ili fuora. Vi è ben 500 francesi, e vituarie per uno anno, et Zuan Dolze, secretorio nostro, qual non poi scriver qui né mandarne aviso alcun. Ilem, el signor Lodovico prese Vcgevene, e ave la rocha ; fece impichar el castelan