727 Mccece, cèncio era persso Modon. Quelli rechieseno termine di esser insieme, e questo fo avanti lui zonzesse. La terra è in combustion ; greci la mazor parte di opinion di rendersi ; li persuase a tenirsi, veria il zene-ral a darli ajuto. Et che il bassa veniva potente. Non portò lètere ad algun. Dice mal si poi socorer-lo, per esser incolfado; e non si poi andar con l’ar-mada senza pericolò. I nimici, grossi, viloriosì e in-gaìarditi. Judicha fin questo dì sia spazato ; tamen, doman ¡1 zeneral si leverà de lì per andar versso il Frodano; e, si altro non si sente, andar sopra quelle aque a hora, e, zonto il zeneral valoroso e provido, chiamato in li consulti, farà eie.. Di sier Marco Orio, capetanio di le nave, date al Zante, a di 19 avosto. Si scusa haver tolto la volta di mar ; e di le 4 galie messe il socorsso in Modom, una fo brusada, le tre fono menate via da alcune fuste de’ turchi ; quelle di le galie introno, fono subito taiati a pezi. Ilem, a dì X et XL stete con le nave in mar con grani fortuna, e ne la sua barza era gran quantità di aqua ; teniva X homeni, non cessa dì e notte a sechar con trombe. La barza Mora à trombe una in sentina, al presente à molado aqua, e alcune volte è pie’ 7 di aqua in nave. Ilem, à fato la zercha a la nave, patrom Polo Bìancho; ha homeni 110. Doman farà a la nave, patron Zuan Valier, di Candia. Dal Zante, di sier Nicolò Marzello, provedador, di 18. Come eri sera zonse lì suo fiol, sier Nadal MarzellQ, fu mandato a Coron, intrò a di 14. La chersana e fusta noi sequì ; la causa non si sa. Trovò quelli populi turbati ; il provedador Zigogna, con bon cuor, mostra star di bon animo. E in quel zorno si apresentò versso sera el bassa Monucho di la Morea con cavalli 3000 ; con lui era sier Valerio Marzello, sier Batista Polani, soracomiti, presi in Modon, per condurli a vista di la terra, e mandò una freza in Coron, in segno di celere diliberatiom et risposta. La qual sier Francesco Zigogna rimandola rota indriedo ; e tutto quel dì confortò il pòpulo, non li lassarà inanellar soccorsso ; lumen tutti è deliberati venir a pati con turchi. In quella sera, ditto suo fiol si partì ; non à letere niuna di rectori ; il populo non à voluto scrivìno ; li X provisionati havia su la galia non volseno dismontar. E, tornando, à visto l’arma’ turchescha minuta fra el scoio di 293* San Bernardin, Sapientia e i scoglieti ; la grossa al Zonchio, con parte di le galie sotil, di le qual 14 ussiteno a dì 16 ; et dete la fuga a ditto suo fiol. Dei Corom, di sier Cabriel Vcnier, eastelan, et sier Fintili Zorzi, capetanio el proveditori, di 7 SETTEMBRE. 728 avosto. Scrivono il venir dii signor turcho a campo a Modom, e a dì 17 luio. comenzono la bataglia, minò eie. ; introno nel borgo, e narrano cosse vechie. El suo principio di bombardar fu a la torre maistra; poi mudò le bombarde, e messeno parte da la banda di ponente, al loco ditto Mauria. Governador dii campo di quella ban3a è il bassà di la Natalia; e da levante, versso il borgo, à messo le bombarde, et bombardava la torre e porta di San Marco, o ver dii relogio, con quella parte di cortina; e bona parte di la torre è già rumata, e lì merli di ditta cortina. Governador è il bassà di la Romania, e questo hanno auto da’ schiavi fuzili e turchi presi ; et esser ordina gran quantità di legnami per impir li fossi ; e za era dato principio. Ilem, lhoro di Coron ogni altro zorno sono visitadi da’ turchi ; dimandano mo-nition, et si provedi lì. Di sier Polo Valaresso, provedador a Corom, a dì 7. Spera Modom si tegnirà. Fo ditto veniva 40 navilij di Rodi per trovar il nostro zeneral etc. El qual mi scrive a mi, Marin Sanudo, dolendossi non li habi risposto a sue. Avisa come fa, et che turchi a Modon atendeva a bombardar, e come hano per turchi presi e schiavi fuzidi, li ha fato poco danno ; è stà ruinà sedurti li merli e alcune cime di muro. E a la Maurea à fato un pocho de rombo, e con scale turchi andono do volte a dar la bataglia, et è stà morti da 5 in 6 milia turchi, da quella banda da la qual stava li albanesi ; e nostri havia fato repari di gotoni bagnadi davanti, sì che quel luogo è stro-paclo, e la bombarda non li fa più danno. E nostri da Modon stano con festa, e fanno difese teribelis-sime, e danno grandissimo a’ turchi. E alguni aferma, avanti mezo il mexe, il signor si levarà, et lassarà uno bassà a l’asedìo. Dio dagi bon cuor a’ mo-donei ! Et è un mexe e mezo l’arma’ è fuora ; e nostri è sì lenti a socorerlo ; sì che la fievre continua amaza 1’ homo. Modom è chiave di tutto el Levante, e se intravenisse nulla, vedessa tutto questo Levante in garbuio. Ilem, dice lì la terra è fortissima ; hanno homeni assai, non teme niente ; è ben in hordine ; sono ussiti più volte fuora, e non è stà tolto da’ turchi anime 50, ma ben di turchi presi e morti da 400, e scampadi da schiavi 40. E fra li altri presi, è uno subassì del Grebanin, è valentissimo bombardier e di gran inzegno ; lo voleva far morir, e donar qual-cossa a li albanesi. Li rectori, videlicel el provedador di la Morea, e il capetanio, l’ànno lassà rescuo-der ; e si duo! è stà un mexe lì, ha parlato con lì greci e albanesi, e sa come sta quella terra ; desidera ussir, non staria lì se li desse ducati 200 al