25 MDXXVII, MAGGIO. 26 La quarta, che volia lo accomodassero di 20 pezi de artellaria grossa, che sotto questa speranza ha-veano lassata la loro, et senza artellaria non possevano offendere la città et castelli. La quinta, che entrassero nominatamente in lega cum P Imperatore, cum obligarsi a tenere a suo servitio 4 milia fanti et 500 cavalli. La sexta, che non li havesse a mancare victua-ria per da nissuna banda dove si voltasse il campo, tanto di biada, quanto di grano et munition per la # artellaria. 12* La septima, che volia metter in Siena et contado parte di questo exercito, perchè pensavano si dovesse far due parte dell’exercito, et havendoci a diminuire et dividere, non volea fussero senza securtà di poter ricorrere ne la città. Li XXI cum tutti quelli homeni del Conseglio pigliorono tempo di rispondere il Sabato, et cusì si partirono. El Sabato de malina, il duca di Barbone cum de molli et assai capitanei et signori, vennero al palazzo del D . . .. et li fecero parlamento, che durò sino alle 20 hore, et da poi del loro parlamento mandoro per li XXI a dirli se si erano ancora resoluti a quelle dimande, quale havea proposte el signor Viceré. Li XXI cum el Consiglio li mandorono a rispondere, che come el Viceré tornava in Siena, li have-rebbeno risposto ; ma che non voleano venir fora della città, maxime cum tutto el Consiglio. Il Sabato sera el Viceré tornò in Siena, et tutti li altri capitani et signori col Duca se ne ritornoro-no in campo. Li XXI risposero alle dimande del Viceré in questo modo, et il Falleri fu il proposto. Alta prima, che loro non haveano possuto vincere partito de dar la auclorità del loro Consiglio a cosi poco numero per la gelosia haveano del Stalo, et che non voleano remover le loro usanze in su li honori della città, che mancandoli sarebbe un modo di precipitar quella unita libertà. Alla seconda, che loro erano per fare ogni de-monstration cum le parole et effetti di bona servitù et amicilia verso la Maestà Cesarea, come sempre haveano fatto et demonslrato. Alla terza, che erano contenti se valesse della loro gente di una parie contra el Dominio fiorentino, ma non per altra banda, che non volevano re-maner senza guardia et defesa. Alla quarta, circa P artigliaria, P haverebbero accomodalo de 10 pezzi grossi, che il resto voleano per la lor defesa ne la città. Alla quinta, che loro non potevano mantener la spesa de 4 milia fanti et 500 cavalli per tempo fermo, ma per 3, o, 4 mesi se ne sarebbero sforzati, se non di tutti, di una gran parte. Alla sexta, che circa alla victuaria non li erano 13 mai per mancare, cusi della muoilione per quella parte a lor. fosse accomodato. Alla septima, che per niente non voleano in Siena molte gente ; ma che per il contado erano conienti, et quella summa che pareva a loro senza risparmio alcuno. Ma che loro dimandavano a Sua Maestà queste quattro cose, cum le quali haverebbero maggior forza et balìa de servire Soa Signoria. La prima, che volevano presidio de gente a suf-ficentia per ricuperar li loro porti marittimi, i quali darebbono, oltre la sicurtà del paese, grani infiniti et biade, et ogni altro vitto. La seconda, che voleano recuperar Montepulciano col contado, quale è loro, ma occupalo da fiorentini. La terza, che Sua Maestà promettesse, et che di novo in nome de lo Imperatore se bandisse per ribelli li*foraussiti. La quarta, che promettesse in ogni accetto, acordo o suspesa si facesse, che loro non habbino a rimaner di fuora, et sempre cum conservation de la libertà. Il Viceré li rispose che li risolverebbe fra dui giorni, et che pensava farli cosa grata. Il colloquio et parlamento che fu fatto secundo che ’1 Viceré ha spillato cum alcuni di conseglieri et maxime cum Simolpho, al quale dimostra favore assai, hanno concluso, che subito ritorna una risposta da Roma, che questo campo cioè li lanzi-chenech habbino da restar per offender il Stato fiorentino et per tener che le gente della lega non passi verso Roma, el che spagnoli cum li italiani, numero di 12, o, 15 milia persone, vadino alla volta di Roma et del reame cum far calar lo exercito collonese, et le (lame) spagnole cum el marchese del Guasto, el qual se ritrova a Napoli, et partir l’ar-tigliaria tra questi due exerciti et la gènte senese cum li lanzichenechi. Il Bondelmonte è in campo del Duca, et stava mollo allegro, et qui se dice pubblico che ’1 Viceré ha intendimento nella città di Fiorenza, et favorisse assai quesli fiorentini che sono in campo. Da Roma, il Viceré ebbe aviso come il Papa fa- 13* cea far gente et che non havea ancora accumulato numero, et se ne facea beffe de tal provisione.