167 MCCCCC, MARZO. 168 dono per fornii* Mortara; forano asaltati da missicr Zuan Jaconio, e tagliati a pozi, salvo pochi. E1 numero erano alemani 200, tuli tagliati; li cavali lombardi erano 300, di quali non ne sono campati 25. E dito messo à visto li corpi morti a la campagna, et in campo di missier Zuan Jacomo l’havea visto la compagnia di monsignor di la Tramolia, eh’ è lanze 100 et 800 sgtiizàri, zonti da poi la perdita di Novara, e diceano ogni dì si partiva zente di Franza, per vegnir a la impresa di Lombardia. E missier Zuan Jacomo stava di bona voia, e havea mandato ' a dir a Lodi, per lui, stesseno di bona voia, certifi-chandoli di la posanza dii re, et per consequente di la sperata vitoria. Item, dice di fora dii castel de Milano era ussito uno messo, mandato da monsi-63* gnor Palavisino, fratello tli domino Octaviano, lo qual diceva quelli dii castello esser sani e di bona voia, hanno novelle bone di Franza, e vituarie abon-dantemente per mexi XV e più; e mandava a confortar esso domino Octaviano. Item, el ditto messo marti se atrovò a Pavia, e sentì far una crida, come el signor Lodovico havea fato tregua e liga con la majestà dii re di Franza per anni 20, e che monsignor de Lènich era andato a Milano, per darli el castello; la qual liga era fata a destrution di la Signoria nostra. Item, era zonto uno messo dii castelan di San Colombano, li significhava era zonto de li uno mariolo, per nome dii signor Lodovico, el qual iterum li comanda deba dar quella forteza al conte Zuan Antonio di la Somaia, et esso castelano pareva, mezo voltato, pur è sia asecurato a la devotione di la regia majestà. El qual castello importa assai per le cosse di Lodi. Item, certi jotoni de mala natura ha-veano vociferato in Lodi, le zente marchesche questa note passata dovea poner Lodi a sacho. È stà gran timor lì in dita nocte, unde la matina fu retenuto uno prete, e li farà cognoscer 1’ eror suo, e darali _ tal pena, Che sarà exempio ad altri. D i Trevi, dì sìer Vido Morexini, pagador, di 26. Vidi una letera di la perdita di Novara. Si dice in do modi : 1’ uno, francesi haversi dato, salvo 1’ a-ver e le persone, per paura di 1’ aquistato in Romagna ; 1’ altro modo, la terra esser in do parte, unde francesi fè lo acordo eie. Or Lodovico l’ave sabato di note, e luni da sera montò a cavalo, vene a Milano marti da matina, per tratar acordo col castello. Missier Zuan Jacomo si à tiralo a Robio, lontan da Novara mia X, a presso Verzelli mia 3 ; et Lodovico mandò 600 alemani per fornir Mortara, e fono a le ■ man con francesi. Ditti tedeschi fo taiati a pozi, e francesi forniteno Mortara. Item, nostri a Trevi hano fato la mostra dii conte di Pitiano, e oplime ; et era zonte le barche da Bergamo, condute per gitar el ponte sopra Adda, e passar di là eie. A di 29 marzo, domenega. In questa matina sier Ilironimo Contarmi, provedadordi l’armada, messe bancho justa il solito a F armamento. Fo ditto esser letere di Alvise Manenti, ritorna indriedo. Di Zara, dì rectori. Di certa incurssion fata por turchi su quel teritorio, e fato assa’ danno. Etiam da Dulzigno, in questi zorni seguite, turchi menò via assa’ anime christiane, habitante de lì intorno, che non voleva pagar il carazo. . Noto, si atende a li Iledoni a edifichar, a una ponta chiamata Chuvrili, por diliberation dii conscio di X, una forteza dove è sier Andrea Michiel, pro-vedador in Albania, et Marin di Greci eia Dei Curzolli, di sier Antonio Diedo, capelanìo di le. galìe dii trafego. Chome le zurme non voi andar al viazo per niun muodo, et per el mal aiere di Du-razo è morti do zenthilomeni nobeli da pope, et 40 galioti ; adeo è molli amalati, et non è sani 50 per galia. Di Franza, dì l’orator, di 22. Par il re era in mala opinion con la Signoria nostra, havia inteso non lo ajutava ; e poi vene letere di missier Zuan Jacomo, dii socorsso dato a Piascnza per nostri ; li piaque assai. L’orator suo vien qui, è partito; vien per mar, per via di Zenoa. Da poi disnar, fu gram conseio. Et sier Vicenzo 64 Grimani, di sier Antonio, andò a la Signoria, pregando fosse expedì il padre, qual stava im prexom ; e cussi, chiamato li avogadori, fo publicato per il canzelier, marti, sarà a dì ultimo di questo, sarà gran conseio, a petitiom di avogadori ; e tutti vengi-no a terza, solo pena di ducati X. A dì 30'marzo. In colegio vene li avogadori a dir, missier Zuam Campezo non dia parlar contra la Signoria nostra, per haver ducati 8 al zorno da quella. Et fo terminato, atento la parte di pregadi, dovesse parlar. Fu fato provedador su la Piave, in luogo di sier Sabastian Liom che compiva. Rimase sier Marin Bon, savio ai ordeni, quondam sier Michiel, da sier Zuan Francesco Trivixan, cao di 40, de sier Baldi-sera, con el qual fo rebalotado. Da poi disnar, fo pregadi. Fu posto per li savij di colegio, che le galie dii trafego debino andar, seguendo il viazo, in Barbaria e Alexandria ; e li savij ai ordeni messeno, debino venir in questa terra, e quelle galie di novo sia reincantade, et quel capota -nio sia comosso a l’avogaria etc., come in la parte.