Gl MCCCCLXXXXIX, DICEMBRE. 22 In questo mexe a grani conscio fo publicato per sier Polo Pixani, el cavalier, avogador di commi, che era in setimana, la condanasom fata im pre-gadi contra sier Francesco Corner, quondam sier Zuane, fo camerlengo a Padoa, per il piedar di Ihoro avogadori e di sier Hironimo Capelo, fo pro-vedador per le camere, di 1. 2253, in una partida di Fabian di Fabiani, et 1. 199 s. 7 di uno altro, che summa tutto 1. 4343 s. 10 di picoli; e fo condonato a restituir la quantità e la lj2 più per pena, e privato im perpetuo di ogni offieio et beneficio di la Signoria nostra, et stridato ogni anno la prima domenicha di quaresema, in gran conseio, come si strida quelli hanno tolto per mal modo li danari di la Signoria nostra, et convertidi in suo uso; e fu condanato absente. A la fine di questo mexe di novembrio, vene in questa terra, per la via di Padoa, do oratori dii re di Rossia; et per inadvertentia, licei fusse stà ordinato ad alcuni patricij li andasseno contra, tamen niun vi andoe; et gionseno qui tardi. Arivono in chale di le Rasse a eha’ Yenier, dove li fu preparato, per l’o-fìcio di le raxon vechie, tamen a sue spexe. Dii mexe di dezembrio 1499. A dì primo dillo. Andoe in colegio a la Signoria li do oratori di Rossia, vestiti a lhoro modo, con alcune barete longe, fodrà di pelle in capo, et parlar quasi turco. Et, sentati a presso il principe, presentalo la letera di credenza, per interprete exposeno el suo re mandava a saludar la Signoria dii principe, et li piaceva el stesse ben, e che ’1 suo re steva ben, et, si bisognava alcuna cossa dal suo re, si comandasse. Et presentono 4 mazi di zibelini, a numero — per mazo, uno per nome dii suo re, do per nome di lhoro oratori, et uno altro per nome di uno certo merchadante era con lhoro. Itera, uno certo osso di pesse. Fono ringraciati dal principe, et ofer-to, si li acadeva alcuna cossa. Questi steno molti di qui, tamen non andava con la Signoria, solum fo a gran conseio; et li soi vendeno molte fodre di pelle, maxime di lievri bianchi, cortelli con manego di ossi de pesse, et altro. hi questo zorno fu gran conseio ; precipue per expedir la parte di scutarini. Parlò contra, in favor di alcuni scutarini, sier Antonio Trivixan, zoto, avo-chato; qual con grandissima faticha montoe su la renga. Li rispose sier Alexandro Minio, quondam sier Castelam, e, posta la parte per li consieri, 18 fo non sincere, 205 di no, 84G di la parte. Et fu presa. Ancora fo leto, per Marco Rizo, secretario, la parte presa a dì 2G im pregadi, di esser tanxati per li X savij tutti quelli erano stati absolti, acciò tutti patissa il cargo suo, nemine exempto. A di do ditto. Fo pregadi sopra le cosse di Cremona, per expedir alcuni altri capitoli dimandono li oratori. Itein, è da saper vene una letera di Zenoa, di domino Laurencio Suares, orator di li reali di Spagna, va a Roma per star orator. Et scrisse a la Signoria certe cosse, et che voria, sier Zuan Badoer, dotor, fusse restato orator in Spagna, perchè quelli reali haria mandato uno suo de qui. In questo giorno, a la sera tardi, gionse in que- 22* sta terra el conte di Pitiano, venuto per la via di Chioza, con gran caligo, con barche picole, e benché era ordinato di mandarli contra alcuni patricij, tamen, per il tempo, niun vi andoe. Vene con forssi 150 persone, alozò a la caxa dii marchexe di Ferara, dove li era stà preparato per la Signoria nostra. E poi fu posto parte di darli ducati XV al zorno, fino stava in questa terra. Et a dì 5 andoe a la Signoria eie. A di 3 dezembrio. Gionse in questa terra sier Marco Zorzi, venuto orator dii re di Franza, qual lo havia acompagnato fino a Turim ; et la matina fu in colegio, referendo alcune cosse. Da Ymola. Si bave, il fiol dii papa spera liaver la rocha a pati, dove vi era Dionisio di Naldo, et doveva lassar zente lì, el venir a campo a Forlì, et madama mandoe 12 some a Fiorenza di liaver et li figlioli ; et lei solla rimase in rocha. Si dice, Chiria-cho dal Borgo con certi fanti dovea venir in suo aiuto, havia fato taiar arbori e aque atorno Forlì. Zuan da Casal è suo favorito al presente, 'et è con lei suo fratello, signor Alexandro Sforza, in rocha. Il successo scriverò di soto. A dì 4 ditto. Fo pregadi. Et è da saper, per avanti fo posto parte per i savij, di non far più l’oficio di savij sora le pompe di le done, atenlo non facevano l’oficio, et venivano ini pregadi, ita che de ccetero non si facesse. Et ditta inquisitiom fusse comessa a li avogadori di comun. Et fu presa. Itera, ozi fo posto di cassar eliam li tre sora i procuratori in Rialto, ita che più non si facesse ; quali venivano eliam im pregadi, non metando balota, et sotoscrivevano a’ boletini de’ debitori. E fu preso. Eliam fo posto, che li provedadori sora el Polesene di Ruigo, de calerò non si facesse, et quel oficio sia dato a li provedadori sopra la camera d’impreslidi ; quali eliam venivano ini pregadi. E fu preso. Sì che a poco a