MCCCCCI, badia disseno la bona nova, di haver abuto la Zefalonia. Tutta la terra fo piena ; e questa voxe andò a gran conseio, adeo era in moto. Et fo necessario, poi leto la letera di tal nova, mandarla a lezer a gran conseio per Zacharia di Freschi. El il principe vene in colegio da li savij, col qual lutti si alegrono di la optima nova. Et fo leto tuie le letere, et mandato a dir a li oratori, papa, Franza, Napoli e Ferara, a li do per Zorzi Francho, et a li altri do per Zuam Ruosa. Et poi vene la Signoria in colegio, et per esser una letera d’importantia, non so dove, il principe volse lezerla con li cai di X. Et fo scrito a Roma e Franza e Spagna etc. la dita nova, con li sumarij ; in questa sera expediti li corieri. Et fo parlato di far dimostration di leticin, ma fu consigliato, per il meglio, non far 0 per questa vitoria etc. 498 Dx Padoa, di sier Lunardo Mocenigo, podestà, el sier Nicolò Foscarini, capetanio, di 9. Come, ju-sta i mandati, erano stati dal Cardinal Zen, et pregato, in tanto bisogno, volesse pagar queste do decime papal, come fece le altre. Rispose, esser contentissimo ; oferendossi etc. Item, anderano dal Cardinal Grimani, et furano 1’ oficio. Di Ravena, dii podestà, di 7. Come el ducha Valentinoys è a Cesena, a li soliti piaceri ; et venere par andasse uno di principal di la Valle di Lamon in Faenza, a dir, il signor mandasse fuor le sue zente, la Valle si daria. Et questo fo mandato da Vitelozo, qual era venuto con zente, per la via di Castel Bolognese, per ponersi in arguaito. Et cussi ussiteno le zente dii signor di Faenza ; ma, visto non seguite quanto li era promesso, ritornorono in Faenza ; et il signor Vitelozo, non hessendoli sequito il trato, danizò il paese, prendendo molti contadini. Item, a Faenza si fa provision, et sono d’acordo; e a Forlì è pur fanti dii ducha. Ilem, a Bologna par si trami acordo contra Faenza con il ducha ; e questo dimostra, per esser sta dà il passo per Castel Bolognese. Vene l’orator di Franza, ralegrandossi con la serenità dii principe di tal nova. Et li fo leto la letera; tamen è da creder in si dicesse: Spagnoli fa questo, et il mio re 0 à fato ; ergo etc. Di Otranto, di sier Aloise Contarini, governa-dor, di 24. Come à ricevuto la nostra letera, in laude soa, e dii vescovo e citadini li dete li orzi, mandoe in at-mada ; li à leto la dita lelera. Ringra-ciano la Signoria nostra. Item, hanno abuti li danari de li orzi dal zeneral, et che sier Lucha Querini, vien di Corfù, capitò de lì per fortuna, et per le novità seguite a Brandizo tra li citadini, come è sta gennajo. 1270 scrito a li capi di X, lo à persuaso che vaili ile li a sedar ; qual si à oferto di star lì do mexi etc. Dei Trani, dii governador di PriulL Come era capità de lì per fortuna una fusta, vien di àrmada, con letere dii zeneral, con la nova di Zefalonia, qual spazaper terra; prega li corieri si mandi indriedo, per non ne haver. Ilem, dita fusta è sta im pericolo di anegarsi, e li marinari hanno fato vodo, darla a uno monasterio a Barleta, sì che zercherano, et dara-no il valor di quella a ditto monasterio. Da Corfù, dii bayh e provedador, -di 20. Dii zonzer in quela note lì ditta fusta, con la nova di la Zefalonia; hanno, per conforto dì populi, fato fesle con luminarie. Ilem, non hanno biscoio da mandar in armada, ma hanno tolto quelli sono in li castelli, -e mandati al zeneral ; narano le fabriche commesono, e la scarpa di la Zuecha, fornita con li parapeti, e fato 8 merli; fin 4 zorni sarà compita. Ilem, richiesto dal zeneral, Jacomo Collrin, lo mandano, el la marchiana col biscoto, andava in àrmada, si recuperò. Eliam, per uno gripo li hanno mandato rniara 4!). Item, la nave, patron Francesco de Monte, è zonta lì con le monition. Dii capetanio zeneral da mar, date in galia, nel porto di 1’ arsenal, a la Zefalonia, di 18. Come voi ultimar l’impresa, per poter mandar le galie a li viazi, et le grosse e sotil a disarmar, justa i mandati nostri. Et à scrito a li provedadori di campo, debi saper la mente dii capetanio yspano, di dar la bata-glia; quali mai poteno trar construto. Dimandava polvere etc. in quantità, e di hora in bora li ha mandato luto volentieri. Item, par si persuadesse con li soi homeni, in 4 dì, tuor ditto castello. Or il zeneral deliberò andar in campo, per esser con dito capetanio yspano, qual li fé grande accepto; et fé far esso zeneral una crida, et parlato di darli la balaia. Disse, bisognava butar zoso uno muro dii spiron, prima versso ponente, eh’ era im pontelli ; el li parse di novo. Et par li proveditori li afìrmasse, dubitar esso capetanio yspano volesse robar il Iodio per lui, per non si lassar intender il zorno di la bataia. E dice, il zeneral tolendolo, li piazeria, ma per balaia ordinaria sarà nostro, perchè li nostri sarano li primi a intrar, per esser di optimo cuor, meio cha li spagnoli. Or voi spazar presto. Ilem, li vini, esso yspano tuoi da li gripi, li paga manclio dii cavedal, et lui à ordinato che in Candia i siano pagati al su-plimento dii lhoro cavedal ; et eliam lui zeneral a qualcheuno à pagato. Ilem, doman anderà in campo, e non se partirà, per farli dar la bataia luni, sarà a dì 21 ; e, finita l’impresa, spera far tal fruto; et è