143 MCCCCC, MARZO. 17 Sier Jacomo Trivixam, el grando, quondam sier Silvestro .... 55. 83 •j- 4 Sier Marco Loredam, fo a le raxon vechie, quondam sier Domenego . 82. 60 6 Sier Piero Marzello, fo di pregadi, quondam sier Filippo..... 74. 71 18 Sier Nicolò Trivixan, el grando, quon¬ dam sier Cabriel, da San Stai . . 44. 96 A dì 6 marzo. In questo zorno l’orator dii re di Poiana, va a Roma, vete le zoie nostre nel santuario. Da poi disnar, fo conseio di X ; et nulla nova se intese. A dì 8 marzo, da Crema el di Trevi. Se intese, per letera abufci da domino Ambrosio Triulzio, gu-bernator regio in Lodi, di 6, come ha da domino Theodaro Triulzi, che novamente missier Zuan Ja-como e il Moro hanno fato una scaramuza insieme con la Ihoro gente, et tra morti, presi e feriti, ne inanellavano del campo del Moro persone 1500, tra a piedi et a cavallo. Et è venuto uno fiol di missier Rolando Palavieino, fu preso in essa scaramuza, dice cl medesimo, e dice el fratello dii marchexe di Man-toa, missier Johane, è partito di campo e montato in una barcheta con tre cavalli eie. Hcm, per via di Trani se intese, chome oratori dii signor Lodovico, di Ferara e Mantoa, passavano a la Valona per andar al turco. Da poi disnar, fu gran conseio. Fo slridà i ladri per sier Pollo Pixani, el cavalier, avogador di comun, justa il consueto ; e tra li altri sier Francesco Corner, fo camerlengo a Padoa, e Renier Venier. llem, fo leto per Zuan Jacoino una parte presa nel conseio di X, zercha le munitiom, sia mandato inventario al conseio di X con pene eie. Et in execu-tion, fo scrito per tutti, e si have li aventarij, li qual fono posti sopra un libro, et comesso a Enea la cura. Poi sier Nicolò Michiel, dotor et cavalier, avogador di comun, andò in renga per menar uno articolo di una parte, presa in pregadi, zercha esser mena sier Antonio Grimani, procurator, fo capetanio zene-ral di mar, im pregadi, dicendo lo volleva menar a gran conseio. Et cazadi li parenti di li consieri e savij messeno la parte, tra li qual fui Jo Marin Sanu-do, olim savio ai ordeni, et edam li parenti di sier Antonio Grimani e di patroni di le galie grosse. Et parlato sapientissime, messeno tutti tre li avogadori, sier Nicolò Michiel, sier Marco Sanudo e sier Polo Pixani, di taiar quello articulo, atento hanno libertà menar a qual conseio li piace. Ave 21 non sincere, 223 di no, 924 di la parte. E fu presa. Ilem, fo electi a Bergamo alcuni, qualli non passò. Et fato a Riva sier Piero Foscolo, et le altre voxe andono zozo. È da saper, a la parie messa per li avogadori, parlò sier Bernardo Boldù, di sier Filippo, conira, dicendo per conscientia parlava, et fè rider el gran conseio ; aileo si minò dii mondo. Et poi sier Vicenzo Grimani, di sier Antonio, andò in renga con grani sumissiom, dicendo era contento di ogni conseio per expedirsi. A dì 9 marzo vene lelere di mar, da la Zefalo-nia, di 9. Come sier Antonio Querini à mosso la bombarda, et relìqua. Ilem, par a la Prevesa quella arma’ si va pur fazando. Da poi disnar, fo pregadi, per far la comission a li oratori nostri vano in Hongaria. 11 colegio fo diviso; non fo expedita. A dì X marzo. Da poi disnar, fo pregadi, et expedito la comission a li oratori in Hongaria^ mandati per far la liga generai eie. Ilem, fu posto per li savij, dar licentia a domino Zuan Campezo, doetor, leze a Padoa injure, possi venir qui a difender sier Antonio Grimani ; et cussi la ditta parte fu presa. Ave 27 di no. Da Ferara. Par il ducha mandasse una bombarda al signor Lodovico, suo zenero; si scusa era sua, perhò ge la rese. A dì XI marzo, da malina. In quarantia fo menato per li avogadori quelui in habito di maschara amazò uno a la bocha di marzaria, a nona, qual era in bando per li cinque, lntroduse el caso sier Polo Pixani, el cavalier. Rispose sier Daniel Zucuol, dotor, avochato, ma non compite; et rimesso a un altro conscio. Da poi disnar, fo pregadi; per li avogadori, sier Nicolò Michiel, dotor, cavalier, menoe sier Hironimo Trum, quondam sier Priamo, fo castelan a Lepanto, per haver dato il castello a’ turchi; merita li sia taià la testa. Et parlò benissimo. El qual sier llironimo Trun fo menato lì, vestito a manege strete, et sier Zuam Moro, fo retor, vestito a manege a comedo ; el qual eliam fo menalo insieme dal ditto avogador, per haver dà Lepanto al turcho contra le leze ; era vestito, dito sier Zuan Moro, di negro, manege a comedo; havia avochati domino Rigo Antonio, Andrea di Bolzan et domino Michiel Pensaben. Et il principe non fu im pregadi ; leto le scriture, altro non fo fato. A dì 12 marzo. In quarantia criminal fo menato