859 MCCCCC, OTTOBRE. 960 aliquo retardata, nondum in eos arma moverit, quo possumus studio ac diligentia etiam atque etiam ro-gamus, prout latius majestati tu* idem orator no-ster referet. Datum Rom* etc., die 28 septembris 1500. Hadrianus. A tergo : Carissimo in Christo1 filio nostro Vu-ladislao Hungari* ac Bohemi* regi illustrissimo. Et similes, mutatis mutandis,-sua sanctitas scribit reverendissimo domino Thom*, presbitero cardinali strigoniensi, nuper electo, et etiam reverendo domino Gaspari, episcopo calliensi, oratori ipsius pon tificis. A dì 22 oclubrio. In colegio vene Piero di Paxe, rasonato, ritornato da Cervignan a dar la paga a li fanti è stà mandati a Nona ; et portò letere di 19, di Aquileia, di sier Piero Marcello, provedador. Come quel Manara e Zorzi Vida non haveano voluto andar ; è la compagnia quasi disciolta ; unde el ca-petanio di le fantarie, desideroso, si oferse andarvi a compagnarli fino in Dalmatia ; e cussi hanno inv barchati tre contestabeli, videlicet Tomaxo Schiavo, Bonturella da Bassan e Bernardin da Lignago, con provisionati 230 tra Ihoro, et bombardieri 4 ; et il capetanio non andò, ma li imbarchò, e poi ritornò per non disordenar quelle cosse. Or ditto Piero di Paxe referì gran mal di Zorzi Vida, adeo fo consultato : alcuni voleva scriver de li, fusse punito ; altri sia mandato qui, et expedito per pregadi. Et cussi fo scrito. Vene l’orator dii papa, episcopo di Teoli, al qual fo leta la risposta, et di la protetione et di l’aricordo nostro, zercha il mandar li legati, quello haves-seno a far. Li piaque assai ; dimandò la copia. Li fo ditto si manderia a l’orator nostro a Roma. Poi disse zercha missier Zuan Benlivoy, va iritando eie. Il principe li rispose sapientissime, non faria nulla ; ma credeva, quello feva era per conservasiom sua. Di Rovere, di sier Mafio Michiel, podestà, di 20. Zercha quelle fabriche et bastioni, la qual non fo leta, per non esser cossa d’importantia. Et fo parlato zercha la expedition di Schandar-becho, qual ha auto parte di danari, li mancha il resto ; li stratioti e fanti è a Lio, e aspeta; e cussi d’a-cordo tutti, comesse al cassier fusse expedito eie. Da poi disnar fo conseio di X simplice. Et questa malina intrò i cai in colegio ; steteno assai ; et nel conseio di X steteno fin hore 3 di note. Et reduti li savij in colegio, deteno audientia fino note. A dì 23 oclubrio. In colegio vene l’orator di Franza ; al qual fo fato lezer la risposta fata a l’orator dii papa. La laudò ; poi fé un gran discorsso, dicendo mutationes lemporum generami cegritudi-nem ; et dannò fiorentini, Ferara, Manrtoa, missier Zuan Bentivoy, quali si aderivano al re di romani, per queste novità feva il papa in Romagna, et era cossa contraria al suo re e questa Signoria ; e haveano mandati soi homeni al preditto re, et il mar-chexe di Ferara uno a la Signoria nostra, non sapea ad quid. Poi disse: Contra la potentia dii mio re e di questa Signoria non potrano; et è ben ancora 4 ine-xi, fin a tempo nuovo, da poterli castigar. Or, el principe li rispose sapientissime ; et scusato di Zuan Alberto da la Pigna, venuto qui, e ditoli la causa e le letere portò non era stà lete, e fo lete al presente, et cussi fo chiamato dentro ditto Zuan Alberto, e ringratiato dii bon voler dii ducha, et perseveri. E cussi li disse l’orator di Franza, pregando volesse far eie., et saria in grafia di la majestà dii re e di questa Signoria. E ditto Zuan Alberto si parti. Fo balotà mandar ducati X milia al capetanio zeneral, et molte monitiom, quale per zornata si anderà mandando. Ave una di no. È da saper, eri vene in colegio sier Domenego Morexini e sier Filipo Trum, procuratori, e acetono il cargo li fo dato ; la camera da basso di l’audientia, el Marco Antonio Zambom per nodaro. Sier Ma-rin Lion non vene, perchè suo fìol, sier Hironimo, el cavalier, l’avogador, stava malissimo, et morse ozi a hore 2 di note. Or, questi procuratori reduti, tolto li libri di debitori, comenzando da le taxe, le-vono molti debitori, et cussi questa matina mandoe per lhoro, venisseno da essi eie. Da Dulzigno, di sier Piero Nadal, bay lo et ca-pelanio, di primo. Zercha l’arma’ di la Vajusa, tirata in terra eie. ; e Mustafà bey rimasto a guardia. Ilem, par, per un sanzacho de lì, sia stà manda per uno Zuan de Mario, sanser. scampato di qui per debito, stava in Alexio. Or esso baylo, venuto lì a Dulzigno, lo à retenuto eie., unde per la Signoria fo mandata ditta letera a li cai di X, acciò scrivi lo debbi mandar de qui, et si provedi eie. Da Corphù, dii baylo et capetanio, di 5 oclubrio. 382 ' Come, a dì do, scrisse dii zonzer di l’armata yspana in quelle aque, la qual non si ha ’uta, et dii sòrzer mia X lontam de lì. E per honorarlo, il provedador con uno di consieri andono a soa visitatiom, e li portò una letera di la Signoria nostra, e li mandono degno