1007 MCCCCC, NOVEMBRE. 1008 24. Avisa la sera avanti, a dì 23, a hore 21, Piero di Medici intrò lm Pisa, ben visto et acharezato da’ pisani, che li andò contra, e im Pisa fo sonato campane, e trato colpi di bombarda per alegreza. È venuto per mar, per la via di Zenoa, et fiorentini stano con gran paura. La qual nova, chome la vene, el conte Ranuzo di Marzano era col signor, e li parsse cossa di grani momento. Tieni, scrive lui aver la febre. Et. è da saper, leta la ditta luterà, ditto Piero di Bibiena disse poi al principe, haver, a dì 26, el prefato conte Nicolò Rangon, homo molto devoto di la Signoria nostra, è di anni 45, esser morto lì a Bologna, lassato molti figlioli ; el qual à Cordegnan, castello in trivixana. A dì do dillo. Fo el zorno di la comemoratiom di morti. Si redusse in colegio solum questi : sier Zuan Morexini e sier Antonio Trum, consieri ; sier Marco Antonio Morexini, el cavalier, e sier Lunardo Loredan, procurator,. savij dii conscio ; sier Piero Duodo e sier-Lunardo Grimani, savij a tera ferma; sier Cabriel Moro et Jo, Marin Sanudo, savij ai or-deni ; e leto letere. Di Rami, di sier Mariti Zorzi, dolor, oralor nostro, di 25. Come, da poi l’ultime, el reverendissimo Capua e 1’ orator yspano fo fuori di Roma, mia 6 versso Marino, per esser a parlamento col Cardinal Cotona, voi tornar in Roma, exortandolo nomine pontificis ; qual à risposto, non voler senza saputa dii re Fedrico, per il favor dà il papa a caxa Orssina. Et etimi el Cardinal Orssino è partito di Roma, per veder quello seguirà di queste cosse vanno a torno. Ilem, à solicità la expedition di legati ; el Cardinal curzense partirà doman, va mal contento dii papa, per averli dato pochi danari, et mancho libertà dii consueto in conferir beneficij. Quel va in Hongaria, partirà fin 8 zorni ; ma quel va in Franza sarà longo. Il papa voi prima aspetar la risposta di Franza, e perchè l’à andar in Spagna, soa santità à anticipato a mandar un homo in Spagna, a invidar quelli reali a l’impresa. Ilem, il papa sta di mala voia per le cosse di Faenza ; missier Zuane Bentivoy à homeni d’ arme 200, et 3000 fanti mandati a Faenza ; el signor ne ha 300, et fanti 3000, et etiam à ajuto da’ fiorentini e altri, licei soa santità habi mandà uno suo homo e a Bologna e a Fiorenza, a dir non dagi ajuto contra il ducha, non harano mal niun. E à ’uto ozi nova di l’intrar dii ducha im Pe-xaro, e haver auto la rocha. Ilem, esso orator à la febre, e sta in caxa. Dii dillo, di 26. Come quella matìna fo conci- storio, e il papa parlò in materia christiana. Fé lezer letere dii roy a soa santità ; zercha l’impresa di Romagna, è conlento toy Rimano, Pexaro e Faenza. Poi laudò la Signoria, nostra, in averli consentito. Mostrò brevi scrive ¡il roy. e uno in Spagna. E poi li cardinali acompagnono el Cardinal fino a Porta 401 ' Viridaria, videlicel curzense, va in Eiemagna legato, qual alozerà a la vigna di missier Falcon, propinqua al palazo, per compir di expedirsì. Poi esso orator ricevete letere nostre di 22, el doman anderà dal papa, licei habi auto la febre el<\ Dii dillo, di 27. Come ozi fo dal papa ; li romu-tiichò la risposta fata al suo orator qui, e leto li su-marij, ex ponendo poi quanto la Signoria li comesse. Disse soa santità : Li legati expedinio, ne costa ducati 18 milia tutti tre, e habiamo dato ducati 3000 al Cardinal curzenze, e li danari di la capella. Laudò la risposta eie. Disse haver scrito un brieve in Spagna, lo manderà a la Signoria per 1’ orator suo; poi di la nobilità, dimandò quello è esser zentilomo di Venecia. Li rispose: Gran dignità, re Fedrico, ducha di Ferara e altri ; e vi piaque assai. Poi disse zercha le cosse di Spagna, quanto al documento, non bisogna per esser za in ato. E l’orator disse: Chi ajuterà la Signoria, la Signoria non li abandoncrà ; è bon farne nota eie. Poi disse, l'orator yspano averli promesso l’armata, e perhò li voi dar la cruciata ; di le 20 galie li piace, voi armarle e poi restituirle a la Signoria. Tieni, disse dii ducha, di un trato à fato a Fiorenza, à mostra cassar el conte Ranuzo, è andato a Bologna eie. E par, il roy manda uno araldo da missier Zuane Bentivoy, a dir non s’impazi di Faenza. Poi disse, il legato va in Hongaria si partirà al principio dii mexe. Ilem, li disse zercha il conte di Soiano, è nostro ricomandato, soa santità scrivi al ducha. Rispose, è contento, e havia auto una letera dii ducha, à concordato certe diferentie di esso conte con uno suo fratello, è a soldo con esso ducha. Ilem, manda letere abute da 1’ orator nostro va in Spagna. Di sier Djmenego Pianini, orator, va in Spagna, date a Beses, a di XI oclubrio. Come, a dì 6, scrisse di Perpignan, qual non se à ’ute, et doman sarà a Perpignan ; solicita il suo camin più che mai orator facesse, ma li cariazi lo tien. E à, la corte esser in Granata. Di Franza, di sier Benelo Irivixarn, el cavalier, orator, date a Nantes in Ber lagna, a dì 21 oclubrio. Come eri sera zonse lì ; ricevete letere di 5 et 6 nostre , con la risposta fata a la letera dii re di romani, e sumarij ; et per haver auto la febre,