547 mccccc, Piliano, goveruador nostro, è li a Lideue ; al qual è venuto tre pannocliie; pur si parte eie. Vene l’oralor di Pranza con il consolo de’ milanesi, dolendossi quelli ofìciali di la messetaria voleno far novità a’ mercliadanti milanesi. Risposto, se intenderà. Di Cremona, di provedilori. Come li canonici di Santa Maria di la Scala da Milana, hanno posses-sion de li, non voleno pagar le decime, et hanno una letera di monsignor di Lucion, et, par il preosto di canonici dichi è juspalronatus dii ducha eie. Da Milani, di Vieenzo Guidalo, secretano, di 23. Come, ricevute nostre letere in materia di Uiro-nimo di Melze, fo da monsignor di Luciom, e soa signoria li disse: Si è rebello di la Signoria, quella li lazi inanello si poi, per amor suo. Ite»), ozi fono conscio puhlico in domo. Eravi ditto Luciom, monsignor di Chiarainonte, monsignor di Obignì, monsignor di Tallerà, et lui secretano, sentati, et altri, quasi tutto Milan. Et primo, fu leto una letera dii re, corno li havia cari milanesi, et mandava questi do, Chiamonle e Obigni, sopra le zente d’arme; et Talerà insieme sarà con Luciom al governo di la justicia. Et poi domino Michiel llizo, regio consier, le una oratiom. Poi parlò monsignor di Chiamonle, bona verba, in francese. Poi parlò Obigni, podio. Demani, parlò Talerà. Et lo episcopo di Chomo li rispose lungamente, dicendo erano aparati ad obedir la christianissima majestà a tutto. Poi an-dono assa’ di Ihoro a cena con monsignor di Chia-monte; si che milanesi dicono, si li atenderano a le promesse si lauderano de’ francesi eie. Se intese questa matina, una barza rodiana di botte 500, sora porlo nostro, esser zonta con li araldi di Pranza, vieti da Conslantinopoli, et oratori dii turco. Po terminato, (’oratori dii turco meterli a dia’ Dandolo, in calle di le ltasse, con guardia, ninni li parli; et li lo fato prepar (sic) la caxa per 1’ hoficio di le raxon vechie. Fu leto uno capitolo di letere venute di Polonia, et intisi : Non te fidar di hongaro, Se tu non ha' tre oehij. Copia de uno capitolo di klcra di Oclaviano de Gucci, fiorentino, data in Craconia, cilà principale dii regno di Polonia, el di di San Piero, fo 29 sugno 1500. Vi do queste poche nove di questo mondo di qua, acciò ne diale di cotesto di costà, del quale da 548 pasqua in qua non si sente die si segua, maxime col turdio; sì che mi farete piacere a darne adviso qui. Più tempo fa ci è l’ambasador turco, e chiede tregua. Questi la farebeno volentieri, ma hanno jura-mento con l’hongaro, non la fare senza llioro. Gli ungari non la vogliono. Hora, a San Piero, doveva esser conventione im Pic'tricovia. e consultare di questo; e sarebbe stata, ma è venuto a questi giorni alquante migliare de’ tartari, zoè circha a 14 rnilia, e hanno predalo in circha a Lubino, e in tino a presso a Sandomiria, ciò che v’ era. Il perchè, la majestà dii re se partì de qui, ozi sono diece giorni, ed è ita versso Sandomiria, e lì passato l’Istilla, e va avanti con assai exercito, per trovarsi a le mani con ditti tartari; de’ qualli se dice hanno acompagnato grandissima preda in luogo sicuro, e quella con pochi aviata a casa llioro, e con majore numero tornano a fare danno, se potrano. Horra, che seguirà per 1’ avenire, sarete avisato. 11 ducha de Litifania è à le mani col ducha di Moseovia, e ogniuno ha assai po- 213 pulo; ma infino a qui, el moscovita è al di sopra, perchè tutti dì fede rossa si sono acostati al moscho-vita, e partiti de la fede del litifano. Pure se dice, che Clolanda e Filanda, là di quei confini, li viene in ajuto assai populo; che ila in futuro, avisato a sì sarete. El valacho, a si, non dorme; è a’ confini con tutto el suo potere, e ancora eh’ abbi con federatione e juramento con poloni, se ne teme per la amistà à col moscovita. Stimo, se vedrà da fare qualche latto relevato, non vi penserà ponto, perchè come sapete è savio. Queste sono le nuove publiche. Le privale : a questi dì arsse Chrosina insino a’ fondamenti, e, per esser circuita di mure, et eravi la fiera, e teolo-natori serando le porte, vi arsse circha a 2500 corpi e assai morti, gitandossi di muri, cavali e merchantia assai ; è stato grandissimo danno, e stimassi sia stata arssa da’ traditori, de’qualli si dice esserne assai per regno di Hongaria, e per questo. E per lauto ci si ta solenne guardia, e molli provedimenti contro al fuocho. Questa terra si fortifìcha forte intorno intorno di mura e fossi, e. oltra a la forleza, è bello a vedere queste nuove muraglie. Per un’ altra vi dissi, come era rovinata una torre, per la qualle il re, non potendo andare la brigata in castello, si stava da basso in corte del cardinale; poi, quando fu netà la via, vollendo andare ad habitare in castello, e farcendo scaldare la fornacia, arsono Curinoga, e presso non arsse tutto el castello; pure ditesene; sì che vedeti che segni. , Da poi disnar fo pregadi. Vene il principe in cheba. Chiamati li consieri et luto il colegio, coinu- LUGLIO.