1135 MCCCCC, ftECKMBRE. nuli ad liabifar ne la terra ; hanno carestia dii viver, 456 e li turchi sono a la guardia hanno solum aspri 5 al zornó, et non pono viver; perhò scampano. Artila-rie ne hanno molle poche; e quelle erano dentro, quando i la preseno, tute sono rote per el foeho eie. Per adesso, conira Coron c Modon non si poi far 0, ni con armada ni con esercito, si per altra via non si fa. Del diio capetanio, data ivi, a di ditto. Come eri zonse una fusta di Corfu, con letere nostre di 15 se-pleinhrio, zercha lassar in suo arbitrio dii mandar a disarmar le do barze grosse. Risponde, farà quello riputerà esser il meglio. Item, dii salvo conduto a li contumazi è con l’armada yspana, e di la comodità di esser dato a quella armata di porli. Avisa, olirà la galia Griona, etiam aver mandalo in Candia a disarmar la galia Barbariga, la qual feva molto aqua, è dii tuto marza, e le zurme pianzeva, dubitando anegarsi. Aricorda si mandi boni corpi in Candia di ga-lie. Item, la galia Zena di Candia, la manda a Corpluì, per levar sier Marco Barbo, ducha di Candia, e de li se ne vada a disarmar. Item, havendo con summa dili-gentia formato il processo contra sier Carlo Contarmi, fo castellan al Scoio, qual era su la sua galia in ferri, et examinato molti e molti testemonij, tcmdem lo trovò molto colpevele, et esser degno de morie; et per sua difinitiva sententia, lo condenò a morte. A dì 50 dii presente, rnarli da matina, a do bore di zor-no, a castel Rampan, li fece tagliar la testa su la prova de la sua galia, in conspcto di tute le galie so-til. E il corpo fé metter in una cassa serado, e telo cargar sopra la galia Barbariga per Candia, scrivendo a quel rezimento, che in uno deposito lo facesse meter in una chiesia, a requisition de li soi. Item, è morto molto contento, receputi con summa devutiom tuli li sacramenti di la chiesia, e li ha fato ogni comodità possibile. Si duol esser stà constreto per justicia a far questo ; tamen per conscientia l’ha fato, per la colpa sua, come ore proprio à confesa-to eie. V havea ducati 100 di raxon di la Signoria nostra, in man di uno suo parente di Modom, è lì in armada, come lui disse, e chi l’à, à confesato averli, e li darà etc. ; sì che non ocuperà el pregadi o quarantie o avogadori in simel casi, ni in altri, e farà contra luti. Item, si à presentato sier Polo Va-laresso, fo posto provedador a Coron ; forma il processo, e, trovandolo in colpa, lo punirà etc. Da Zara, di sier Piero Sagredo, conte, el sier Jacomo da Moliti, dolor, capetanio, di 18 noveni-brio. Come era arivato de lì la compagnia di To-inaxo Schiavo, fo mandata a custodia dii borgo di Lavrana, e quello à lassato per non haver auto la sua paga li fo promessa ; e licei siano stà sobvenuti di pan e vino, prometandoli presto l’arano, si sono partiti ; perhò si provedi presto a quelli e a Nona. De li non pono Irar un duellato, e dove prima a Nona se reduseva, a un trar di bombarda, homeni 700, hora, per le incursion, non si reduri a 200. Item, liano mandato domino Zuan Detricho a le parte di sopra da madona Dorathea e dal vice ban, per me-ter bordine se faza le debite guardie, e intendersi con lhoro, acciò el contado non sia più da’turchi di-predado; ma tal provision non si poi far senza spesa. Item, per la penuria dii viver di quella cità, hanno lato discargar dii navilio di sier Andrea da Mosto, stara 225 tormento di raxon di la Signoria nostra, e tenirano bon conto dii Irato et dispensatici]. Di Parenzo, di sier Nicolò Liom, podestà. Zercha certi formenti capitati de lì, quali à fato discargar, per el bisogno di la terra. Risponde, haver potuto far, per haver quelli citadini privilegij eie. Da poi disnar fo pregadi. Non vene il principe. 456* Etleto le letere. Da Ferara, dii vice domino, di 8 novembrió. Come de li si dice, el ducha Valentino esser andato a Pexaro, e voi ritornar a l’impresa di Faenza ; ma prima voi andar a Roma, sì che Faenza, non poi fu-zer. Si dice el papa voi venir a Bologna. Item, fiorentini à mandato ducati 8000 al prefeto, et ha fato 60 homeni d’arme, 120 cavali lizieri, e ne manda-rano altri 8000. Item, si dice hanno asoldato il signor Constantino Amiti a’ stipendij lhoro. Fu posto per li consieri, elezer de prcesenli tre savij dii conscio, in luogo di sier Constantin di Prio- li, sier Andrea Cabriel e sier Lunardo Loredan, pro-curator, compieno a la fin di questo; e tre savij di tera ferma, in luogo di sier Beneto Sanudo, è intrado avogador, di sier Piero Duodo e sier Lunardo Gri-mani, etiam compieno ; posendo esser electi di quelli pono esser tolti a la fin dii mexe, et tamen debino intrar depruesentì. Ave 4 di no. Et fono electi sier Piero Balbi, fo savio dii conseio, 97 ; sier Antonio Valier, fo consier, 95 ; sier Alvise da Molin, fo savio dii conseio, 91 ; soto, sier Nicolò Michiel, dotor et ca-valier, procurator, 79 et 80 di no. Item, savij di tera ferma, sier Beneto Zustignan, fo savio a terra ferma..., et sier Bernardo Barbarigo, fo podestà et capetanio a Crema, quondam, el serenissimo____; e altri non passò. Fo soto, sier Marco Zorzi e sier Piero Marcello, fonno savij a terra ferma. Fu posto per li consieri, cai di 40 e tutti i savij, atento el Cardinal regiense, legato, va in Hongaria, ozi dia zonzer a Chioza, che domenega se li vadi