713 MCCCCC, SETTEMBRE. 714 dato paga di 4 mexi de prcesenti, acciò possi armar ‘ , un’ altra galia, e andar al viazo, hessendo ubligato depositar ‘quanto voi l’incanto, et lassar ducati 100 a l’ofìcio di camerlengi di cornuti, per li homeni li manchò. Ave poche di no ; e fu presa. Fu posto per li consieri, di chiamar doman il conseio di pregadi, non hessendo bisogno per la terra, a requisition di avogadori di comun, per cosse importante ; dicitur, per munegini. 22 fo di no. Fu posto per li savij dii Gonseio e tera ferma, risponder a lo episcopo di Tioli, orator dii papa, era sta salis risposo, non voler manchar di la fede a li signori di Rimano e Faenza, pregando soa santità non voglij al presente eie. Ave 5 non sincere, 42 di no, 122 de sì. Itevi, posto per li ditti, scriver a l’orator di Franza di questa materia sij col re, voglij scriver al papa, non fazi, hessendo le cosse turchesche eie., molto longa letera. Et sier Jacomo Cabrici, savio ai ordeni, contradixe. Et li savij non volse risponder. Unde andò la parte : 5 non sincere, 79 di no, 83 di la parte. Ilerum andò: 6 non sincere, 80 de sì, 94 di no. Et fu preso di non scriver tal letera ; unde poi fu posto per li ditti savij, suspender la dilibera-tion di dira l’orator dii papa quello fu preso; et have tutto il conseio. Fu posto per li ditti savij certa parte, zercha l’o-fteio di le raxon vechie, di danari trazeno di fìtti di castello eie. siano scossi, e se compri tapezarie. Et fu presa. Et hessendo pregadi suso, fo vista venir una barcha di Chioza a 5 remi. 288 Da Rimano, di sier Marin Zorzi, doctor, di 30. Avisa il zonzer suo lì, et con solicitudine seguirà il suo viazo versso Roma. Et Marco Antonio Zamboni, secretario nostro ivi, di 31, scrive aver da Urbim, quel ducha, a dì 27, andò contra la moglie dii signor Fabricio Colona, sua sorela, e stava bene ; et che Vitelozo Vitelli era intrato in Viterbo, e haver sachizato la parte ino-bediente al pontifìce. Item, avisa il signor di Rimano esser a Curiano a piacer, non perhò tuto sanato; et madama soa consorte, in la terra, pur con la febre. Di Cao d’Islria, di sier Piero Querini, podestà et capetanio, di 31 avosto. Manda una letera li à mandà Damian di Tarsia, castelan a Castel Novo, li scrive, di 25, el vicebam di Brignà, lo avisa turchi in Bossina reduti da 19 milia eie. Item, che ’1 vayvoda moldavio à corso su quel di turchi ; elìcmi hongari si preparano. Item, el dito podestà mandò una letera li scrive sier Zuan Marcello, castelam a Mocho, se li provedi eie. Per tanto aricorda se li mandi monitiom, acciò ditti turchi non vengi a far danni. Da poi disnar fo conseio di X. Et fo fato con-testabele nel castel di Ravena uno Pollo di Franceschi, à ducati.... a l’anno. Et colegio si reduse a consultar ; lamen non vene alcuna letera. A dì 4 selembrio. In colegio, el principe fé portar uno modello di legno di Modom, qual era in caxa de sier Lucha Querini, fo retor a Modom ; et vi vene Nicolò Dacha, orator di Modom ; et mandato per quel Zaneto Draganelo era im prexom, acciò dechiarisse molte cosse; qual dechiarì. Concludo, il colegio stè in gran fastidio, sarà miracolo a tenirse ; tavien da mar nulla si havea, che era gran cossa. Vene 1’ orator di Franza, e fè lezér una letera ave eri da Roma, di monsignor di Trans, orator dii roy, in risposta di sua. Come era venuto lì per star fermo, e tralar le cosse turchesche ; e il papa è ben disposto, e si ’1 farà la mità di quello dice di far, sarà assa’. Dice premiere a in tuto quello sarà ben per la Signoria, lo debi avisar, exequirà per esser cussi la voluntà dii roy. Item, poi l’orator prefato ricomandò a la Signoria sia expedito uno Ale-xandro Aorfeo, à diferentia col castelam fo di Cremona, zoè che ’1 possi dimandar justicia, perché per la Signoria fo terminà non potesse ; in recomanda-tiom dii qual havia abuto letere da monsignor di Luciom da Milani. Et per prima fo ringratiato di la letera ; poi di questo, si vederia ; e li fo comu-nichato la letera ne scrive el capetanio yspano, di venir in nostro socorsso. Li piaque assai. Vene 1’ orator de Napoli, dicendo haver letere dii suo re, di 22, da Napoli. Dice haver avisi da la Valona, di 12, il signor turcho haver mandato il secondo comandamento al sanzacho di la Valona, cavi quella armada fuora, perhò che voi mandar una parte di la soa armata a conzonzersi. Poi disse : Serenissimo principe, vi dirò nove di Eiemagna. Io ho letere, di 23 avosto, da Augusta, contrarij a la trieva è stà publichà a dì 21 a Milani, videlieet pre-paratiom si fa, e nulla dice di trieve. Item, a presso il re di Franza non è alcun homo dii re di romani. Ditoli esser monsignor di Vergè, rispose : E fia-mengo, e homo di l’archidueha di Bergogna. Ilem, erano deputati andar al roy, il ducha Federico di Saxoni, lo episcopo di Costanza e il conte di Naxò ; al presente questi do primi non vano, ma vi va 288* sohm el conte de Naxò et uno missier Ilenrico. Item, il re, che voleva venir a Yspurch, va di bordine di electori a Nolimburg, a poner in effeto eie.