151 MDXXVII, MAGGIO. 152 Copia di lettere di domino Matteo Mario Bussetto, da Lodi, de 17, liore 9. Il Leva a li 15 ritornò in Milano ari hore2l con la sua guardia, et è stalo ad Abiategrasso ad fare fortificare. Et è vero che, volendo in questi giorni passali andar in castello, non lo volsero ad-mettere, anzi li fecero levar il ponticello contra, et volendo exiger il castellano i soi salari da li datiari assignatoli ad pagarlo, il Leva gli ha devedalo, et il castellano ha ditto « Non ti curare, mi pagarò ne li soi forcieri è qui in castello. » Et havendo il predillo Leva mandalo a dire che non desse li forcieri soi senza scrittura de sua mano, partito il messo, disse « Non ge li darò neanche a lui quando ben venirà in persona ». Da una spia, venuta riporta il Leva haver deliberato ussir in campagna fra 6 over 8 giorni al più con tulli li lanzinechi, quali gli hanno promesso ussire, et saranno in numero 4500, 2000 del colonnello Gasparo et 1500 del Lodrone, 1000 di quelli da Monte (?). Et a vostra signoria eie. Copia di lettere del soprascritto, date in Lodi a dì 17, fiore 15. Moggi qui si ha ad fare conclusione fra lo illustre signor Jannes, li signori co^onelli et altri capitani de Geradada che si sono mandati a dimandare, sopra lo allogiamenlo si ha ad fare per unire queste gente in loco di reputatione et senza tema de inimici, sino a tanto se ingrossano, et penso si farà a la meza (via?) verso Milano, il che per hora non posso affirmare. Il capitanio Babone, con la compagnia sua in questa matina è intrato qui. Le 4 bandiere de lanzinechi che uscirò di Pavia con il Leva quando andò ad Abiategrasso con esso, non ritor-norono poi che 80 archibusieri, secondo intendo. Le gente da Como et de altrove sono adimandate 95 a Milano. La compagnia de Lodrone è in su il Po, et non pò passare per esser il fiume grosso ultra moduin. Et a vostra signoria etc. Copia di lettere di Agostino Clusone, date a Santa Marta, in lo exercito de la Illustrissima Signoria, a di 17 Maso, scritte al Podestà di Crema. Clarissimo patrone. Questa malina havemo aviso. il signor Antonio da Leva fa calare al basso alcune gente che sono a la collina, et, dicesi voler far unione et ingrosarse. Et il conte Baptista di Lodrone, qual è di là di Po, voria passare per unirse con questi, et già lo harla fatto se ’1 fiume non fusse cosi grosso. Et si dice voleno far la massa ad Vogera. Et se altro intenderò, subito darò aviso a vostra signoria, alla bona gratia di la qual mi racomando. Ba Bergamo, di rectori, di 17. Come referisse uno nostro explorator, come fuori di Milano è ussito 4 bandiere di lanzehinech et sono andati ad unirse con quelle gente sono in campagna ; che dentro in Milano non li é più di 1000 fanti in zerca, et fanno gran lavorar d’intorno là città, et solicitano scuoder danari di sali et de taglioni, et assai genti-lomeni fugeno per non haver modo de pagar. Et quelli da Melzo ussileno fuori et sono andati a Milano. Et la opinione di la gente si è, che costoro non debano star in Milano, perchè lassano portar fuora de le victuarie, letti et altre massarie che a loro fanno bisogno. Item, dicesi che quelli del castello non voleno lassar inìrarvi dentro el signor Antonio da Leva, et che quelli sono in ditta custodia sono francesi et todeschi. « A dì 20, Ltmi, fo San Bernardin. Annual 95* quarto compito, et principia il quinto del Principe nostro. Soa Serenità vene alla messa in chiexia vestito di veludo......et cussi la bareta, con li oratori, Papa, Anglia, Milan, Fiorenza, Ferrara et Mantoa ; quel di Franza è a malato di gote. Eravi lo episcopo di Baffo Pexaro, poi sier Piero Landò rimasto heri Capitanio zeneral di mar, vestito di veludo paonazzo allo el basso et beco di veludo alto et basso cremesin, et vene zoso di palazo di sotto il più vechio Consier el di sora li Procuratori, che erano sier Alvise Pasqualigo, sier Lorenzo Loredan et sier Jacomo Soranzo. Fo cosa nova; che un Capitanio zeneral electo non preciede alcun, se prima non li vien dà il stendardo. Era sier Hironimo Grimani vicecao di X in veludo negro, poi altri patrici, tra li qual sier Sebastian dmilarini el cavalier, sier Stefano Memo intrinsechi molto del Serenissimo, non soliti venir con il Serenissimo. Et aldito la messa, dete 1’ offerta di ducati 25 d’oro a 1’ aitar, et da poi compita si réduseno in Collegio ad aldir le lettere. Bi Fiorenza, del Foscari orator, di 17. Replica quanto scrisse per sue di 16, di la mutatone del governo di quella ciltà pacificamente; et cussi hozi a hore .... il Cardinal Corlona et il magnifico Ippolito de Medici sono parlili da Fio-