1013 MCCCCC, NOVEMBRE. 1014 quondam sier Bernardo; t>8, sier Francesco Trun, >■ fo eao dii conscio di X ; 55, sier Alvixe Malipiero, tb capetanio a Vicenza, quondam sier Jacomo ; sier Domenego Trivixan, e] cavalier, fo savio dii conseio, non provò per non esser venuto la lelera, e sier Constantim di Prioli, per esser di colegio. Item, sier Antonio Trum, el consier, volse metter una parte, di revochar la parte fo messa a dì 17 octubrio, di pagar 4 per 100 di danari compradi di la Signoria etc. ; atento era una parte non si podeva meter angarie sopra cosse passade, soto pena di ducati 1000; et chi la metesse, non fusse presa, si non ha li____sexti dii conseio re.luto da 120 in su. Et fo termina la non fusse presa ; et per esser alteration tra li savij eie., fo licentià il pregadi. A dì 3 novembrio. In colegio vene do oratori di la comunità di Salò, et presentò una letera dii provedador, et ducati 400 dii subsidio, sponle pa-gado per questo anno. E il principe li laudò sum-mamente tic. Vene l’orator dii papa, et fé lezer una letera dii ducha di Valentinoys, di 24, da Fan, a lui drizata, sotoscrita : Ccesar Borgia de Franzia. Ringracia la Signoria di averlo fato zenthilomo, lui e soi eriedi ; dice non è per domenticharssi, et voi solicitar il pontifìce a la expedition di legati, e in tuto quello potrà. Vene l’orator di Napoli, zercha la relaxassion di Basilio da la Scuola. 11 re noi poi più tenir » >n suo honor. Et li fo risposto, consulente colegio, lo lassasse con questo, el si apresentasse de qui. 403* Vene il rector di scolari di juristi, per nome dii studio, volendo condur domino Jasom dal Mayno a lezer a Padoa, voi ducati 100 al mese, et il primo luogo ; e domino Zuan Campezo voi lui il primo luogo, justa li capitoli ha con la Signoria. Risposto si conseieria. Vene il signor Pandolpho Malatesta di Rimano, con suo fratello signor Carlo, el qual era con pessima ciera. Et, sentati a presso'il principe, usò alcune parole, racomandandossi etc. El il principe li usò parole confortatorie, dicendo col tempo liabi speranza, el non si resteria di meter ogni ben co! legato eie. Da poi disnar li consieri deteno audientia, et li savij in colegio consultano in materia di trovar danari. Fo assa’ parole, leto le parte, et nihil condurvi, justa il consueto. Et a borre una di note, vene letere da mar, per uno gripo, con letere replicate di X et 13 el ultimo setembrio. Et il principe vene in colegio di savij dove si rednsse la Signoria, /amen erano letere vechie. Di Ravena, di primo novembrio. Come in quella hora prima di nocte era venuto uno suo messo, mandato a Faenza. Dice mercore da sera, fo 28, essendo fuor di Faenza le spie, et un di Iti futi per l’ulililà dii signor, à’uto per spia, el castelan havea cargato certe sue robe per mandar via, et essendo in aguaito, sentileno zampir un cavalo nel revelin de la roeba, e dite spie audoronoa la volta dii dito cavallo, e pigliorno un canzelier dii ducha Valentinoys, qual era ussita di la rocha ; el qual li disse era canzelier di missier Zuane. Ledile spie lo tiror-no indrieto, digando: Tasi 1 Stando cussi un podio, si callo- la piancheta dì la rocha, e iterum le ditte spie stando in aguaito, ussite Inora di ditta rocha un Guielmo Tempion e un Ugolin de Ganzo, quali menavano tractado con el castelan per il ducha predito. Quali lorono presi e menati dentro la terra a furor de populo, et, examinati, forno chiariti del tuto. E da poi 1’ è stà pratichato con el castelano di dieta rocha, qual dimandava al populo : primo, di portar via la sua roba, parte de la qual havia portato via, per la via di certi citadini ; 2.°, de portar via 200 corbe di fomento, de fava 100, de farina 50, de spelta el orzo 40; tertio, de ven ler le sue possessione liberamente a chi li piaceva, o vero se le las-sasseno galder. E tutte ditte cosse li promcsscno li ditti XVI di observar. El qual castelan, visto la cossa discoperta, questa matina, a dì primo, a hore 16, nome domino Nicolao Chastagin, dete la rocha al signor. E subita fo retenudo per li dieli XVI e popu- lo, digando voleno renda conto de le inlrade e ad-ministraliom di le robe dii signor. Ne la qual rocha è stado messo el fradello dii signor, nome Zuan Evanzelista, con boti numero di fanti. Tieni, manda una letera li scrive el signor a lui podestà, e una a la Signoria nostra, qual sarà qui soto posta ; e lui li à risposto in bona forma etc. Dii ducha Valentino, per uno suo messo, ritornato di Rimano. Come a dì 30 si partì da Gradara, e mandò avanti a Rimano tute le sue zenle; e lui a hore 24 iritrò in Rimano. Li andò contra tuto el populo, con uno caro triumphal, rigando: Ducha! Ducha ! E li fo fato una -bella oration a la segonda porta del borgo ; l’artelaria fece la vìa di sopra di Sancto Archanzelo, per andar a Cesena, et sinici- 404 mente li Bajoni et Vitelozo ; el resto di le zente alo-zorno per Rimano, a discretione ; e solicitavano ditte zente el cavalchar per andar a Faenza ; le qual zente fin hora non hanno hauto un soldo, ma se diceva doveano far la mostra a Furlì, e lì tochar danari. Et per un’ altra letera, di primo, horre do di no-