G3!) mccccc, Fu posto per li dilli, ¡toè Ire eonsieri solamente, di far salvo condulo a sier Lunardo Vendramin, per debito, per mexi 6, con questo, ditta parte sia posta in gran conseio. Ave 54 di no, et 114 di la parte. E fu presa. E poi posta e presa fu in gran conseio. Fu posto molte gratie, tra le qual a sier Zuan Michiel, è governador a Brandizo, debitor di dacij, pagi di prò’. Et fu presa. Fu posto per sier Zuan Trivixam, sier Zuan Corner, provedadori sora i officij e cosse dii regno di Cypri, di taiar certa sententia eereha biave, intervenendo Zuan Francesco Fontana, scrivali a quel officio eie.; optima cossa. E fu presa. Fu posto per nui savij ai ordeni, armar X galie sotil, e mandar do caravelle con bote 300 vuode, da lenir aqua in armada ; et leto dita parte, li savij dii conseio e li savij di terra ferma introno in nostra oppinion. Et sier Nicolò Trivixam, procurator, andò in renga ; laudò li savij ai ordeni che sveiava li padri di colegio a far previsioni, e biasemò li padri savij, a non proveder a tanto bisogno. Li rispose sier Piero Duodo, savio a terra ferma, e difese il colegio. Andò poi in renga sier Andrea Loredam, patron a l’arse-nal, dicendo la caxa di l’arsenal è vuoda di tutto. Li rispose sier Lunardo Grimani, savio a tera ferma, et dè bota a ditto patroni, e si spendeva assai in le se-limane per l’arsenal eie. Edam, difese il colegio. Ile-rum andò suso sier Andrea Loredam, in sua excu-satione, con collora. Ultimo sier Domenego Pixani, electo oralor in Spagna, parlò, dicendo non era tempo di far contentiom eie. Andò la parte. Ave una non sincera, 7 di no, el resto de sì. Fu posto per sier Domenego Bollani, el consier, sier Piero Capello, sier Pollo Pixani, el cavalier, savij a terra ferma, et Jo, Marin Satiudo, savio ai ordeni, atento le letere di Hongaria, che siano tolti li capitoli mandati et rafermali come parerà a questo conseio. Et per esser l’hora tarda, rimesso poi. A di 14 avoslo. In colegio Vene sier Piero Nani, stato governador a Otranlo; mostrò li soi conti, resta creditor più di ducati 1000, per ha ver servido dii suo im pagar quelli provisionati ; à scosso duciti 6000 ; e diti conti fo dati a li rasonati. Poi disse di la terra eie. Laudalo dal principe. Vene sier Thomà Liom, stato governador a Monopoli. Referì quella terra esser mal forte, e quelli populi hauo cativocuor versso la Signoria; voriano novità. La intrada è de ogij, più e meno segondo i tempi. Disse haver fato muragie, et do chiesie a presso le mure, qual sono bastie a la terra ; saria 250 bon rumarle, perchè cussi sla malissimo. À scosso agosto. 630 ducati 4700 in vintisele mexi è slato de lì ; di qual ne ha speso ducati “2000 in fabriebe, 2000 in passer e mantenir li jurnenli numero 250, eh’ è di la raza fo dii re Alfonso, ne è staloni 7, ne bisogna altri fin al numero de 20 a questo modo : darde quelli polieri a questi nostri Soldati, e cambiarli con staloni, di la qual raza si haria 100 corsieri a 1’ anno, a li qual sono 13 homeni a custodia. Poi dissedi frate Alexandre Caraffa, vicina lì, et le opperation sue. Laudò il marchexe de Bitonte, è bon marehe-scho, à 26 castelli di là dii Tronto, et 9 di qua. Iiem, in Monopoli, conclude, non è uno in chi la Signoria si possi fidar. Aricorda se mandi arme, Ihoro le pagerano. Li populi è marcheschi, ma li zenlhilomeni no, sì che quelle terre di Puia sta mal a lassarle cussi, come si lassa ; et era ordinato a tempo che la rocha di Molla mostrò etc., eliam in Monopoli, far novità. Poi disse de li nostri syndici stali lì, sier Bernardin Loredan e sier Nicolò Dolfim, e disse havia li suo’ conti in bordine, et di nulla temeva, per aversi sempre ben portato, e di marani fo solarti 26 ducali, el obedì le letere di la Signoria ; et sier Antonio da cha’ da Pexaro, quondam sier Lunardo, à fato pocho conto di lui, e li usava stranie parole im publico ; contra il qual formò un processo, et 10 presentò a sier Anzòlo Trivixam, cao dii conseio di X, era in colegio ; et disse quel vescovo è mar-chescho eie. Vene 1’ orator di Franza, mostrò letere scriveva 11 re in materia di soi oratori era in Hongaria. Iiem, cerclia la possession di GhaValchabò da esser restituita al conte di Chaiazo. Vene Piero Pender, lien caxa in questa terra a San Bortolomio, per alozar todesdii. Disse, questa note esser venuto lì uno orator dii re di Hongaria, va in Franza, è alozato da lui ; e fo ordinato per colegio a Jo, Marin Sanudo, e sier Antonio Venier, savij ai ordeni, andassemo, nomine Domimi, a visitarlo e oferirlo. E cussi andassemo. Ne ringratiò, e ala tornata faria l’ofitio. È ytaliano, et, come intisi, era pytor, andava a veder le done per il maritar dii re. Vene uno corier dii re di romani, con una letera dii re, data in Augusta, a dì 19, in materia di Lucha Focher, per la diferentia ebbe con li Prioli eie.; cossa particular. Vene il cavalier di sier Fantin Valaresso, prove-dador di Pizigaton, et dimandato quello sa di la moier di Zuan da Casal, che ’1 suo provedador li dava fastidio; et comesso a li avogadori examini. Dn Rovere, di sier Mafìu Michiel, podestà. Come